Creato da alicelodice il 30/09/2011
se ne ha voglia però!
 

 

siamo così

Post n°65 pubblicato il 22 Settembre 2013 da alicelodice

 


Ci lamentiamo se piove, se fa troppo caldo, se c'è traffico, se non troviamo parcheggio, se c'è troppo da lavorare, se non troviamo lavoro, se la paga è insufficiente.
Ci lamentiamo dei colleghi, del capo, dei dipendenti, del partner, di nostro figlio, dei nostri genitori, degli extracomunitari, dei razzisti, di quelli che arrivano in ritardo, di quelli che sono troppo precisi, del commesso che ci ha trattato male, del meccanico che ci ha rubato dei soldi.
Ci lamentiamo dei governi che nascondono le verità, del nuovo ordine mondiale, degli alieni, del sistema sanitario corrotto, dei banchieri.
Questa è la nostra vita: una lamentela continua che ci costringe ad attirare vibratoriamente proprio quelle situazioni che ci danno più fastidio, in quanto nel mettere l'attenzione su di esse forniamo loro ulteriore energia, materializzandole nella nostra vita.
Noi siamo dolori che vagano in cerca di una causa.
Viviamo in uno stato di perpetua insoddisfazione interiore e come conseguenza trascorriamo la vita attribuendo a cause esterne la nostra insoddisfazione attraverso l'uso costante della lamentela.
Se volete cambiare radicalmente la vostra vita, alzatevi una mattina e dite: "Oggi non voglio lamentarmi di nulla".
Ci riuscirete? No.
Ma riuscirete a vedere che vi lamentate in continuazione.
Riprovate il giorno dopo... e quello dopo... e quello dopo ancora.
Per mesi. Per anni, se necessario.
I risultati sono impagabili, tutta la vostra vita verrà trasformata:
il lavoro, il denaro, l'amore di coppia, il rapporto con i figli.

-Salvatore Brizzi-

.....Ha ragione .....

Buona domenica a tutti.

Alice


 

 
 
 

lager

Post n°64 pubblicato il 09 Giugno 2013 da alicelodice

 

L'orrore

Nell'orrore senza fine immortalato dalla telecamera nascosta nell'aula in cui Michele trascorreva le mattinate con le due maestre di sostegno, c'è solo uno squarcio di luce, che dura tre minuti esatti. Sono gli ultimi tre minuti di registrazione, dopo quattro giorni in cui quel piccolo occhio elettronico ha spiato gli insulti e le botte inferte all'alunno. Sono gli istanti della liberazione, quando un uomo con abiti eleganti entra nella stanza e, davanti alle due donne sconvolte, dice di essere lì per portare via il ragazzo. In tutta la sequenza non si vede mai il suo viso. E forse anche per questo, quel carabiniere senza volto diventa il simbolo della riscossa, la speranza che - nonostante tutta quella violenza - si possa ancora credere che i deboli non debbano finire sempre e comunque per essere schiacciati dai cattivi. Le immagini lasciano senza parole. Una delle maestre ha appena finito di colpire Michele al volto con una forbice, quando da una stanza vicina si sente una voce maschile. «Buongiorno». All'inizio sembra quasi imbarazzato. «Vieni con me, vieni con lo zio» dice rivolgendosi al ragazzo, che però resta immobile, nel timore di venire nuovamente rimproverato dalle maestre. Le educatrici lasciano la stanza. La voce maschile, gentile ma ferma, dice: «Signora, venga qua». Una delle donne prova a obiettare qualcosa, senza neppure ottenere risposta. Solo in quel momento l'uomo entra nel campo della telecamera. Indossa abiti scuri, giacca e cravatta. «Venga, si accomodi » dice a una delle maestre, indicandole la sedia accanto a Michele. Di colpo il suo tono di voce cambia, tradisce tutto il disprezzo per ciò che avevano fatto, per quelle violenze che la telecamera aveva trasmesso fino a pochi minuti prima. «Lui viene con i carabinieri - dice indicando il ragazzino - qualcosa non va?». La maestra prova a replicare, balbetta, ha paura. «Noi dobbiamo sapere... », azzarda. E allora, solo in quel momento, l'uomo senza volto rivela la sua identità: «Sono un carabiniere della procura della Repubblica», dice estraendo il tesserino da una tasca. Il tono di voce si alza ancora, una delle insegnanti tenta di obiettare e a quel punto il militare quasi si mette a urlare. «Non devo dare nessuna spiegazione!». Indica nuovamente la sedia, e ordina: «Lei si siede qua!». Poi, con tono più affettuoso, fa alzare Michele e lo accompagna fuori, dove lo attende lo zio. Si sente il ragazzo ridere, mentre le ultime immagini mostrano le maestre sconvolte, sedute nella stanza sotto lo sguardo di un secondo carabiniere, questa volta in divisa. «Gli investigatori sono stati straordinari - racconta il papà di Michele - quando sono usciti dalla stanza mio figlio e il carabiniere si sono incrociati di nuovo. E si sono abbracciati. "Ora sei al sicuro", gli ha detto».

 

 
 
 

Alice

Post n°63 pubblicato il 07 Giugno 2013 da alicelodice

 

 


Si alle telecamere nelle scuole.

 

 

Lavoro da quasi 18 anni in una scuola dell'infanzia e devo dire che nel tempo "USI E COSTUMI" sono davvero cambiati.
Ricordo il mio primo giorno di lavoro (io ho sempre lavorato negli uffici come impiegata....partendo da uno studio di commercialisti quando avevo 17 anni) in una scuola con due sezioni di bambini misti...non nego che ho avuto un po' di difficolta' inziali, pur essendo mamma, tanti bimbi così in una volta non li avevo mai visti!!!.....un po' sconfortata ma molto fiduciosa mi sn avvicinata a questo mondo in punta di piedi.....in silenzio....il rumore assordante lo facevano gia' i bambini ahhahaha.
Nel tempo ho imparato ad apprezzare sempre di piu' il mio lavoro.....i bambini sono un vero toccasana e poi sono puri, veri, spontanei...rarita' queste negli adulti.
Oggi come oggi guardo "indietro" e sn arcicontenta del mio lavoro,potendo dare un piccolo contributo alle famiglie nella difficile impresa di educare i loro bimbi, per farli diventare delle belle personcine in questo mondo tanto ammalato.
Tornando alle telecamere, sono assolutamente d'accordo rispetto alla installazione in tutte le scuole.....di qualsiasi ordine e grado peraltro.....ma siccome stiamo parlando di scuola dell'infanzia, è importante che vengano alla luce quegli episodi che spesso nn sappiamo nemmeno regnino sovrani in alcune scuole, dove c'è chi senza mezze misure abusa e maltratta i bambini della primissima e tenerissima eta'.
Le telecamere aiuterebbero tanto davvero, e sono certa che chi sorvegliasse le scuole, sarebbe in grado di capire se una messa a sedere di un bimbo in seguito a un richiamo dell'insegnate che agisce in questo modo per insegnare che a scuola esistono delle regole, non comprometterebbe nulla di quella che è la professionalita' e la devozione che ogni giorno si ha per i nostri piccoli cucciolotti......distinguere l'intervento educativo da quello di maltrattamento deve essere pero' opera di persone esperte,di pedagogisti, psicologi e forze dell'ordine uniti per il raggiungimento di un unico obiettivo, fermare chi discrimina le persone che ogni sacrosanto giorno eseguono il loro lavoro con la massima serieta' e rispetto, nei confronti delle famiglie che ripongono la loro fiducia nella scuola.



 

Buon week.

Alice

 
 
 

a domanda..risposta!

Post n°62 pubblicato il 25 Maggio 2013 da alicelodice

 

 

In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: 'Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?'
Gianni risponde: "Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti".
La maestra: "Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni".
Allora Gianni dice "Posso farle io una domanda adesso?"
La maestra: Va bene.
"Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?" L'insegnante arrossisce e risponde: "Suppongo la seconda... quella che ingoia il gelato fino al cono".
Gianni: "Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma... mi piace come ragiona"!!!
Morale : Lasciate che prevalga sempre la ragione.

 

Buon weekkkkkkkk!!!!!

Alice

 
 
 

ali

Post n°61 pubblicato il 18 Aprile 2013 da alicelodice

 

 

Sono soddisfazioni hahahahahahahahhahaha mannaggiaaaaa!!!!


State tutti bene??? Ciaooooo un abbraccio!

 

Alice

 
 
 

 

 

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I bambini imparano ciò che vivono e sentono!!

Se un bambino vive nella critica
impara a condannare.

Se un bambino vive nell'ostilità
impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell'ironia
impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna
impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza
impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell'incoraggiamento
impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà
impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità
impara ad avere una fede.

Se un bambino vive nell'approvazione
impara ad accettarsi.

Se un bambino vive nell'accettazione
e nell'amicizia
impara a trovare l'amore nel mondo

 

 

Guarda chi c'è!

 

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La prima grande regola della vita
è sopportare con pazienza cio' che
ci accade........


La seconda è rifiutarsi
di sopportare con pazienza....


La terza (la piu' difficile)
essere capaci di distinguere
fra le prime due!!!!

 

 

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