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La dieta anti-cellulite parte dalla cucina

Post n°1429 pubblicato il 18 Giugno 2013 da attilio_vg
 

La quantità di sostanze nocive dipende dal metodo di cottura Il pericolo di cellulite si nasconde nei cibi, dove assume le spoglie dei cosiddeti Ages (Advanced glycation end product), sostanze che si formano durante il processo di cottura e che danneggiano i tessuti connettivi. Ne hanno parlato gli esperti riunitisi a Roma in occasione del 34esimo congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica, da cui è però emerso che non esistono alimenti da considerare “buoni” o “cattivi” a prescindere. Infatti la quantità di Ages presente negli cibi che finsicono sulle nostre tavole dipende anche dal metodo di cottura utilizzato. Come ha spiegato Pier Luigi Rossi, docente di Scienza dell'Alimentazione e Medicina Preventiva all'Università di Bologna, gli Ages sono “composti molecolari aggressivi che agiscono sui recettori delle membrane cellulari dei fibroblasti, le cellule della pelle, sul collagene e sugli adipociti alterando il tessuto connettivo, il sistema venoso, arterioso e linfatico”. I loro livelli possono essere contenuti “seguendo una dieta a basso contenuto di zuccheri, privilegiando cibi crudi o cotti al vapore, riducendo il consumo di bevande zuccherate e cibi industriali”, il che significa limitare, ad esempio, il consumo di pastasciutta, della crosta del pane bianco, di carne arrosto, latte Uht e dolci cotti al forno, ma anche delle bevande light e dei dolcificanti, cui dovrebbero essere preferiti vegetali, latte fresco pastorizzato e tuti i cibi cotti al vapore o a fuoco lento. “Le scelte alimentari contribuiscono alla distribuzione del grasso in alcune aree del corpo e influenzano la struttura stessa dei tessuti, modificando la dieta si incide direttamente sulla qualità della pelle”, ha spiegato il chirurgo plastico Emanuele Bartoletti, presidente del congresso romano. “Il rischio”, ha precisato Rossi, “aumenta del 13% introducendo un milione di unità Age al giorno, in pratica l’equivalente di una fetta di torta o a 150 grammi di frittura o a 200 grammi di carne alla brace” e dato che “le conseguenze dell’accumulo di Ages nell’organismo non si vedono da giovani, ma cominciano a farsi sentire dopo i 35 anni”, anche in questo caso resta valido un antico consiglio: prevenire è meglio che curare.

 
 
 
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