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Il restauro di un'abbazia è il primo passo per risanare una ferita nel paesaggio dell'Italia centrale

Post n°6195 pubblicato il 15 Maggio 2011 da lucarossi82
 

CASTIGLIONE A CASAURIA, Italia - A poco p

Il restauro di un'abbazia è il primo passo per risanare una ferita nel paesaggio dell'Italia centrale


di
ELISABETTA POVOLEDO
- 4 maggio 2011Pubblicato in: USA
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

 

CASTIGLIONE A CASAURIA, Italia - A poco più di due anni dal terremoto che ha distrutto molte zone della regione Abruzzo, nell'Italia centrale, questa comunità di 900 anime normalmente poco rumorosa è diventata un alveare di attività.

Sotto assolati cieli d'aprile, residenti giovani e attempati si sono radunati per la tanto sospirata riapertura dell'Abbazia medievale di San Clemente, un amato punto di riferimento locale che è stato distrutto dal terremoto del 6 Aprile 2009, che ha ucciso più di 300 persone e ha lasciato decine di migliaia senzatetto.

Dopo due anni di Messe celebrate in tende, molti erano emozionati per il fatto che potessero far ritorno ad ambienti più consoni. Altre motivazioni erano più personali. «Questo era il nostro posto preferito per studiare,» ha affermato Domenico Cantamaglia, un diciannovenne all'ultimo anno delle Superiori, riferendosi al prato che circonda la chiesa. «E in estate, è uno dei posti più freschi dove ritrovarsi.»

Vincenza Di Benedetto, una donna del posto che rifletteva sul fatto che l'intenso movimento legato alle celebrazioni matrimoniali dovrebbe riprendere, ha detto: «Ammettiamolo, se non fosse stato per l'Abbazia, Castiglione apparirebbe a malapena sulla mappa geografica; è il biglietto da visita del paese. Coppie arrivavano da ogni dove, almeno così accadeva.»

Lo splendore recuperato dell'Abbazia, reso possibile grazie a donazioni coordinate del World Monuments Fund e di una fondazione locale di beneficenza, «aiuta a cancellare le immagini di pietre crollate e di un paesaggio ferito che pensavamo sarebbe stato difficile risanare,» ha dichiarato l'abruzzese Gianni Letta, il sottosegretario del Primo Ministro Silvio Berlusconi, che è stato molto coinvolto nel monitorare la ricostruzione dopo il terremoto. Ora, a distanza di due anni, ha affermato all'inaugurazione, «Quest'abbazia è più bella di quando ero ragazzo.»

Ma all'inaugurazione lo spirito celebrativo - stemperato dalla scomparsa prematura del direttore dei restauri solo pochi giorni prima - non ha calmato davvero il dibattito che è imperversato riguardo alla ricotruzione di edifici, monumenti e palazzi storici in Abruzzo. Il centro storico del capoluogo della regione, L'Aquila - la più grande città danneggiata dalle scosse, e una delle città italiane più ricche di storia, con le sue chiese e i suoi palazzi d'epoca rinascimentale e barocca - rimane il fantasma di sè stessa.

Dei 45 edifici che Berlusconi, subito dopo il terremoto, aveva presentato come una «lista di nozze» di monumenti feriti che sperava che governi stranieri avrebbero adottato e restaurato, la maggior parte rimane senza benefattori. Solo 13 sono stati adottati, di cui la maggioranza da parte di banche italiane e dalle loro fondazioni. E solo una manciata di governi stranieri - specialmente quelli di Francia, Germania, Russia e Kazakistan - hanno pagato di tasca loro per offrire un aiuto per i monumenti devastati della regione.

L'Abbazia di San Clemente è il primo - e finora l'unico - monumento dell'elenco di 45 che venga completamente restaurato, portando alcuni gruppi mediatici a dichiarare un fiasco clamoroso l'appello per ottenere fondi e solidarietà straniera attraverso la «lista di nozze».

Il governo degli Stati Uniti non ha alzato la posta in gioco, anche se si sono nutrite alte speranze, dopo che il Presidente Obama ha visitato il centro de L'Aquila coperto di macerie a luglio 2009, durante il vertice del G8, che era stato trasferito in fretta in questa regione da un'isola al largo della Sardegna in segno di solidarietà verso la popolazione colpita.

«Siamo tutti delusi per non aver ricevuto il sostegno di Obama, che sembrava carico di promesse,» ha detto il viceministro della Cultura, Francesco Maria Giro, che di recente ha ricordato la visita alle zone danneggiate dal terremoto da parte del presidente «in maniche di camicia». Anche se il governo degli Stati Uniti non ha fatto promesse definitive riguardo all'adozione di alcun monumento, «Devo ammetterlo, siamo un po' amareggiati,» ha dichiarato il signor Giro.

Gianni Chiodi, presidente della regione e commissario a capo della ricostruzione, ha rilevato che parecchie organizzazioni americane avevano «realizzato altri progetti» in Abbruzzo, inclusa l'assistenza agli studenti. E la città di New York sta attualmente ospitando la cosiddetta Madonna di Pietranico, una scultura del sedicesimo secolo che è stata seriamente danneggiata durante il terremoto. È in esposizione fino a giugno al Museo Italo Americano di Little Italy, che ha ricavato 100.000 dollari per il suo restauro.

Il dibattito nazionale sulla ricostruzione dopo il terremoto è stato violentemente polemico, più intensamente tra le amministrazioni locali e il governo delle regioni, ciascuno dei due in atteggiamento accusatorio nei confronti dell'altro per non aver atteso alle proprie responsabilità e ai propri doveri. Complicazioni burocratiche e scandali relativi ad alcuni appalti hanno rallentato i restauri e surriscaldato il dibattito pubblico.

In contrasto, il lavoro compiuto sull'abbazia romanica - fondata nel nono secolo e ricostruita nel dodicesimo secolo in stile romanico - è andato relativamente liscio.

Il restauro è consistito in particolare nel puntellare la struttura e poi nel rattoppare una parte ceduta del tetto, un timpano, che aveva lasciato un grosso buco nella navata principale e danneggiato un pulpito scolpito e ampi candelieri di pietra utilizzati come ceri pasquali. L'intera struttura è stata anche rinforzata per resistere a futuri movimenti sismici.

Meno di tre mesi dopo il terremoto, il World Monuments Fund aveva già trovato il denaro per il restauro dell'abbazia, scelta tra 45 altri edifici storici dopo che Bertrand du Vignaud , presidente del W.M.F. in Europa ha visitato il sito «ed è rimasto stregato dal luogo,» ha detto. Il finanziamento da parte del Fondo di circa un milione di dollari è stato abbinato alla Fondazione Pescarabruzzo, un'organizzazione assistenziale locale che il signor du Vignaud ha trovato tramite Google. Si è rivelato «un partner ideale,» ha affermato.

Ma il signor du Vignaud rimane sconcertato per gli ostacoli burocratici del paese. «Potrei trascorrere una vita intera a cercare di capire come funzionano le cose in Italia,» ha detto. Complicazioni legate al modo in cui procedono le cose in Italia possono rendere conto, in parte, dei ritardi nella ricostruzione, specialmente nel centro storico de L'Aquila, che Marisa Dalai Emiliani, presidente dell'Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, un istituzione che si occupa di ricerca culturale, ha definito «una città morta.»

Ci sono voluti mesi per iniziare a rimuovere le macerie dal centro storico de L'Aquila, gran parte del quale rimane interdetto all'accesso del pubblico, e la maggioranza degli edifici sono ancora ricoperti di impalcature.

Il governo centrale sostiene che gran parte di quello che è stato realizzato finora è stato di natura preparatoria. Inoltre, il governo è orgoglioso di aver fornito rapidamente alloggi temporanei in tutta la regione dopo il sisma, in modo che i senzatetto potessero vivere in condizioni relativamente accettabili durante quella che tutti si aspettavano che sarebbe stata una lunga ricostruzione. Dei 4,6 miliardi di dollari che il governo ha messo da parte per l'aiuto e la ricostruzione, sono stati già spesi circa 2 miliardi di dollari e 2,5 miliardi di dollari sono disponibili per quei comuni che hanno completato dei progetti generali.

«Non è vero che non abbiamo fatto nulla. Non è vero che siamo in ritardo con il programma,» ha detto il signor Letta all'inaugurazione. «Non esiste una bacchetta magica che possa accelerare le operazioni. Ma una volta che avremo finito, il centro de L'Aquila, come quest'abbazia, sarà più bello e più forte di prima.»

Una versione di quest'articolo è stata pubblicata il 5 maggio 2011, a pagina A8 dell'edizione di New York con il titolo: "Abbey's Restoration Is First Stitch to Heal a Gash in Central Italy's Landscape."

[Articolo originale "Abbey's Restoration Is First Stitch to Heal a Gash in Central Italy's Landscape" di ELISABETTA POVOLEDO]

 

 
 
 
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