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"È finita, Silvio, è inutile insistere"

Post n°6785 pubblicato il 20 Novembre 2011 da lucarossi82
 

<strong>Da Roma</strong> - Hanno dovuto contare e ricontare per bene: i conti, a prima vista, non tornavano. Venerdì 4 novembre, appena rientrato dal G20 di Cannes, che ha stabilito di mettere l'Italia sotto la tutela degli esperti del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea che si incaricheranno di "verificare" l'avanzamento delle riforme promesse, Silvio Berlusconi si è rinchiuso nella sua residenza romana a Palazzo Grazioli con i suoi più stretti collaboratori.

"È finita, Silvio, è inutile insistere"

di

Philippe Ridet

- 12 novembre 2011Pubblicato in: Francia
Traduzione di ItaliaDallEstero.info Print FriendlyStampa

Le Monde

Da Roma - Hanno dovuto contare e ricontare per bene: i conti, a prima vista, non tornavano. Venerdì 4 novembre, appena rientrato dal G20 di Cannes, che ha stabilito di mettere l'Italia sotto la tutela degli esperti del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea che si incaricheranno di "verificare" l'avanzamento delle riforme promesse, Silvio Berlusconi si è rinchiuso nella sua residenza romana a Palazzo Grazioli con i suoi più stretti collaboratori. Loro non gli hanno nascosto la gravità della situazione. "Silvio, gli hanno detto, in questo momento, tu non hai più la maggioranza al Parlamento".

Presuntuoso ed ottimista per natura, il presidente del consiglio ha giurato che avrebbe tenuto fino alla primavera del 2013, scadenza ufficiale del suo terzo mandato. "Devi ritirarti", gli consigliano da alcune settimane i suoi amici più cari. "A torto o a ragione, il problema dell'Italia, sei tu", gli ha spiegato il Ministro dell'economia, Giulio Tremonti. "E' finita, è inutile insistere" ha rilanciato domenica 6 novembre Roberto Maroni, Ministro dell'interno e membro della Lega Nord.

Sabato 5 novembre, quando 100mila manifestanti del Partito Democratico (centro-sinistra), riuniti nella capitale italiana, hanno richiesto le sue dimissioni, palazzo Chigi - il Matignon transalpino - ha pubblicato il suo perpetuo comunicato: "Il governo va avanti".

IN ITALIA "I RISTORANTI SONO PIENI"

Chi può crederci ancora? A Cannes, i grandi del pianeta l'hanno snobbato. Se hanno diplomaticamente salutato gli sforzi fatti dall'Italia per raggiungere il pareggio del budget entro il 2013, o perfino 2012, e di ridurre il suo enorme debito pari a 1900 miliardi di euro (il 120% del PIL), non si fidano di questo Berlusconi che non vuole vedere tale debito perché, come dice lui, "In Italia i ristoranti sono pieni". Berlusconi può misurare quello che ormai lo separa dai suoi pari. In passato, i capi di Stato facevano la fila per i suoi inviti a Villa Certosa in Sardegna. Oramai evitano lui e quello che rappresenta.

Nessun incontro bilaterale sul suo programma, ma riunioni umilianti dove, come un cattivo alunno della zona euro, lo hanno obbligato a darsi da fare. Barack Obama gli ha concesso solamente una pacca sulle spalle, quando si sono incrociati davanti all'ascensore del Carlton. Il presidente americano andava a fare jogging. Silvio Berlusconi, 75 anni, risaliva nella sua stanza. Questa volta, nessuna foto tra il Primo Ministro cinese e il Presidente americano per dimostrare all'opinione pubblica italiana che il suo posto è sempre in mezzo ai primi. Lo si è visto sorridere, con l'aria un po' sprovveduta, per dare l'impressione di partecipare ad una conversazione da cui Barack Obama e Angela Merkel lo tenevano scrupolosamente alla larga.

LE DISERZIONI SI MOLTIPLICANO INTORNO A LUI

I perdenti sono soli. Da molti giorni, le diserzioni si moltiplicano intorno a lui. Come al principio di una tappa di montagna del Tour de France, sbucano fuggitivi da ogni parte. Tre deputati del suo partito, il Popolo della Libertà (PDL), sono passati con armi e bagagli tra i centristi di Pierferdinando Casini. Altri sei hanno firmato una lettera nella quale gli domandano "di ritirarsi" per permettere la formazione di un nuovo governo. Un'altra ventina d'altri sarebbero pronti a formare un gruppo indipendente. L'Italia sembra tornata ai tempi della "prima Repubblica", prima dello scandalo di Tangentopoli dell'inizio degli anni '90, quando i governi si facevano e si disfacevano al bar di Montecitorio, il Parlamento nazionale, o nelle sale private dei ristoranti dei dintorni.

Secondo la stampa italiana, il presidente del consiglio non disporrebbe che di circa 310 voti sicuri in Parlamento (su 630). Una miseria in confronto ai 344 deputati che lo sostenevano all'inizio del terzo mandato, nella primavera del 2008. In passato, il "Cavaliere" è sempre riuscito a richiamare i ribelli alla disciplina: le promesse di una carica, di un'onorificenza o di una nuova candidatura giungevano al termine di un eccesso di rabbia. Stavolta anche Denis Verdini, dirigente del PDL, l'uomo che è sempre riuscito a far rientrare i frondisti, ha dovuto confessare che i nuovi ribelli sono "coriacei". Non ha più molte posizioni da offrire al governo. E la promessa di una posizione eleggibile nelle liste elettorali non è più una garanzia, quando il Presidente del Consiglio "vale" meno del 22% nell'indice di gradimento nei sondaggi.

"Li incontrerò uno per uno", ha promesso Silvio Berlusconi. E quando gli analisti concordano nel pensare che la crisi di credibilità dell'Italia sia colpa sua, si aggrappa all'idea che l'Italia lo proteggerà. Lui vuol credere che nessuno si assumerà il rischio di fare vacillare l'Italia nel caos politico che si sommerebbe all'incertezza finanziaria. Ha predetto: "Quelli che oggi abbandonano la maggioranza tradiscono l'Italia". Ma tutto ormai può succedere. Sotto il suo naso, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consulta i dirigenti dei principali partiti politici per verificare se ci sono le condizioni per un nuovo esecutivo. Senza Silvio Berlusconi, evidentemente.

SI DIMETTERÀ PRIMA DI ESSERE MESSO IN MINORANZA?

La sola domanda da porsi è ormai questa: quando cadrà? Martedì 8 novembre, quando il Parlamento dovrà votare ancora una volta sul rendiconto del bilancio 2010 dello Stato italiano, già rifiutato una prima volta un mese fa? Alla fine del mese, quando le misure presentate al G20 arriveranno davanti alla camera dei deputati? Si dimetterà prima di essere messo in minoranza o vorrà sfidare i suoi avversari con un ennesimo voto di fiducia per guardare negli occhi i suoi "traditori"?

E dopo... Tutti gli scenari sono possibili. I nomi dei suoi successori circolano. Alcuni sostengono Gianni Letta, storico braccio destro del "Cavaliere", che potrebbe garantirgli una tregua sul piano giudiziario. Altri, Giulio Tremonti, Ministro dell'economia, che ha il sostegno della Lega Nord. Per altri ancora, il "salvatore" non potrà essere che Mario Monti, ex-commissario europeo e rettore dell'Università Bocconi di Milano, un tecnico vicino al centro-sinistra, ma apprezzato a destra per il rigore e la discrezione.

La caduta sembra ineluttabile e per apprezzarne l'ampiezza, si impone un passo indietro, fino al momento in cui, senza saperlo ancora, Silvio Berlusconi camminava sul bordo del precipizio. Siamo al 25 aprile 2009, ad Onna, una piccola località dell'Abruzzo, vicinissima a L'Aquila, quasi interamente distrutta dal terremoto che è costato la vita a 309 persone, tre settimane prima. In questa occasione, il "Cavaliere" ha potuto fare dimostrazione di tutto il suo talento. Imprenditore, ha promesso nuove case per tutti. Compassionevole, ha saputo consolare, rassicurare, prendere su di sé il dolore dei compratioti.

DALLA VETTA, CADRÀ POI COME UN SASSO

Ma questo 25 aprile, giorno della commemorazione della liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista, ha fatto ancora di più passandosi intorno al collo il fazzoletto dei partigiani. Questo gesto è stato un "vero" colpo politico, un equivalente peninsulare transalpino dell'apertura a sinistra di Nicolas Sarkozy dopo la sua elezione. Gli italiani, stanchi di decenni di questioni storico-politiche tra vecchi comunisti ed ex fascisti, hanno apprezzato il gesto. E se fosse nato un capo di stato? I sondaggi gli accordano circa il 70% dell'indice di gradimento. Una settimana più tardi, esplode il primo scandalo sessuale. E' dalla cima di questa vetta che poi cadrà giù, come un sasso.

Venerdì 4 novembre, di ritorno dal G20 di Cannes, l'aereo del Presidente del Consiglio avrà probabilmente sorvolato la città di Genova dove un nubifragio ha causato la morte di sei persone, tra cui due bambini, una settimana dopo che undici persone nelle cinque terre sono state travolte dall'inondazione. Silvio Berlusconi aveva fretta di rientrare a Roma per fare e rifare i conti dei parlamentari che gli sono ancora fedeli. Non si è ancora fermato.

[Articolo originale ""C'est terminé, Silvio, inutile de t'accrocher"" di Philippe Ridet]

http://italiadallestero.info/archives/12923

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