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Un blog creato da biondinaebirichina il 27/08/2006

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CORREVA L' ANNO......

Post n°58 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da biondinaebirichina
 
Tag: MITI

 

immagineE' il 27 giugno 1980 quando Bob Marley allo Stadio Meazza di Milano incontra l'Italia per il primo dei suoi due unici concerti che terrā, in tutta la sua carriera, nel nostro paese (l'altro si svolgerā il giorno dopo allo Stadio Comunale di Torino). E per molti versi quell'evento sembra da congiunzione astrale: l'Italia č reduce da una terribile stagione di concerti, fatta di contestazioni sul prezzo del biglietto, di 'autoriduzionisti' che cercavano ' con le buone o con le cattive ' di garantirsi un posto gratis ai concerti, di inevitabili scontri, anche duri, con la polizia. Incidenti pių o meno gravi si erano verificati, tra cui il famoso incendio del palco appiccato durante un concerto di Carlos Santana.

 

In questo clima non certo rasserenante, l'arrivo di Marley in Italia ' grazie al lavoro svolto dal promoter Franco Mamone ' aveva un significato non solo musicale: riapriva le porte a una futura stagione di concerti internazionali, inaugurandola con quello che a tutti gli effetti era un vero e proprio evento. Bob Marley non era solo un musicista, era un simbolo: Bob Marley era il reggae, una musica nuova ' per l'Italia ' che parlava e predicava ritmi lenti, libertā, pace, orgoglio, appartenenza, comunione, redenzione. Marley era il sacerdote musicale del Rastafarianesimo, la dottrina religiosa che vedeva nel sovrano regnante in Etiopia, Hailč Selassič, il Grande Padre di tutti i rastafariani, e in quella terra la terra promessa verso cui tornare. I Rastafariani facevano ampio uso di marijuana, che loro consideravano 'naturale' paragonandola agli artifici del normale tabacco o ad altre droghe ottenute per sintesi chimica.

 

immagineL'arrivo di Marley fu per l'Italia l'arrivo di una rivoluzione: riprova ne fu il fatto che all'artista venne concesso lo Stadio Meazza, per la prima volta adibito a ospitare un evento non sportivo. Nel 1980 la struttura non aveva ancora il terzo anello, e a dire il vero, neanche i seggiolini colorati nel primo anello, che arrivarono soltanto nel 1986. A Milano confluirono quelle che dalle cronache del tempo furono riportate come 80/100 mila persone, forse sovrastimando le cifre reali: il promoter disse di aver venduto, tra Milano e Torino, 110 mila biglietti, ma č anche vero che non furono pochi quelli che riuscirono a entrare scavalcando ai cancelli dello stadio. Fatto sta che giā dal primo pomeriggio lo stadio era praticamente pieno: l'attesa sotto il sole cocente venne alleviata con un espediente per i tempi nuovo, ossia bagnando il pubblico con getti d'acqua spruzzati in aria sopra le sue teste. Poi venne il momento dei supporter: il bluesman romano Roberto Ciotti, prima, un Pino Daniele rivelazione dopo (il 1980 č l'anno in cui esce uno dei suoi capolavori di sempre, 'Nero a metā'), fino al funk bianco della Average White Band, decisamente mal sopportata dal pur tendenzialmente pacifico pubblico del Meazza, che non esita a dedicarsi per un po' al lancio improvvisato di oggetti. Una densa nuvola azzurrina di fumo intanto si alza sullo stadio, risultato delle 'canne' fumate con generositā dal pubblico. Il sole č ormai tramontato quando sul palco, insieme ai Wailers, salgono le I-Threes, le tre coriste di Marley: Marcia Griffiths, Rita Marley and Judy Mowatt. Il concerto prende il largo con una serie di brani preparatori all'arrivo del re del reggae: 'Precious world', 'Slave queen', 'Stepping out of Babylon', 'That's the way Jah planned it'. Ormai č il momento di Marley, che sale sul palco per introdurre 'Natural mystic' accolto da un'ovazione. Il suo fisico č giā minato dal terribile male che in meno di un anno lo condurrā sotto terra, ma quella sera quanti sono al concerto applaudono inconsapevoli ad un Marley trascinante e ispirato. 'Natural mystic', 'Positive vibration', 'Revolution', 'I shot the sheriff', 'War/No more trouble', 'Zimbabwe', 'Jammin'', 'No woman no cry', 'Zion train', 'Exodus' sono i pilastri di quella storica esibizione. Al primo stop della musica seguono quasi 10 minuti di applausi, nel mezzo dei quali la band torna sul palco. La musica ricomincia, ed č una successione di successi micidiale: 'Redemption song', 'Could you be loved', 'Work', 'Natty dread', 'Is this love', 'Get up, stand up', 'Coming in from the cold' e ancora 'Lively up yourself' a chiudere definitivamente la serata. Marley esce dal Meazza consapevole di aver conquistato l'Italia con la sua musica e il suo messaggio: il suo concerto del 27 giugno 1980 rimarrā iscritto nella storia, tanto da essere ancora oggi l'unico evento non sportivo citato sul sito ufficiale dello Stadio Meazza tra quelli ospitati in quel luogo. 

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