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Il moderno DNA di Neanderthal
Post n°2905 pubblicato il 12 Maggio 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet 05 ottobre 2018 L'eredità Neanderthal che ci protegge dai virus © SPL/AGF Ben 152 varianti geniche che ci proteggono da virus sono un'eredità dell'incrocio tra Neanderthal ed esseri umani moderni. Arrivati in Eurasia centinaia di migliaia di anni prima degli Homo sapiens, i Neanderthal avevano avuto il tempo di evolvere difese contro virus presenti in Europa e in Asia ma non in Africa, un vantaggio adattativo che ha assicurato la permanenza di quelle varianti nel nostro genoma I Neanderthal ci hanno lasciato un'eredità genetica positiva: un cospicuo numero di mutazioni in alcuni geni che offrono prote- zione da molti virus a RNA. La scoperta - fatta dai biologi evoluzionisti David Enard, dell'Università dell'Arizona a Tucson, e Dmitri A. Petrov, della Stanford University, e illustrata su "Cell" - è un'ulteriore conferma dell'importanza del patrimonio genetico che abbiamo ereditato dai nostri cugini estinti. fatto in tempo a incrociarsi con la nostra specie, che aveva da poco iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Le tracce di questo incrocio sono presenti in buona parte delle popolazioni non africane, e rappresentano in media circa il 2 per cento del genoma. Alcune di queste tracce, inoltre, sonomolto più diffuse di altre, tanto da suggerire che la loro persistenza sia legata a un vantaggio evolutivo. Analizzando i circa 4500 geni che negli esseri umani moderni interagiscono con i virus attraverso le proteine che producono, e confrontandoli con il database dei geni neanderthaliani identificati finora, Enard e Petrov hanno individuato 152 sequenze di DNA tipiche dei Neanderthal. Probabilmente i Neanderthal contagiarono i primi esseri umani moderni arrivati in Eurasia con i virus a RNA tipici del continente, ma grazie al mescolamento delle popolazioni trasmisero loro anche le difese genetiche che avevano sviluppato, secondo un modello detto "veleno-antidoto" (Cortesia Enard & Petrov / Cell) Una serie di test ha permesso di concludere che le proteine espresse da quei geni di origine neanderthaliana offrono una certa protezione dalle infezioni dovute a diversi tipi di virus a RNA. In particolare, le proteine prodotte dalle varianti neanderthaliane interferiscono con il ciclo di replicazione del virus all'interno della cellula infettata, impedendone quindi la riproduzione e la capacità di infettare a cascata sempre più cellule. centinaia di migliaia di anni, un tempo sufficiente perché il loro sistema immunitario evolvesse delle difese contro virus presenti in Europa e in Asia ma non in Africa. "Gli esseri umani moderni - ha detto Enard - hanno 'preso in prestito' le difese genetiche già presenti nei Neanderthal senza dover aspettare che si sviluppassero le loro mutazioni adattative, che avrebbero richiesto molto più tempo." (red) |
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