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Messaggi di Gennaio 2019

Kazuo Ishiguro

Post n°1868 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

 

Kazuo Ishiguro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera


Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la letteratura 2017

Kazuo Ishiguro (カズオ・イシグロ? o 石黒 一雄 Ishiguro Kazuo?Nagasaki

 8 novembre1954) è uno scrittore britannico di origine giapponese,

 vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2017.

Biografia

Di origine giapponese, all'età di sei anni si trasferì con la famiglia

 nel Regno Unito. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere

 temporaneo, divenne definitivo. Si laureò nel 1978 in letteratura 

filosofia. Frequenta anche corsi di scrittura creativa, avendo tra

 gli insegnanti Malcolm Bradbury e A. Carter. Divenne cittadino

 britannico nel 1982 abbandonando definitivamente la cittadinanza

 giapponese. Attualmente vive a Londra con la moglie scozzese,

 Lorna MacDougall, assistente sociale, e la loro figlia Naomi, nata

 nel 1992.

Scrive in lingua inglese e si firma col cognome preceduto dal nome.

 Ha anche modificato la grafia giapponese del suo nome, che era

 石黒 一雄 (Ishiguro Kazuo), eliminando gli ideogrammi e utilizzando

 l'alfabeto fonetico katakana come si fa inGiappone per le

 traslitterazioni di nomi stranieri.

Retaggio e poetica

Discutendo del suo retaggio giapponese e la rispettiva influenza sulla propria formazione, l'autore afferma: "Non sono completamente come gli inglesi perché sono stato cresciuto da genitori giapponesi in un ambiente domestico di lingua giapponese. I miei genitori non si resero conto che saremmo rimasti in questa nazione per così tanto tempo, e si sentirono responsabili di tenermi in contatto con i valori giapponesi. Ho quindi radici distinte. Penso differentemente, la mia prospettiva è sottilmente differente."[7] Quando gli viene chiesto in quale misura si identifichi giapponese o inglese, lo scrittore insiste: "La gente non è per due terzi una cosa e per il resto qualcos'altro. Temperamento, personalità, o modo di vedere non si dividono affatto così. I pezzi non si separano chiaramente. Finisci per essere una stramba miscela omogenea. Questo diventerà più comune nella seconda parte del secolo - persone con ascendenze culturali miste, e un miscuglio di sfondi razziali. Così va il mondo."

Nel 1986 ha vinto il premio Withbread per il suo secondo romanzo: 

Un artista del mondo fluttuante. Nel 1989 ha avuto un nuovo

 prestigioso riconoscimento, il premio Booker, per il suo romanz

Quel che resta del giorno dal quale è stato tratto il film omonimo

 di James Ivory.

Nel 2005 vince il Premio Alex con Non lasciarmi (Never Let Me Go).

 Anche questo romanzo è diventato un film omonimo, con la regia

 di Mark Romanek (2010). Nel 2017 vince il

 premio Nobel per la letteratura.

Il suo interesse per la letteratura nasce nei primi anni Sessanta,

 quando scopre i romanzi di Arthur Conan Doyle, in particolar

Il mastino dei Baskerville. Ma è la musica a coinvolgerlo di più

 durante l'adolescenza. Dai cinque ai dodici anni studia pianoforte,

 quindi segue le orme dei suoi idoli Dylan e Cohen, incominciando

 a scrivere canzoni. A vent'anni, la lettura

di Dostoevskij e Charlotte Brontë lo consacra definitivamente alla

 letteratura. Ishiguro non è uno scrittore prolifico per scelta.

Come ha rivelato a «Der Spiegel» nel 2005, scrivere velocemente

non è una sua priorità, perché è preferibile creare un'opera che

 si distingue, piuttosto che contribuire alla quantità dei libri pubblicati. 

Deplora inoltre la tendenza dell'educazione contemporanea a reprimere

 la naturale immaginazione dei bambini a favore di capacità esclusivamente

 utilitarie finalizzate al mondo del lavoro.

Produzione letteraria

Con Rushdie e Kureishi fa parte del gruppo di scrittori, di origini

 diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese

 più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d'origine.

 La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte

 con infinita cura, ricorda i grandi romanzieri nipponici classici.

 "Con una prosa sorvegliatissima, appresa leggendo Cechov e altri

 classici europei dell'Ottocento, facendo leva su poeticissime metafore,

 lo scrittore fissa le speranze e le paure di antieroi quasi sempre

 incapaci di fare davvero i conti con la realtà, costretti a sopravvivere

 aggrappandosi a sbiaditi ricordi. (...) Un'apparente cesura si produce

 nella produzione tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo

 secolo, quando Ishiguro inizia a esplorare nuovi territori. Il narratore

si apre, almeno in apparenza, alla dimensione della favola spesso

 nera dell'utopia negativa di cui furono maestri Huxley e Orwell,

 affrontando le scomodissime domande poste dagli inarrestabili

 progressi dall'ingegneria genetica".

Uno dei suoi primi romanzi è Un artista del mondo fluttuante, che

ricostruisce l'ambiente del Giappone nel primissimo dopoguerra.

 Il titolo originario inglese - An Artist of the Floating World - è assai

più vicino alla tradizione giapponese di quanto sia desumibile dalla

traduzione italiana, facendo riferimento a quel mondo fluttuante così

 caro a intere generazioni dibunjin (intellettuali), scrittori e pittori

nipponici. Il romanzo è un omaggio alla sua cultura d'origine ma anche

 alla storia della sua famiglia, originaria della città così duramente

provata dalle conseguenze dell'esplosione nucleare.

Il suo settimo romanzo, Il gigante sepolto (The Buried Giant),

 è uscito il 3 marzo 2015, pubblicato negli USA e nel Regno Unito

 contemporaneamente. Dopo dieci anni di silenzio, Ishiguro scrive

 un romanzo mitologico, sulle orme di Tolkien, ambientato nella

 Britannia del V secolo, con orchi, draghi e giganti - e, per la prima

 volta nelle sue storie, scene cruente di violenza improvvisa e letale:

 "Preciso, essenziale, lirico e appena un po' strano, l'idioma del

 Buried Giant appare universale come il suo tema... In questa

parabola mesmerica di rimembranza, remissione e vendetta, durante

 una fragile tregua fraBritanni e Sassoni dopo la partenza dei romani,

le carneficine sono rare, ma quando avvengono, sono di una calamità

 straziante." Tuttavia l'autore non trasforma la Britannia dei secoli bui 

in Terra di Mezzo, ma presenta piuttosto un romanzo palesemente

 storico, in "una miscela promiscua di influenze e periodi".

 

Non lasciarmi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

.

Non lasciarmi

Titolo originale

Never Let Me Go

Autore

Kazuo Ishiguro

1ª ed. originale

2005

1ª ed. italiana

2006

Genere

romanzo

Sottogenere

ucroniadistopia

Lingua originale

inglese

Non lasciarmi (Never Let Me Go) (2005) è un romanzo ucronico 

dello scrittore britannico di origini giapponesi Kazuo Ishiguro.

La storia è ambientata in un presente alternativo distopico ed è

 raccontata sotto forma di flashback dalla protagonista del libro,

 Kathy. Il titolo si riferisce ad una canzone, Never Let Me Go, 

della cantante Judy Bridgewater, che colpisce profondamente Kathy.

Il Time ha giudicato quest'opera come il migliore romanzo del 2005 

e l'ha inserito nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese

 pubblicati dal1923 al 2005.[1] Nel 2010 ne è stato tratto un

 omonimo film diretto da Mark Romanek.

È stato pubblicato per la prima volta in italiano nel 2006.

Trama

Kathy, Tommy e Ruth sono tre alunni di Hailsham, un collegio 

immerso nella campagna inglese e completamente isolato dal

 mondo esterno. La loro educazione è affidata a dei tutori, che

 impartiscono loro lezioni di artestoria e letteratura e incoraggiano

 la loro creatività: i loro lavori migliori vengono infatti selezionati

 dalla misteriosa "Madame" per essere conservati nella sua "galleria".

 In questo ambiente, apparentemente idilliaco, i tre ragazzi crescono

sviluppando un legame che durerà per tutta la vita: Ruth e Kathy

 stringono una forte amicizia, mentre Tommy, pur nutrendo grande

 simpatia per Kathy, si fidanza con Ruth.

In seguito, i tre ragazzi lasciano Hailsham per andare a vivere nei

"Cottages" (fattorie in campagna dove passano le giornate in ozio

mantenuti dallo Stato - e con una relativa libertà) prima di

diventare "donatori"; questo infatti è il loro destino sin dalla

nascita: sono dei cloni umani creati in laboratorio per donare

 i propri organi agli umani malati. Nonostante questo i tre amici

 continuano a vivere con fatalismo e a sperare in un futuro diverso,

 che permetta loro di trovare un lavoro normale, il vero amore, e

 magari un rinvio delle donazioni. L'atmosfera però non è più quella

spensierata dell'infanzia, e i rapporti fra di loro iniziano a logorarsi

 sinché dopo un litigio Kathy decide di abbandonare i cottages e

 gli amici e diventare "assistente", cioè di occuparsi dei donatori

 prima di diventarlo lei stessa.

Qualche anno dopo Kathy incontra per caso in ospedale Ruth,

ormai donatrice. Dopo qualche difficoltà iniziale le due ragazze

 recuperano la vecchia amicizia e vanno a trovare Tommy, che

 nonostante abbia subito già due donazioni sembra stare relativamente

bene. Ruth, che ormai sente di essere vicina alla morte si scusa con

 Kathy per averla sempre tenuta lontano da Tommy, nonostante sapesse

 che loro due erano sempre stati innamorati l'uno dell'altra, e consegna

loro l'indirizzo di "Madame" per chiedere un rinvio alle donazioni.

 Quando Ruth muore Kathy va a cercare Tommy e diventa sua assistente.

I due riescono finalmente a coronare il loro amore, ma sentono che il

loro tempo a disposizione sta ormai per finire. Per ottenere un rinvio per

 Tommy i due ragazzi decidono di rivolgersi alla misteriosa "Madame"

di Hailsham, convinti che il loro amore e i bei disegni del ragazzo

sarebbero stati sufficienti a convincerla. L'incontro con Madame sarà

però una cocente delusione: il loro destino non è modificabile.

Scoprono inoltre che Hailsham era parte di un esperimento per

dimostrare che anche i cloni hanno un'anima e una sensibilità artistica,

 ma che nonostante l'esperimento abbia avuto successo il mondo

 non ha voluto rinunciare alle donazioni e ha deciso di chiudere la

 scuola. I due ragazzi, rassegnati, lasciano allora la casa di Madame

 e si preparano ad affrontare il loro destino.

Riconoscimenti

Il Time ha giudicato quest'opera come il migliore romanzo del 2005

 e l'ha inserito nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese

 pubblicati dal 1923 al 2005. Nel 2006 ha vinto la quarta edizione del 

Premio letterario Merck Serono e nel 2005 è stato finalista al

 Man Booker Prize. In italiano, vedi: S. Manferlotti, "Lo scacco della

scienza per Ishiguro", in S.M., "Dal Mattino. Note per la letteratura 1989-2011",

 Napoli, Pironti, 2012, pp. 115-16.

Adattamento cinematografico

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Lo stesso argomento in dettaglio: Non lasciarmi (film).

Nel 2010 dal romanzo è stato tratto un omonimo film diretto da Mark Romanek

 e con protagonisti Carey MulliganKeira Knightley e Andrew Garfield

 

 

 
 
 

"Nel mondo della Gerusalemme" di Giovanni Getto....

Post n°1867 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Biblioteca Olivelli

Il presente testo è una bellissima critica

della "Gerusalemme liberata " di Tasso. 

Nel primo capitolo, "Goffredo e il tema

epico-religioso" leggiamo:

"La guerra santa non rappresenta, per

l'autore della "Gerusalemme Liberata",

un semplice pretesto. La sua funzione

nel poema non si limita a quella di una

cornice esteriore o di una impalcatura

artificiosa. La guerra, fra l'altro, condiziona

in maniera essenziale lo spazio ed il tempo

costitutivi dell'azione o dell'intreccio di azioni

che si sviluppano lungo i 20 canti.

E' la guerra che divide lo spazio in due parti:

lo spazio cristiano e lo spazio pagano; e

ancora: lo spazio dominato dal fragore delle

armi e lo spazio remoto dalla battaglia.

Senza la guerra le vicende di amore di Tancredi

e Clorinda, di Erminia e Tancredi, di Rinaldo e

Armida perderebbero la loro caratteristica

essenziale, e ne anfrebbe dissipata la loro

nuovissima poesia. Ed è sempre questa

realtà che determina il tempo "inquieto"

proprio dei personaggi tassiani, il tempo di

Solimano e di Erminia, di Rinaldo e di Tancredi.

La dinamica di queste figure verrebbe meno

se dovesse mancare l'occasione poetica della

guerra. Così la finalità religiosa della crociata

conferisce una dimensione cosmica alla prospettiva

del poema, spalancando la vastità dei cieli l

uminosi e degli abissi sotterranei, e animandoli

di misteriose presenze angeliche e demoniache.

Ma la guerra in se stessa, così come la religione,

in quanto realtà tecnica o spettacolare o principio

di determinate reazioni affettive, non manca di

suscitare un'impegnativa attenzione da parte

del oeta. Ed è nel personaggio di Goffredo che

si concentra, come in un punto di rifrazione,

questo fondamentale tema epico-religioso.......

per il suo totale distacco da ogni umana passione:

non gloria, non potenza, non oro attrae

il generoso guerriero ma solo lo sprona la fede

e lo zelo religioso

 
 
 

La Gerusalemme Liberata..

Post n°1866 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

 Torquato Tasso presentaLa Gerusalemme Liberata 

come il maggiore poema scritto in

versi endecasillabi raggruppati in 20 canti di

lunghezza variabile.

Tasso iniziò probabilmente a scrivere l'opera

all'età di 15 anni con il titolo diGierusalemme tra

il 1559 ed il 1560 durante il soggiorno a Venezia,

ma si fermò a 116 ottave, ben meno dei venti canti

della Gerusalemme liberata, composta in seguito.

La Gerusalemme liberata vera e propria, completata

dall'autore nel 1575, fu pubblicata a Venezia senza

l'autorizzazione del poeta nell'estate del 1580 da

Celio Malespini con il titolo di Goffredo, presso

l'editore Cavalcalupo. L'edizione presentava molti

errori e soltanto quattordici canti.

L'anno successivo l'opera sempre lontano dal controllo

del suo autore, ancora rinchiuso nell'Ospedale di

Sant'Anna, fu pubblicata integralmente presso l'editore

Viotti per cura di Angelo Ingegneri prima a Parma e poi

aCasalmaggiore. Pochi mesi dopo, il 24 giugno 1581,

usciva a Ferrara la prima edizione autorizzata dal Tasso,

per i tipi di Baldini e a cura di Febo Bonnà.

Uscito da Sant'Anna per mediazione del principe di

Mantova Vincenzo Gonzaga, il poeta rimise mano

all'opera e la riscrisse da cima a fondo: espungendo

gran parte delle scene amorose, accentuando il tono

religioso e epico della trama, eliminando alcuni episodi.

L'opera venne finalmente pubblicata nel 1593, col nuovo

titolo di Gerusalemme conquistata (con dedica al cardinale 

Cinzio Aldobrandini, nipote del papa), opera che, dato il

notevole rimaneggiamento, viene generalmente

considerata separatamente.

La prima edizione illustrata della Gerusalemme

Liberata fu stampata a Genovanel 1590. Il volume

comprende venti incisioni con scene del poema, in

parte diAgostino Carracci e in parte di Giacomo Franco,

tratte da disegni di Bernardo Castello. Agostino Carracci

incise, sempre su disegno del Castello, anche il frontespizio

del libro, dove compare un ritratto del Tasso.

La stesura della Gerusalemme

liberata

Nel 1565 Tasso arrivò alla corte di Ferrara e poté

godere di piena tranquillità così da potersi dedicare,

come già Ariosto eBoiardo, alla composizione di un

poema epico per la casata d'Este. Il progetto era molto

antico nella fantasia del poeta: Tasso, da ragazzo

aveva infatti pubblicato già un Rinaldo, romanzo in

ottave scritto a ridosso della stampa del poemaAmadigi 

(altro romanzo in ottave composto dal padre Bernardo

 nel 1560 e del quale il piccolo Torquato aveva corretto

le bozze), e poi si era dedicato al Gierusalemme, poema

epico destinato a interrompersi: ce ne resta un canto

e mezzo.

Anche dopo le vicende editoriali travagliate dei primi

anni Ottanta, descritte più sopra, Tasso continuerà a

non essere soddisfatto del testo lamentando di non

averlo mai reso conforme alla sua volontà. Sarà da

notare che se il Tasso accolse poche delle critiche

mosse dai suoi censori, tuttavia fra il testo originale

e quello andato poi in stampa, delle differenze

vi furono: il caso più noto è quello del viaggio della

nave della Fortuna che in origine iniziava in Levante

e giungeva in America mentre, nella stampa, termina

alle Canarie, taglio che rende l'intero episodio più

coerente al criterio dell'unità aristotelica che era il

punto caldo delle discussioni fra il poeta e i suoi

censori. Queste ottave ora mancanti, come ancora

quelle del viaggio dell'aquila o quelle della visione

di Rinaldo, sono raccolte sotto il nome di 'ottave

estravaganti' e sono un grande documento del travaglio

compositivo del poeta stesso. La Gerusalemme liberata

 è divisa in 20 canti e comprende 1917ottave; i 20

canti sono raggruppati in 5 parti, che corrispondono

ai 5 atti della tragedia classica.

Mentre la sua fama dilagava, il poeta, già nel

carcere di Sant'Anna, pensava ad un rifacimento

dell'opera intera. Vi lavorò assiduamente dopo

la scarcerazione licenziando nel 1593 a Roma la 

Gerusalemme Conquistata, opera complessa e

perfettamente coerente al modello omerico e

al cattolicesimo tridentino, che il Tasso chiamò

'la sua figlia prediletta', sebbene sia un'opera

praticamente ignota ai lettori successivi.

Trama

La trama ruota attorno allo storico condottiero 

Goffredo di Buglione che, giunto al sesto anno

della prima crociata a capo dell'esercito, attende

la fine dell'inverno in Libano, quando gli appare

l'Arcangelo Gabriele che lo invita ad assumere

il comando dell'esercito e a portare l'attacco

finale contro Gerusalemme.

cristiani accettano di eleggere Goffredo loro

capo supremo e si mettono in marcia verso la 

Città Santa. Nascono i primi scontri, e tra i cristiani

si distinguono Rinaldo e Tancredi, tra i pagani

Clorinda e Argante. Dall'alto delle mura, assiste

allo scontro la principessa Erminia che comunica

al re di Gerusalemme Aladino i guerrieri cristiani

più forti. Argante, impaziente degli indugi dell'assedio,

vuol risolvere con un duello le sorti della guerra, e

sfida i cristiani e ad affrontarlo è il prescelto Tancredi.

L'accanito duello però viene sospeso per il

sopraggiungere della notte e rinviato.

Tuttavia intervengono i diavoli che decidono di aiutare

musulmani a vincere la guerra. Armida usa la

seduzione per condurre e imprigionare i guerrieri cristiani i

n un castello. In seguito ad una delle molte contese

che turbano il campo cristiano Rinaldo è costretto a

lasciare l'accampamento. La pagana Erminia, innamorata

di Tancredi, indossa le armi di Clorinda (della quale

Tancredi è innamorato) per fuggire dalla città e recarsi

al campo cristiano per curare le ferite del suo amato.

Tuttavia viene avvistata al chiaro di luna ed è costretta

a fuggire, trovando rifugio tra i pastori. Tancredi,

credendo che ella sia Clorinda, la insegue ma viene

fatto prigioniero da Armida nel castello con gli altri crociati.

Il giorno del duello arriva e poiché Tancredi è scomparso

viene sostituito da Raimondo di Tolosa, aiutato

da un angelo. Idiavoli a loro volta aiutano il

musulmano e trasformano il duello in battaglia

 generale. Giunge al campo cristiano Carlo, il quale 

racconta che il re danese Sveno, che doveva aiutare

i crociati con il suo esercito, è stato ucciso dal sultano

dei turchi Solimano. Si diffonde nel campo la notizia

del ritrovamento del cadavere di Rinaldo e Argillano 

accusa Goffredo di averlo fatto uccidere.

Quest'ultimo, con la sua autorevolezza e con l'aiuto

divino, riesce a neutralizzare i disordini nati nel

campo. A questo punto Solimano attacca il campo

cristiano con l'aiuto di Clorinda e Argante; le sorti

della battaglia si rovesciano però con l'arrivo dei

crociati prigionieri di Armida, liberati da Rinaldo,

erroneamente creduto morto per un inganno dei

pagani.

Goffredo così ordina ai suoi di costruire una torre

 per dare l'assalto a Gerusalemme, ma di notte

 Argante e Clorinda (di cui Tancredi è innamorato)

incendiano la torre. Clorinda tuttavia non riesce a

entrare nelle mura e viene uccisa in duello, in una

delle scene più significative del poema, proprio da

colui che la ama, Tancredi, che non l'ha riconosciuta

perché coperta dalla corazza da combattimento.

Tancredi è addolorato per aver ucciso la donna che

ama e solo l'apparizione in sogno di Clorinda gli

impedisce di suicidarsi. Inoltre il mago Ismeno lancia

un incantesimo sul bosco in modo che i crociati non

possano ricostruire la torre in mancanza di materia

le ligneo da costruzione. L'unico in grado di spezzare

l'incantesimo è Rinaldo, che è però stato fatto

prigioniero della maga Armida che lo trattiene presso

di sé con le sue arti magiche e femminili.

Due guerrieri vengono inviati da Goffredo per cercarlo

e alla fine lo trovano e lo liberano. Rinaldo, pentito di

essersi lasciato irretire da Armida fino a trascurare il

suo dovere di guerriero e di cristiano, vince gli

incantesimi della selva e permette ai crociati di assalire

e conquistare Gerusalemme. Il poema si conclude con

Goffredo che pianta il vessillo cristiano all'interno delle

mura della città santa.

 
 
 

"La Gerusalemme Liberata", riassunto

Post n°1865 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

La poetica

L'idea di scrivere un'opera sulla prima crociata

è mossa da due obiettivi di fondo: raccontare

la lotta tra pagani e cristiani, di nuovo attuale

nella sua epoca, e raccontarla nel solco della

tradizione epica-cavalleresca. Sceglie la prima

crociata in quanto è un tema non così ignoto

al tempo da lasciar pensare che fosse inventata,

ma anche adatto all'elaborazione fantastica.

Il tema centrale è epico-religioso. Tasso cercherà

di intrecciarlo con temi più leggeri, senza però

sminuire l'intento serio ed educativo dell'opera.

Nel poema si intrecciano due mondi, l'idillico e

l'eroico.

Goffredo di Buglione è il personaggio principale

che raduna i cavalieri cristiani e li guida alla

liberazione di Gerusalemme.

Il centro dell'opera è l'assedio di Gerusalemme

difesa da valorosi cavalieri. Da un lato i principali

cavalieri cristiani tra cui Tancredi e Rinaldo dall'altro

il Re Aladino, Argante, Solimano e Clorinda.

Una serie di vicende si intrecciano nell'opera e ci

sarà sempre il dualismo tra Bene e Male, e sebbene

ci sia anche qui la magia, l'intervento sovrumano è

dato da Cielo ed Inferno, angeli e demoni, intrecciate

con suggestioni erotico-sensuali.

Il poema ha una struttura lineare, con grandi storie

d'amore, spesso tragiche o peccaminose; come se

il tema dell'amore sensuale, sebbene contrapposto

a quello eroico, fosse necessario e complementare

ad esso.

Si ripropone quindi quel dissidio irrisolto tra

tensione religiosa e amore terreno al quale la

poesia da Petrarca in poi si era ampiamente ispirata.

Tasso si pone come obiettivo quello di allontanarsi

dal Furioso di Ariosto, per rispettare i precetti letterari

stabiliti dalla traduzione della Poetica (Aristotele)

 compiuta da Alessandro de' Pazzi nel 1536. In primo 

luogo respinge il meraviglioso fiabesco del romanzo

cavalleresco a favore del meraviglioso cristiano: gli

interventi soprannaturali di Dio, degli angeli e anche

delle creature infernali, che appaiono verisimili al

lettore fanno parte delle verità di fede. In secondo

luogo, respinge anche la costruzione formale

ariostesca, la quale è caratterizzata dalla molteplicità

delle azioni che si intrecciano tra di loro, che

comprometterebbe l'unità di azione stabilita dai

precetti aristotelici. Egli, tuttavia, riconosce che la

varietà è necessaria per il diletto. Per conciliare questa

antitesi afferma che il poema deve essere vario,

ossia rappresentare più situazioni (battaglie, amori,

tempeste, siccità ecc.) ma tutte devono essere sottoposte

ad un mondo unitario. In un passo dei Discorsiegli

paragona il poema al mondo, che presenta notevoli

varietà di situazioni, ma tutte soggiogate alla mente

ordinatrice divina. In terzo luogo, si vuole allontanare

anche dallo stile medio tipico di Ariosto a vantaggio

dello stile sublime. Lo stile deve avere «lo splendore

di una meravigliosa maestà». Le parole devono essere

«peregrine», ossia lontane dall'uso corrente.

La sintassi «avrà del magnifico se saranno lunghi i periodi

e lunghi i membri de' quali il periodo è composto».

Tasso afferma che la poesia può unire al "vero" il

"verosimile", a condizione di mantenere una coerenza

storica nello sviluppo complessivo della vicenda.

La storia, ricondotta nell'alveo dell'intervento

provvidenziale di Dio, permette di realizzare lo scopo

educativo e, per conseguire il diletto, che per Tasso

è l'altro fine irrinunciabile, l'elemento "meraviglioso"

sarà anch'esso di impronta cristiana, consisterà cioè

nella partecipazione di angeli e demoni.

La magia di Ariosto è fiabesca, quella di Tasso ha un

fine, è ricondotta al contrasto tra bene e male.

Nei Discorsi del poema eroico Tasso parla della

"autorità della storia" e della "verità della religione"

come elementi di base del poema epico-cavalleresco.

Aggiunge poi che il poeta deve avere "licenza del

fingere" e che il poema deve far risaltare la "grandezza

e nobiltà degli avvenimenti" in quanto il mondo

eroico deve essere il mondo della perfezione, perciò

anche il linguaggio deve essere "illustre".

L'amore è la tematica più complessa, vissuta in maniera

lacerante, poiché anche se visto come peccato,

poi vinto dai valori religiosi, il modo di raccontarlo

dimostra che rimane un dissidio non risolto.

Così le storie d'amore si caricano di pathos tragico,

Tancredi si innamora di Clorinda, guerriera musulmana,

ed è condannato dal destino ad ucciderla; Armida

si innamora di Rinaldo.

Tra gli aspetti del proprio tempo che nel Tasso ricevono

un'eco particolare, appare importante il ruolo esercitato

dalla corte (corte degli Estensi) come ambiente

essenziale ed irrinunciabile in cui si è formata la fantasia

e si è modellata la vita del poeta: la corte insieme

amata ed odiata, respinta e ricercata, in cui si distende

e si configura il sogno di gloria e di felicità ed il tormento

di vita; la corte come struttura che suggerisce alla poesia

immagini di fasto e di grandezza e un modo particolare

di intendere l'esistenza.

La Gerusalemme e lo spirito della

Controriforma

salemme liberataUn anno dopo la nascita di Tasso

era stato indetto il Concilio di Trento, tappa fondamentale

del processo controriformistico.

La Chiesa manifestava l'ardente necessità di orientare

gli intellettuali al fine di difendere l'ortodossia cattolica

contro le confessioni riformate. Il rinnovamento del Tribunale

dell'Inquisizione e l'istituzione dell'Index

librorum prohibitorumcontribuirono alla nascita di un clima

di rimarcata attenzione alla compatibilità con la fede

cristiana delle opere circolanti. Nello spirito della Controriforma,

l'ideale dell'ortodossia prevaleva sugli ideali umanistici e

rinascimentali di riscoperta del mondo classico e comportava

la moderazione delle velleità e delle frivolezze.

L'intellettuale cristiano, partecipe di questo nuovo

interesse per la causa della fede, iniziò a sentirsi

responsabile dei messaggi veicolati dalle sue opere.

È proprio tale consapevolezza a plasmare una personalità

tanto complessa quale quella del Tasso.

L'esigenza del richiamo ai valori religiosi è insita nel fine

pedagogico della sua Gerusalemme liberata. Il poema

è teso non al solo delectare, ma al docere: i cristiani allora

dovevano riscoprire la propria compattezza, combattendo

per difendere la propria fede dalle minacce esterne,

ovvero i Turchi, ed interne, ovvero le spinte disgregatrici

figlie della riforma luterana. Il dover sensibilizzare l

a società secondo lo spirito controriformistico fu motivo

di particolare attenzione per il Tasso, che sentì il bisogno

di sottoporre la sua opera al giudizio di otto revisori,

al fine di valutare la chiarezza del messaggio educativo.

Per il Tasso, vero manierista, conciliare, in sé e nelle

sue opere, lo spirito rinascimentale morente con la

tensione religiosa significava conciliare l'unità con la

varietà.

A livello stilistico la molteplicità delle situazioni doveva

essere governata da una trama unitaria e compatta i

n cui i diversi elementi si combinavano in una fitta rete

di rapporti e di corrispondenze. Alle unità aristoteliche

di luogo, di tempo e d'azione accostò dunque la varietà,

ovvero il susseguirsi di episodi secondari per arricchire

la narrazione.

A livello contenutistico, invece, è evidente quella che

il critico Lanfranco Caretti definisce "discorde concordia":

la contrapposizione dialettica tra la tematica eroica

fondata sulla crociata, che coincide con il coinvolgimento

morale dei personaggi, e quella sentimentale, susseguirsi

di passione e debolezza. L'intrigo spirituale sopravvive

in Tasso, lasciando emergere una sorta di "bifrontismo

spirituale", nel tentativo di conciliare classicismo e

moderna ansietà religiosa. L'alterno susseguirsi di

opposte prospettive, ora "ascendenti" ora "diversive",

è simbolo del conflitto interiore dell'autore alla ricerca

dell'unità, da recuperare prima in sé e poi nelle sue

produzioni. Caretti vede la stabilità ariostesca

contrapposta all'instabilità tassiana.

Ciò è dovuto alla fine delle certezze del Rinascimento,

quando le sorti politiche italiane erano avvolte da una

ombra di irreparabile sconfitta e si venne facendo

sempre più evidente il declino dello slancio attivo

e fiducioso che aveva animato la civiltà italiana, a

cui si aggiunse la chiusura più rigida della

restaurazione cattolica. Si tratta di un'età in cui

sull'eredità rinascimentale viene innestandosi

"lo spirito nuovo e inquieto di un'età percossa

dall'urto violento della Riforma e intimamente

desiderosa di una sincera renovatio morale".

L'equilibrio tra peccato e redenzione, tra passione

ed ideale, però, sembra sempre irrealizzabile.

La tensione verso unacatarsi irraggiungibile e la

conseguente assenza di compattezza si traducono

dunque in ansia. Si tratta della stessa ansia che

rende il mondo della Liberata tormentoso e problematico.

È lo stesso senso di turbamento che avvolge il

Tasso cosciente di una nuova consapevolezza:

il potere dell'uomo e dell'intelletto è limitato da

condizionamenti morali e metafisici.

Come sottolinea il Getto, il tema religioso è presente

anche con il rito e la liturgia: "È la prima volta che

la religione, sentita come spettacolo e liturgia,

trova posto nella poesia italiana".Troviamo infatti

voci essenziali del rito cattolico: le cerimonie religiose

(funerali, messa, processione), i sacramenti 

(comunione, battesimo, confessione).

 
 
 

"La Gerusalemme Liberata" di

Post n°1864 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Le fonti dell'opera

La Gerusalemme è sicuramente un'opera

composita, un capolavoro che ha attinto a

più fonti, capace di fonderle insieme dando

origine ad un testo coerente. Nelle lettere

Tasso ha sempre sostenuto di voler conciliare

l'esempio degli antichi con quello dei moderni,

e il risultato conferma la buona riuscita delle

sue intenzioni.

La critica ha sviscerato la Gerusalemme per

estrapolarne le fonti e il loro peso, ma gli studiosi

sono stati sostanzialmente concordi nell'individuazione

delle opere che hanno ispirato Torquato, pur

dissentendo quando si è trattato di definirne

una più importante dell'altra.

Alcuni si sono specializzati nella ricerca dei testi

che più hanno influenzato il capolavoro:

All'inizio del XX secolo Vincenzo Vivaldi ha deciso

di intraprendere un'operazione piuttosto meccanica

ma immensa per impegno e dedizione richieste.

Vivaldi concludeva che «i principali fattori della Liberata 

sono tre: cronache delle crociate,Eneide ed Iliade,

e poemi cavallereschi ed eroici italiani anteriori al poeta»

 Faceva tuttavia dei distinguo, ed asseriva

che se le Cronache delle crociate costituivano

la base dell'opera, erano tuttavia rielaborate

al punto da far rimanere, nellaLiberata, un sesto

della verità storica, perché il resto è dominato

non solo dall'influsso di Eneide e Iliade o dall'Ariosto,

dalTrissino, da Giraldi Cintio, ma anche da altri

autori antichi quali Lucano o StazioSilio Italico o 

Apollonio Rodio, e naturalmente anche da Dante,

 PetrarcaBoccaccioPoliziano.

Insomma, quasi sempre rielabora episodi già

esistenti, perché la facoltà della fantasia ebbe

«scarsissima», e la fedeltà maggiore sarebbe

serbata agli antichi e all'Ariosto. La poca fantasia

viene però compensata dalla capacità di fondere

insieme gli elementi per creare un'opera viva e

affatto nuova.

Se discutibile è l'epiteto di «scarsissima» che

Vivaldi rivolge alla fantasia del Tasso, il suo lavoro

sulle fonti è eccellente, e gli altri studiosi poco

hanno aggiunto, se non in termini di "gerarchia

delle fonti". Per il Multineddu in effetti è l'Eneide

 a occupare il primo posto tra i testi classici, Dante

e Petrarca sono i poeti medievali con l'influenza

maggiore e tra i «cavallereschi» la palma va al 

Boiardo e all'Ariosto. Tra i cronachisti, infine,

quello cui più l'autore ha attinto sarebbeGuglielmo

di Tiro.

Il de Maldé tira invece in ballo l'importanza dei

riferimenti biblici e sacri. Le fonti principali sono

«la Bibbia, le Cronache delle Crociate e i Santi

Padri, con tutte quelle illustrazioni in prosa e

in verso che la letteratura contemporanea e

posteriore venne portando ad esaltazione

delle Crociate e Cronache stesse». Insomma,

pur essendo vivi i riferimenti ariosteschi, «lo

spirito sacro cristiano dominò e informò tutta l

'alta materia e tutta l'arte», e «un'allegoria

spirituale e morale sovraintese alla composizione

della Gerusalemme».

Il richiamo all'Iliade pare evidente: basti pensare

al tema della guerra e al fatto che, come per gli 

Achei sia necessario il rientro in battaglia di Achille,

così il campo crociato potrà prevalere solo grazie

al ritorno di Rinaldo. Si aggiunga anche l'intervento

divino comune ai due poemi; tuttavia, mentre

gli interventi di Dio, degli arcangeli e degli angeli

(e dei demoni ad essi contrapposti) si inseriscono

nella Gerusalemme nella linea della Provvidenza

cristiana, quelli degli dèi che volta a volta aiutano

i Greci o i Troiani sfuggono a questa dinamica di

trascendenza.

 
 
 

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