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Messaggi del 10/04/2019

Gli ultimi fuochi (romanzo)

Post n°2105 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

RISORSE DELLA BIBLIOTECA SCOLASTICA

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Titolo originale

The Last Tycoon

Altri titoli

L'amore dell'ultimo milionario

Autore

Francis Scott Fitzgerald

1ª ed. originale

1941

1ª ed. italiana

1959

Genere

romanzo

Lingua originale

inglese

Protagonisti

Monroe Stahr

Gli ultimi fuochi è un romanzo incompiuto dello 

scrittore statunitenseFrancis Scott Fitzgerald, pubblicato

postumo dal critico letterario Edmund Wilson.

Nel 2012 è stato ritradotto in italiano e pubblicato col

titoloL'amore dell'ultimo milionario.

Trama

Cecilia Brady incontra il protagonista, Monroe Stahr, su

un aereo diretto a Hollywood.

Costui è diventato un grande personaggio nell'industria

 cinematografica partendo dal nulla ed era ormai considerato

nel suo ambiente un mito, tanto che un ex-produttore fallito,

Manny Schwartz, si uccide lasciando un biglietto

«Caro Monroe, siete il migliore di tutti, ho sempre ammirato

il vostro modo di pensare per cui quando vi schierate

contro di me so che è finita! Non debbo valere più niente

e non continuerò il viaggio per sentirmi dire da voi ancora

una volta state in guardia! Lo so

. Il vostro amico Manny"»

(e ciò avviene già nel primo capitolo) solamente perché ha

perduto la sua amicizia.

Il secondo capitolo è ambientato a Hollywood.

Durante una scossa di terremoto che sconvolge i teatri di posa,

Stahr incontra una donna sconosciuta che assomiglia in

modo sorprendente alla moglie, l'attrice Minna Davis,

morta cinqueanni prima. Così infatti viene descritta

«Fu lui ad essere certo di avere dinnanzi la stessa persona:

la parte superiore del viso era di Minna, luminoso, con

tempie color panna, e la fronte opalescente... e i capelli

dal colore fresco, ricciuti.

Avrebbe potuto metterle un braccio sulle spalle e stingerla

a sé con una familiarità quasi coniugale... conosceva già la

curva del collo, la struttura stessa delle vertebre, gli angoli

degli occhi, e il suo modo di respirare... e la trama

dell'abito che indossava.»


La donna scompare ma Stahr, profondamente turbato, fa

di tutto per rintracciarla e alla fine la trova.

I due si incontrano e dapprima Stahr se ne sente attratto

anche nell'illusione di poter ripetere con lei il passato.

Ma la ragazza, una certa Kathleen Moore di origine inglese,

presto appare al produttore assai diversa dalla moglie

scomparsa, forse più semplice e generosa, indubbiamente

più pratica ma meno affascinante. Malgrado ciò, Stahr che

è ormai un uomo stanco e deluso, vede nella giovane donna

l'ultima speranza di poter avere l'amore e ottenere la salvezza.
Kathleen, che dapprima si nega a Stahr, intuisce in seguito

la sua solitudine e accetta di incontrarsi con lui.

Stahr, che si sta facendo costruire una casa sulla spiaggia

 di Malibù, conduce Kathleen a visitarla e quella sera, dopo

un ultimo tentativo di negarsi la donna cede e, nell'unica

 stanza finita della casa, che è ancora senza il tetto, diventa

la sua amante.

L'episodio che si svolge in una notte di pioggia, tra l'odore

della segatura e del legno bagnato mentre la luna illumina le

travi che gocciolano, è tra i più belli mai scritti da Fitzgerald

ed estremamente bella è la descrizione dei leuresteche vanno

ad ammirare sulla spiaggia dopo aver fatto l'amore:

«Era una splendida notte azzurra. L'alta marea stava per

incominciare e i piccoli pesci d'argento dondolavano sulle onde,

lontano dalla riva, aspettando le dieci e sedici minuti. pochi

secondi dopo l'ora stabilita sciamarono verso la spiaggia con

la marea, e Stahr e Kathleen passarono su di essi a piedi nudi

mentre saltellavano viscidi sulla sabbia.»

La felicità di Stahr non dura però a lungo perché Katheleen è

promessa ad un altro uomo e pochi giorni dopo lo avvertirà

con un telegramma dove dice di essersi sposata.

Stahr, deluso e amareggiato, si butta nel lavoro di tutti i giorni

con maggiore accanimento perché esso rappresenta per lui

l'unico modo per non pensare, così come l'alcoolserviva allo

stesso scopo per Dick Diver.

L'ultimo episodio di questo sesto capitolo, che è anche

l'ultimo concluso, vede Sthar ubriaco che si incontra con

unsindacalista comunista e su di lui sfoga tutta la sua

disperazione e, dopo averlo insultato e minacciato viene

da costui messo a terra da un pugno.

Il resto della storia venne ricavato da Wilson in base agli

appunti, agli schemi, alle note che Fitzgerald aveva lasciato.

Il seguito doveva vedere l'avversario di Stahr, Pat Brady,

che lo ricattava mentre gli imprenditori, solo desiderosi di

denaro, lo osteggiavano così come i sindacati si opponevano

alla sua potenza.
Avendo il sospetto che Brady volesse ucciderlo ingaggia

un sicario per colpirlo con la sua stessa arma.

Si sarebbe poi pentito, ma troverà la morte in un incidente aereo

proprio nel momento in cui i sicari da lui pagati stavano

uccidendo Brady.

Struttura del libro

Il libro è composto da un lungo frammento formato da

cinque capitoli e circa una metà del sesto e denota una

matura e vivace capacità narrativa tanto da far pensare

che se lo scrittore non fosse così precocemente morto,

questo sarebbe stato probabilmente il suo capolavoro.

Ai margini di ogni episodio, lo scrittore aveva annotato

diversi commenti e le modifiche che aveva intenzione

di fare dichiarando che desiderava scrivere un romanzo

costruito con cura.

Edmund Wilson nella Premessa scrive:

"Gli ultimi fuochi è di gran lunga la migliore opera

narrativa che sia mai stata scritta su Hollywood, e la

sola che ci conduca dietro le quinte.

È stato possibile integrare questa stesura incompiuta

con un riassunto del seguito della vicenda, quale

Fitzgerald intendeva svilupparla, e con parte degli

appunti dell'Autore, appunti che si riferiscono, spesso

in modo brillante, ai personaggi e agli episodi".

Fitzgerald utilizza, per raccontare la vicenda di The

Last Tycoon, un narratore interno come aveva fatto

per il romanzoIl grande Gatsby e in questo caso si

tratta di una donna, Cecilia Brady, la figlia del 

produttore socio.

Stile

La prosa, che ora si basa più sul verbo che sugli aggettivi,

è rapida e concisa e il linguaggio è semplificato mentre la

realtà viene ridotta ai termini essenziali.

L'andamento è quello di una sceneggiatura cinematografica

 e la tecnica narrativa consiste nel montaggio di veloci flash 

che danno potenza drammatica ai fatti avvenuti mentre tra

una vicenda e l'altra l'autore non inserisce commenti e non

crea legami ma solo veloci dissolvenze.

Gli spunti elegiaci che avevano caratterizzato Il grande

Gatsby non sono presenti in quest'ultimo romanzo.

Il mondo, così complesso e affascinante, è sospeso sul

nulla e la nostalgia di Fitzgerald per il mondo perduto

non viene posto in primo piano ma rimane sullo sfondo

dando risalto al presente.

«Con quel poco che rimaneva dell'estate, tutti tentavano

con avidità di vivere nel presente... o, se un presente

non esisteva, di inventarlo»

Adattamenti

Anche da questo romanzo il cinema di Hollywood

trasse un film, Gli ultimi fuochi (The Last Tycoom)

uscito nel 1976 con la regia di Elia Kazan.

Il protagonista è Robert De Niro nel ruolo di Monroe

Stahr, accompagnato da un eccellente cast d'attori

Donald PleasenceJeanne MoreauRobert Mitchum,

 John CarradineIngrid BoultingAnjelica Huston,

 Ray MillandDana AndrewsTheresa Russell

Jack NicholsonTony Curtis.

Nel 2016 Amazon video ha prodotto la serie The

Last Tycoon che si ispira liberamente al romanzo

di Fitzgerald. Ne sono interpreti Matt Bomer

Kelsey GrammerDominique McElligott

 
 
 

Il grande Gatsby

Post n°2104 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli


Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

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Il grande GatsbyPost n°2100 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

Risorse della biblioteca

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Autore

Francis Scott Fitzgerald

1ª ed. originale

1925

1ª ed. italiana

1936

Genere

Romanzo

Lingua originale

inglese

Ambientazione

New York - Long Island, 1922

Protagonisti

Jay Gatsby

Coprotagonisti

Nick Carraway

Antagonisti

Tom Buchanan

Altri personaggi

Daisy Fay - Jordan Baker - Wilson - Henry C. Gatz - Myrtle Wilson

Il grande Gatsby (The Great Gatsby) è un romanzo

di Francis Scott Fitzgerald pubblicato per la prima

volta a New York il 10 aprile 1925 e definito da T.S. Eliot 

«il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana

dopo Henry James».

Ambientato a New York e a Long Island durante l'estate

 del 1922Il grande Gatsby è il più acuto ritratto

dell'anima dell'età del jazz, con le sue contraddizioni,

il suo vittimismo e la sua tragicità.

La storia, che seguendo la tecnica di Henry James

 viene raccontata da uno dei personaggi, narra la

 tragedia del mito americano che aveva retto il paese

dai tempi dello sbarco a Plymouth Rock e può

essere considerata l'autobiografiaspirituale di

Fitzgerald che, ad un certo punto della sua vita,

chiuso con l'alcolismo e con la vita da playboy,

voleva capire quali fossero stati gli ostacoli che

avevano fatto inabissare la sua esistenza.

In questo libro, come scrive il suo biografo Andrew Le Vot

Fitzgerald «riflette, meglio che in tutti i suoi

scritti autobiografici, il cuore dei problemi che lui

e la sua generazione dovettero affrontare...

In Gatsby, pervaso com'è da un senso del peccato

e della caduta, Fitzgerald assume su di sé tutta la

debolezza e la depravazione della natura umana».

«La sua vita era stata confusa e disordinata...

Ma se poteva ritornare a un certo punto di partenza

e ricominciare lentamente tutto da capo, sarebbe

riuscito a scoprire qual era la cosa che cercava.»

L'adolescente James Gatz, figlio di poveri contadini

del Nord Dakota, fugge dalla famiglia convinto di poter

trasformare se stesso e costruirsi una nuova identità.

«James Gatz: era questo il suo nome vero, o almeno

quello legale.

Lo aveva cambiato a diciassette anni, nel momento

in cui ebbe inizio la sua carriera: quando vide lo yacht

di Dan Cody gettar l'ancora nella secca più insidiosa

del Lago Superiore»

Egli incontra il ricco proprietario di uno yacht, Mr Dan

Cody che, grato perché il giovane lo avesse avvertito

della presenza di uno scoglio che avrebbe potuto far

affondare la sua imbarcazione, lo assume e gli fornisce

una «giacca azzurra, sei paia di calzoni bianchi e un

berretto con visiera da yacht».

James, che adotta lo pseudonimo Jay Gatsby, viene

inviato a Louisville per un addestramento militare e

lì si innamora di Daisy Fay, un'affascinante ereditiera

di diciotto anni che ricambia i suoi sentimenti.

I due trascorrono insieme un felice periodo e, quando

Gatsby è in procinto di partire per la Prima guerra mondiale,

si giurano eterna fedeltà. Ma quando Gatsby, che

si trova in Europa, viene a sapere che Daisy ha

sposato un famoso giocatore di polo di Chicago,

Tom Buchanan, giura di riconquistarla.

Fatta definitivamente propria l'identità di Jay

Gatsby, il giovane si reca in Inghilterra dove frequenta

l'ambiente di Oxfordper cinque mesi, e alla fine ritorna

in America dove, diventato ricco grazie al contrabbando

 e ad altre attività illecite, compra nell'aristocratico

villaggio di West Egg - toponimo fittizio utilizzato da

Fitzgerald per riferirsi alla località di Kings Point,

sulla costa settentrionale di Long Island - un'enorme

villa situata sulla sponda opposta del villaggio di East

Egg - pseudonimo di Sands Point -, esattamente di

fronte alla casa dove Daisy trascorre le estati con

il marito Tom. Gatsby, che vuole ad ogni costo

riconquistare Daisy, è sicuro che il suo sogno si

trasformerà in realtà e da quel momento ogni sua

azione sarà tesa a quell'unico scopo.

Nick Carraway, che nel romanzo ha funzione di 

narratore, esprime la visione di un mondo opposto

a quello di Gatsby: conformista, moralista e puritano.

Nato, come egli stesso racconta, da una famiglia

agiata e influente del Middle West, Nick si laurea

a New Haven nel 1915 ed intraprende un tranquillo,

anche se non molto redditizio, lavoro in borsa,

accontentandosi sempre di alloggiare in appartamenti

modesti. Nick rappresenta un mondo opposto a

quello di Gatsby ma dovrà riconoscere che «c'era in

Gatsby qualcosa di splendido, una sensibilità acuita

alle promesse della vita».

Anche Nick abita a West Egg, a trenta chilometri

dalla città, in un modesto villino confinante proprio

con la tenuta di Gatsby:

«La mia casa era all'estremità dell'uovo, a una cinquantina

di metri soltanto dallo stretto, presa tra due edifici enormi

[...]. Quello alla mia destra era qualcosa di colossale sotto

tutti i punti di vista: una copia accurata di qualche

 Hôtel de Villedella Normandia, con una torre da una

parte, incredibilmente nuova sotto una barba rada di

edera ancora giovane, una piscina di marmo e più di

venti ettari di prato e giardino.

Era il palazzo di Gatsby. [...]

Quanto alla mia casa, era un pugno in un occhio, ma

un pugno tanto piccolo da essere trascurabile, così

avevo il panorama sul mare, una vista parziale sul

prato del mio vicino e la rassicurante prossimità di

gente milionaria, tutto per ottanta dollari al mese»

Una sera Nick viene invitato a cena a casa di Tom Buchanan,

che ha sposato Daisy - cugina di Nick "in seconda dal lato paterno"

- e conosce l'amica di Daisy, Jordan Baker, giocatrice di golf

con la quale egli intreccerà una breve relazione.

Il matrimonio di Daisy e Tom, pur essendo all'apparenza

tranquillo, non ha solide basi. Tom ha per amante Myrtle,

la moglie di George Wilson, un meccanico che possiede

un'officina sulla strada che porta a New York in una zona

squallida e desolata; un pomeriggio, mentre Nick si sta

recando a New York in treno con Tom, questi gliela fa

conoscere.

Trascorrono i giorni e Nick, che ogni sera ascolta la musica

proveniente dalla casa di Gatsby e osserva il via vai di gente

che partecipa alle sfarzose feste che si svolgono nei suoi

giardini, non ha ancora conosciuto il suo famoso vicino:

l'ha solamente intravisto da lontano, una sera, in piedi

davanti alla villa, che tendeva le braccia con un gesto

di desiderio verso la "luce verde" che brillava nella notte.

Quella luce, come scrive Rollo May[2], «è simbolo

del mito americano: essa allude a nuove potenzialità,

nuove frontiere, la nuova vita che ci attende dietro

l'angolo [...] Non esiste destino; se esiste, lo abbiamo

costruito noi stessi [...]

La luce verde diventa la nostra più grande illusione...

nasconde i nostri problemi con le sue infinite promesse,

e intanto distrugge i nostri valori. La luce verde è il

mito della Terra Promessa che genera ideali alla 

Horatio Alger».

Ma un giorno Nick riceve un invito:

«Uno chauffeur in uniforme azzurra, come un uovo

di pettirosso, quel sabato mattina di buon'ora

attraversò il mio prato con un biglietto straordinariamente

cerimonioso del suo padrone; esso diceva che Gatsby

si sarebbe sentito onorato se quella sera avessi

partecipato alla sua "festicciola"»

Alla festa trova Jordan e ha modo così di conoscere

Gatsby che mantiene sempre un atteggiamento

riservato e moderato. Si reca ad un paio delle sue feste e

un giorno Gatsby si reca a trovarlo:

«Una mattina alle nove, verso la fine di luglio,

l'automobile smagliante di Gatsby sbucò sul viale

roccioso che conduceva al mio cancello ...

Era la prima volta che Gatsby veniva a trovarmi, benché

fossi andato a due delle sue feste, avessi girato con lui sul

suo idrovolante, e dopo inviti ripetuti mi fossi servito

frequentemente della sua spiaggia»

E inizia a raccontare della sua vita come a voler scacciare

le accuse «che davano sapore alla conversazione nei suoi salotti».

Gatsby racconta a Nick che egli era di famiglia agiata e

che i suoi erano ormai tutti morti; che era stato allevato

in America ed educato a Oxford, che aveva viaggiato e

che aveva partecipato alla guerra diventando maggiore.

Egli mostra a Nick la medaglia con cui era stato decorato

e una fotografia di Oxford presa al "Trinity Quad",

convincendolo così che quanto stava dicendo era la verità:

«Era la fotografia di una mezza dozzina di giovanotti

in maglione a righe sparsi in un cortile al di là del quale

si scorgeva una schiera di guglie. C'era Gatsby con l'aria

un tantino più giovane e una mazza di cricket in mano.

Allora era vero tutto»

In quell'occasione Gatsby gli dice che ha intenzione di

chiedergli un grande favore.

Così, tramite Jordan Baker, Gatsby chiede a Nick di

fargli incontrare Daisy a casa sua.

Nel frattempo Nick viene a conoscenza della storia di

Daisy e Gatsby attraverso il racconto di Jordan.

Nick invita Daisy a casa sua per prendere un tè e i

due si incontrano:

«"Sono molti anni che non ci vediamo" disse Daisy

con la voce più normale che le riuscì di trovare.

"Saranno cinque a novembre"»

Dopo una festa di Gatsby alla quale Daisy partecipa

con il marito, egli è sicuro di aver ritrovato per sempre

la donna tanto amata ed è certo di poter ripetere in

tutto il passato e confida a Nick il suo sogno

 

 

 
 
 

Il Grande Gatsby

Post n°2103 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

 

Pretendeva nientemeno che Daisy andasse da Tom

a dirgli: "Non ti ho mai amato". Dopo che avesse

cancellato quattro anni con quella frase, avrebbero

potuto decidere sui passi più pratici da fare.

Uno di questi consisteva nel ritornare a Louisville, dopo

che Daisy fosse stata libera, e sposarsi in casa di lei

come se fossero stati ancora al punto di cinque anni prima»

Ma Nick dice: «Non si può ripetere il passato».

«"Non si può ripetere il passato? Ma certo che si può»

risponde Gatsby.

Daisy si recherà quasi ogni pomeriggio da Gatsby

illudendolo così nel suo sogno fino a quando, in un

afoso pomeriggio, Daisy, Tom, Nick, Jordan e Gatsby

cercano sollievo recandosi a New York in un albergo

affittato per l'occasione.

Qui Tom provoca Gatsby davanti a tutti con insinuazioni

sul suo conto fino a quando chiede direttamente a

Gatsby cosa vuole da sua moglie: «Voglio sapere che

cos'ha da dirmi il signor Gatsby» e ancora «Vostra

moglie non vi ama» dice Gatsby, «Non vi ha mai amato.

Ama me». Ma Daisy è riluttante e quando Gatsby

pretende che lei lo dica a Tom ella protesta dicendo «

Pretendi troppo». Gatsby cerca di parlarle:

«Ma ad ogni parola lei si ritirava sempre più in se stessa,

finché lui rinunciò e soltanto il sogno morto continuò

a battersi mentre il pomeriggio svaniva, cercando di

toccare ciò che era di più tangibile, sforzandosi, infelice

e senza disperazione, di raggiungere la voce perduta

di là dalla stanza»

Sulla strada del ritorno, mentre passano davanti

all'officina di Wilson, Myrtle, tenuta chiusa in stanza

dal marito che sospetta un suo tradimento, riesce a

fuggire ma viene investita dalla macchina di Gatsby

guidata da Daisy che non si ferma e prosegue la sua

corsa fino a East Egg dove la raggiunge Tom al quale

lei si affida pur non rivelandogli la verità.

Myrtle rimane uccisa sul colpo e Wilson, preso dalla

disperazione e deciso a vendicarsi, va da Tom con la

pistola per ucciderlo.

Ma quando Tom gli rivela che la macchina che aveva

investito Myrtle la guidava, come lui credeva, Gatsby,

Wilson si reca da Gatsby che sta facendo un bagno in

piscina e continua a sperare che Daisy appaia.

Verrà ucciso da Wilson che a sua volta si suiciderà.

Lo chauffeur, il maggiordomo, il giardiniere e Nick

si avviano correndo verso la piscina:

«Vi era, appena percettibile, un movimento dell'acqua

mentre il flusso fresco si dirigeva faticosamente verso

lo scarico dell'altra estremità della piscina.

Con piccole increspature che erano appena ombre di onde

il materasso carico si spostava a caso nella piscina.

Un alito di vento che riusciva appena a corrugare la

superficie dell'acqua bastò a interrompere l'accidentale

percorso col suo carico accidentale.

Un fascio di foglie, sfiorandolo, lo fece girare lentamente,

tracciando nell'acqua un sottile circolo rosso.

Fu quando ci eravamo già avviati con Gatsby verso casa,

che il giardiniere vide il cadavere di Wilson leggermente

discosto nell'erba, e l'olocausto fu completo.»

Nick si trova solo ad affrontare la situazione.

Telefona a tutti, anche a Daisy, ma viene a sapere che

proprio sua cugina è partita da mezz'ora assieme a

Tom, senza comunicare la propria destinazione.

Due giorni dopo arriva un telegramma da una città

del Minnesota firmato Henry C. Gatz, che chiede

di rinviare il funerale fino al suo arrivo:

«Era il padre di Gatsby, un vecchio solenne, molto

sgomento e costernato, infagottato in un gran cappottone

da poco prezzo contro la calda giornata di settembre.»

Il giorno del funerale Nick chiede al ministro luterano di

aspettare ancora mezz'ora

. Egli spera ancora che arrivi qualcuno. «Ma fu inutile.

Non venne nessuno».

In realtà una persona arriva, è l'ubriacone delle feste che

Nick aveva trovato tre mesi prima nella biblioteca di

Gatsby; costui esclama: «Ma perdio! Ci andavano

a centinaia!» E aggiunge: «Povero bastardo!».

Dopo il funerale di Gatsby Nick riflette sull'America

e in questo modo la tragedia di Gatsby viene ad

identificarsi con la perdita dei miti e la fine del sogno

americano. Nick decide di abbandonare l'est e di

tornare a casa. L'ultima sera Nick scende alla

spiaggia e si stende sulla sabbia lasciandosi andare

ai ricordi e gli torna alla mente la capacità di

meravigliarsi di Gatsby:

«E mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto,

pensai allo stupore di Gatsby la prima volta che

individuò la luce verde all'estremità del molo di Daisy.

Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato

azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così

vicino da non poter più sfuggire. Non sapeva che il

sogno era già alle sue spalle, in quella vasta oscurità

dietro la città dove i campi oscuri della repubblica si

stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce

verde, il futuro orgastico che anno per anno

indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora,

ma non importa: domani andremo più in fretta,

allungheremo di più le braccia ... e una bella mattina...»

In questi puntini di sospensione si sente l'attimo

di disperazione di Nick e poi la ricerca di un mito

che dia senso all'assurdità dell'esistenza.

Il romanzo si conclude con un'ultima frase che

sembra essere un poscritto:

"così continuiamo a remare, barche contro corrente,

risospinti senza posa nel passato".

 
 
 

Il Grande Gatsby

Post n°2102 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli


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Il Grande GatsbyPost n°2098 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

Risorse della biblioteca

I personaggi

I personaggi sono resi con realistica

bravura attraverso i loro gesti, il loro

aspetto e la conversazione. Nick, il

narratore e in questo caso anche il 

testimone, che come Fitzgerald è

coinvolto alla vicenda, serve a renderne

più evidente lo stacco dimensionale.

Presente nell'opera è il commosso

sentimento elegiaco anche nelle scene

più drammatiche.

Lo stile

Scritto utilizzando in modo magistrale la 

tecnica dello scorcio, Fitzgerald riesce ad

intrecciare gli avvenimenti presenti con

quelli passati in nove brevi capitoli.

Le scene sono concatenate rapidamente

con un distacco obiettivo e la prosa,

scorrevole e modulata, indica un cambiamento

nella narrativa dello scrittore che si avvicina

alla forma di Henry James eJoseph Conrad.

I temi

Numerosi sono i temi dell'opera, tra i quali

spiccano quelli della mancanza di affetti

autentici, del crollo dei miti, delpeccato e

dell'inferno. Ma il tema principale del romanzo

è quello della solitudine, della incomunicabilità

e dell'indifferenza.

Nessuno comunica alle lussuose feste di Gatsby,

che sono invece solo "entusiastici incontri tra

gente che non si conosceva neanche di nome".

Il più solo di tutti i personaggi è appunto Gatsby

nella cui lussuosa villa si svolgono quelle feste

favolose alle quali egli non partecipa.

Tutto ciò che avviene nella sua casa avviene per

il solo scopo di poter far venire da lui Daisy.

Gatsby è il prototipo dell'uomo solo, da quando

lo si vede per la prima volta nell'ora del crepuscolo

 fermo sul prato della sua lussuosa villa mentre

guarda con gli occhi fissi la luce verde che si

riflette sul pontile della casa di Daisy dall'altra

parte della sponda, al momento del suo funerale.

Mentre Gatsby è nella bara a Nick sembra di

udire la sua voce che gli dice supplicando di fargli

venire qualcuno perché così, da solo, non ce la fa più.

Nick promette e dice:

«Ti farò venire qualcuno, Gatsby. Non preoccuparti.

Fidati di me e ti farò venire qualcuno»

ma "non venne nessuno".

E sono proprio queste tre parole a sottolineare

l'estrema solitudine di Gatsby.

Nessuna parola arriva da Daisy, non c'è un fiore.

L'indifferenza, che aveva caratterizzato i personaggi

di Daisy e Tom,

«Erano gente indifferente, Tom e Daisy -

sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano

nel loro denaro o nella loro ampia indifferenza o

in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano

che altri mettessero a posto il pasticcio che

avevano fatto»

raggiunge l'apice nella scena del funerale

dove la pioggia aumenta il senso di tristezza 

e di solitudine.

Il senso di solitudine, l'indifferenza nei confronti

degli altri, è dovuta al fatto, come sostiene Rollo

May che "Quando si perde la capacità di vivere

i propri miti, si perdono anche i propri dèi".

Nel romanzo vi è un simbolo che Fitzgerald usa

per dimostrare questa teoria.

Si tratta degli occhi del dottor T. J. Eckleburg

che si scorgono su un grande cartellone pubblicitario

 a metà strada tra New York e West Egg.

George Wilson sconvolto dal dolore per la

morte della moglie fissa quel cartellone e

non riesce ad allontanare lo sguardo da

quegli occhi "azzurri e giganteschi" e a Michaelis,

suo vicino di casa che gli dice che dovrebbe

avere una chiesa alla quale rivolgersi in

momenti così tragici, egli, parlando tra di sé,

mormora:

«"Dio sa quello che hai fatto, tutto quello

che hai fatto [...]. Ritto dietro di lui, Michaelis

vide con un sussulto che stava guardando

gli occhi del dottor T. J.

Eckleburg che emergevano, sbiaditi e enormi,

dal dissolversi della notte."»

Non serve che l'amico gli dica che si tratta

solamente di un cartellone pubblicitario,

Wilson continua a fissarlo sconvolto.

Il cartellone che Wilson rimane a fissare è

solamente un ingrandimento fotografico

simbolo di un mondo che confonde la fotografia 

con la realtà, dove il denaro ha usurpato il ruolo

di Dio e la pubblicità e il commercio trionfano.

Gatsby si può considerare come un

"eroe romantico" nella sua accezione più lata

e più profonda. Egli è infatti un personaggio

destinato alla sconfitta, appare inadeguato

al gretto mondo che lo circonda.

È però proprio qui che risiede la sua grandezza:

Gatsby infatti vive solo per un sogno ed è

perfino disposto a morire per esso, un sogno

chiamato Daisy. Un amore dal sapore

universale ed esistenziale.

La reggia, le macchine, il denaro, nulla ha

importanza; paradossalmente la statura

morale e spirituale del personaggio è

immensa, e finisce così per nascondere il

suo passato oscuro e criminoso.

Gatsby incarna la più istintiva purezza

della natura umana, è proprio il suo

desiderio così genuino che non gli

darà scampo portandolo a una sorta

di autodistruzione.

La fine di Gatsby è infatti emotivo-

passionale, la morte fisica ne è solo

un semplice corollario.

La fortuna dell'operaIl romanzo venne

tradotto per la prima volta in Italia nel 

1936 da C. Giardini con il titolo Gatsby

il magnifico e nel 1950da Fernanda Pivano

 con il titolo Il grande Gatsby.

Il libro venne rappresentato sulle scene

nel 1926 dal drammaturgo Owen Davis e

in opera musicale nel 1999 da John Harbison.

Da esso furono tratte anche quattro versioni

 cinematografiche: la versione muta del 1926,

la versione del1949 del regista Elliott Nugent

interpretato da Alan Ladd e quella del 1974

 con la regia di Jack Clayton e la sceneggiatura 

di Francis Ford Coppola interpretato da 

Robert Redford e Mia Farrow; la quarta versione

 cinematografica è uscita nelle sale italiane il

16 maggio del 2013 a firma del regista 

Baz Luhrmann conLeonardo DiCaprio

Tobey Maguire e Carey Mulligan

Questa pellicola ha inaugurato il 66°

 Festival di Cannes.

 

 

 

 
 
 

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