LADRO DI PAROLE
Ho letto che per fare lo scrittore una delle prime regole è quella di osservare quanto ti capita intorno: imparare a guardare. L'altra cosa è avere sempre a portata di mano un taccuino dove fissare intuizioni ed osservazioni perché non si volatilizzino. Ormai sono ossessionato, e vivo nella continua ricerca di spunti che possano ispirarmi. Come in tutte le passioni, inoltre, pare che se non dimostri di poterne trarre un guadagno economico, non sei abilitato ad esercitare. Non mi interessano i soldi, ma sogno un appagamento personale che mi dia soddisfazione, che mi gratifichi e trasformi in qualche modo il mio essere introverso, insicuro e timido. Ho letto molti libri per aspiranti scrittori... Ho letto e riletto i testi sacri della letteratura. Fino ad ora non ho scritto nulla, ma "sento" di essere uno scrittore. Lo sento, come un mio giovanissimo amico, anni fa, "sapeva" di essere un pittore senza aver mai dipinto: non ne aveva il minimo dubbio. Poi un giorno, spinto dalla passione, ha deciso di iniziare il suo fantastico viaggio: un vero genio del pennello!
Ho dunque raccolto diversi taccuini zeppi di idee ed ora, quando sento arrivare la furia dell'ispirazione, pesco in quelle paginette e dimentico il mondo. Sull'autobus, in treno, per la strada, non esiste un luogo dove io non prenda appunti: ladro di pensieri e parole, sembro un assatanato. A volte mi ritrovo ad origliare i discorsi della gente che ignora il mio interesse morboso, altre volte m'insinuo, come una spia in incognito, in ambienti poco raccomandabili, dove mai e poi mai sarei andato prima, con l'intento di trarre spunto per le mie scritture. Nelle bettole più malfamate tra ubriaconi impenitenti, in mezzo a travestiti, puttane e magnaccia dove litigi e risse sono all'ordine del giorno.
A volte una sola parola mi apre, come una chiave magica, tutto un immaginario che automaticamente fluisce dalla mente alla mano, dalla mano al foglio. Questi taccuini costituiscono il mio potenziale futuro capolavoro, il mio inestimabile tesoro. Mi fermo ai giardini pubblici, nell'ambulatorio medico, faccio la fila alla posta e osservo le persone cercando di fotografarle con la mente per fermarne i tratti somatici sopra il mio sacro quadernino. Ormai non vedo altro che personaggi, non più amici, conoscenti parenti. Tutti prima o poi finiranno dentro le pagine del mio libro. Ascolto freneticamente parole "scritte": tutta quella scrittura freme per uscire allo scoperto...quei frammenti non aspettano altro che essere messi in bocca alle persone...anch'esse ancora sospese nell'aria in attesa di... Ma quando sarà il momento giusto per smettere di cercare e mettere nero su bianco la mia storia? Penso di essere vicino al fatidico momento, anche se tremo all'idea della pagina bianca. L'inizio è importantissimo: da quelle prime righe si deciderà il destino del racconto e mio. Quelle prime frasi hanno il compito di trascinare l'eventuale lettore a proseguire la lettura. Se si è stati bravi lo ritroveremo poi a sfogliare le pagine del libro con l'avidità di un affamato.
Sento che l'appuntamento con l'ispirazione e l'impegno della narrazione è giunto, non si può più rimandare oltre. Intanto, per riposarmi e rilassarmi mi leggo l'ultimo libro che ho comprato. Mi preparo un buon caffè, mi metto seduto sulla poltrona più comoda e, finalmente, mi predispongo l'animo ad un nuovo viaggio in chissà quali luoghi misteriosi. Invece suonano alla porta. Vado ad aprire augurandomi che sia solo uno scocciatore da liquidare in due secondi. Però mi viene in mente che potrei sempre farlo entrare e raccogliere qualche nuova esperienza...chissà quanti fatti strani gli saranno capitati. Invece no: è la signora di sopra che chiede un limone in prestito. La signora entra e si mette a guardare con interesse i quadri alle pareti. Sento di aver sbagliato a liquidarla subito, avrei potuto sentire le sue impressioni sulle opere che guardava, ma la mia lettura è li che mi aspetta.. Riprendo la lettura e devo dire che questo autore è davvero bravo, è interessante il percorso mentale che ti porta a seguire tutta la vicenda. C'è qualcosa in queste pagine che rende l'atmosfera familiare: c'è chi sostiene che il successo di un libro indica quanto il lettore vi si identifica, quando sia lui a vivere nella storia del libro. Ora devo ammettere che io stesso, senza rendermene conto, sono entrato nel suo personaggio: più vado avanti e più mi sembra di conoscere bene questo individuo. E' veramente incredibile quanto possa intrigarti, ti fa un certo effetto ritrovare le tue manie, i tuoi tic, le tue parole, quelle che ripeti spesso, le tue idee; addirittura accade quello che è capitato proprio a te qualche tempo fa...anche fisicamente trovi attinenze e ti stupisci sempre di più. Insomma queste strane corrispondenze che si possono cogliere in alcune pagine del libro cominciano ad insospettirmi. Tanto che mi viene un forte dubbio. Vado a controllare la firma dell'autore e scopro che quello della copertina è uno pseudonimo... Chi ha rubato la mia vita per farne un best-seller? Attenzione siete avvertiti: state all'erta qualcuno vi spia per rapirvi ed inserirvi in un romanzo! Vostro figlio, vostra moglie potrebbe ridere del personaggio costruito a vostra immagine e somiglianza. Sapreste sopportarlo? Io sono ancora qui a chiedermi chi ha voluto trascinarmi in questa storia. Che poi sia la mia, è tutta un'altra storia.
Inviato da: cassetta2
il 11/11/2020 alle 17:27
Inviato da: RomanticPearl
il 16/06/2020 alle 12:42
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il 13/06/2020 alle 15:27
Inviato da: brunaverdone
il 12/06/2020 alle 16:23
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il 12/06/2020 alle 16:18