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Il mito di Via Col Vento

Post n°134 pubblicato il 07 Novembre 2006 da vergine_e_martire
 

1976 - 7 novembre

Per la prima volta VIA COL VENTO viene trasmesso in TV, negli Stati Uniti, e registra uno share del 65%.

Portato sugli schermi nel 1939, dopo una lunga e difficile gestazione (dalla maratona per scegliere gli interpreti, alla sequela di registi che si alternarono nell'impresa per poi lasciarla nelle mani di Victor Fleming), Via col Vento è uno di quei casi in cui la trasposizione cinematofrafica (nemmeno tanto fedele) di un romanzo ha trasceso le fortune della fonte di ispirazione e ha creato un mito di cui, anzi, l'opera di Margaret Mitchell vive oggi di luce riflessa.

Eppure il romanzo era stato un successo eccellente, negli Stati Uniti, aveva vinto il premio Pulitzer nel 1936, aveva venduto quasi 180.000 copie in sole quattro settimane, un milione in sei mesi, ed era ancora in testa alle classifiche dopo due anni.
Da quando si era diffusa la notizia dell sua traduzione cinematografica, fior fiore di attrici avevano accettato di fare il provino per interpretare la parte di Scarlett O'Hara: fra queste la giovanissima Lana Turner, Susan Hayward, Miriam Hopkins, Katharine Hepburn, Bette Davis, Paulette Goddard (all'epoca amante di Carlie Chaplin), la diva Tallulah Bankead, impietosamente considerata troppo vecchia per il ruolo.
Paulette Goddard perse il ruolo perché non sposata a Chaplin, cosa del tutto innacettabile a quei tempi.

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Questa è una foto del provino di Lana Turner per Via Col Vento

Alla fine venne scelta un'attrice inglese, Vivien Leigh, amante del grande attore shakespeariano (e ormai stella del cinema), Laurence Olivier. La relazione tra i due non era nota al grande pubblico e comunque promisero di sposarsi al più presto per regolarizzare la loro posizione (cosa che in effetti fecero).

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E' stato a lungo il film più visto della storia del cinema, certo uno dei più amati dal grande pubblico, che ne ha fatto un vero mito.
La battuta finale di Rhett ("Frankly, my dear, I don't give a damn") è stata anche di recente votata come la più nota e la più entrata nel linguaggio generale.

Da un colossal miliardario, che realizzò lìincendio di Atlanta bruciando davvero tonnellate di vecchie scenografie; dalle migliaia di comparse ingaggiate per le scene delal disfatta sudista, dalla perfetta caratterizzazione del personaggio di Rossella, soprattutto, nasce il mito di un film che poi è la costruzione di un carattere femminile.

Generazioni di donne pre-femminismo hanno visto in Rossella, nella sua testardaggine, incostanza, vanità, egoismo, forza d'animo e incapacità di riconoscere l'amore, una eroina delal nuova femminilità, ancora in abbozzo, desiderosa di liberarsi dalle pastoie del mondo patriarcale ma incapace, ancora, di trovare un suo nuovo ruolo e una collocazione in una società in divenire.

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