Cris' personal blog
la seconda parte del diario di bordo...perchè io mantengo le promesse! ^__^
IL PERCHE' DEL BLOG
“Un’immagine vale più di mille parole” non è solamente un modo di dire: dietro un’immagine ci sono realmente parole e sensazioni che una dopo l’altra prendono forma a delineare ciò che nella nostra mente quella determinata immagine suscita. Un’immagine è il “catturare” visivamente, e quindi in maniera concreta, l’attimo; un attimo che fa scaturire dentro noi delle emozioni, dei ricordi, delle associazioni, siano esse positive o negative. E’ un fissare nel tempo un momento, un particolare, un’espressione, è memoria storica. affettiva. personale. o semplicemente emotiva.
Questo blog volutamente dà grande importanza più alle immagine che alle parole, che restano indiscutibilmente di fondamentale importanza in quanto vanno a completare ed esplicitare quello che io “sento” davanti alle immagini che scelgo di inserire. Altrettanto volutamente in questo blog mostro indirettamente una parte di me, di quello che sono e del mio modo di pormi rispetto alle cose. Tra le righe, insomma, traspare un po’ quella che potrei definire come la mia “filosofia di vita”: le mie passioni, i miei interessi, la mia sensibilità, gli ideali in cui credo.
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VITA DI TUTTI I GIORNI
Post n°149 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da c.rendina
“nelle mie parole c’è il potrei, il dovrei .. ma il vorrei? dove è finito?”
sono passate due settimane in un batter d’occhio, ma grandi novità per ora non si profilano all’orizzonte. solita routine quotidiana, se non fosse che questo fine settimana ho “bigiato”. sì, mi sono presa un week-end per me e per D., visto che era un po’ che non succedeva. mi è sembrato strano, non essere a lavoro, mangiare ad orari decenti e prendermela comoda, ma è stata la cosa più intelligente che potessi fare. sto continuando la mia “opera”, tra curriculum da lasciare e corsi da cercare, possibilmente da frequentare anche a distanza. per ora aspetto una risposta, anzi due: una per un corso, ed una per un colloquio. quanto non sopporto dover stare sulle spine! soprattutto per qualcosa che mi interessa. paradossalmente più mi sento negare e più mi viene voglia di accanirmi, di “farmi notare”. non nego che tutta la situazione mi metta addosso anche parecchio nervoso, ma comincio a pensare che questo mio “essere in un limbo” porterà entro l’anno a buoni frutti a livello personale.
“come se avessi preso le distanze dalla situazione, e cercassi di analizzarla”
vorrei riuscire a parlare di altro, di me, delle mie sensazioni .. vorrei anche in questo momento giorno per giorno riuscire a descrivere e fissare una giornata passata con il mio lui, una conversazione tra amiche, il cambio delle stagioni e quanto altro faccia parte del mio quotidiano. continuare la linea parallela di ciò che fa star bene l’anima. impossibile. non ci riesco qui come nella vita di tutti i giorni. escono pensieri, parole appena accennate, incomplete. non è raro che mi faccia trasportare da una preoccupazione infondata. come il timore di non essere adeguata a determinate attività, di non riuscire a tenere i fili di più cose per volta, di non essere abbastanza presente per D. e persino per me stessa. più le preoccupazioni sono pressanti e meno riesco ad esternare a voce e su carta quello che sento.
“eppure anche parlare di lavoro è qualcosa di strettamente personale”
mi dicono che è normale sentirsi così, che è il momento di agire, di fare, di provare qualsiasi occasione mi si presenti davanti. giustissimo. neppure vedo altre alternative. eppure sì sono angosciata per la situazione, ma non credo di essere una sprovveduta. è normale incontrare difficoltà nell’inserirsi in un determinato campo. nessuno ti conosce, nessuno può sapere se fai sul serio, se sei preparata oppure no. fiducia in me da trasmettere agli altri. questo il prossimo passo.
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ATTENZIONE
Tutte le immagini da me utilizzate sono reperibili in rete richiedendo autorizzazione, ciò non è così per gran parte delle descrizioni e delle poesie inserite in questo blog: a meno che non rappresentino una citazione, infatti, sono tutte di mia personale creazione. Se foste quindi interessati ad utilizzarle nei vostri siti, vi prego gentilmente di chiedermi il permesso. Grazie! ;)
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Sono in una clinica. Seduto su una sedia scomoda in una sala d'aspetto che guarda sul cortiletto interno. Tutto è tranquillo. Silenzioso e pulito.
Francesca è a pochi metri da me in un'altra stanza. Sta per partorire nostra figlia. Alice. Sono emozionato. Sono preoccupato. Penso a loro e penso a me. Francesca è la donna che amo. È un arcipelago. Un insieme di meravigliose isole che io, navigando nelle loro acque, visito in tutte le loro delicate forme. Di lei conosco ogni piccola sfumatura, ogni minuscolo dettaglio. Conosco i suoi silenzi, la sua gioia. I suoi mille profumi, l'ombra dei suoi baci, la carezza del suo sguardo. Amo la rotondità della sua calligrafia. La luminosità delle sue spalle nude e il suo collo a cui ho sussurrato i miei più intimi segreti. Sono incantato dalla capacità che hanno le sue mani di creare attimi di eternità dentro di me. Adoro i territori dove mi conduce quando mi abbraccia. Territori che conosco pur non essendoci mai stato. E nonostante tutta questa conoscenza riesco ancora a emozionarmi e a regalarmi istanti di stupore. Lo so: sono sdolcinato, stucchevole e patetico, ma non posso farci niente. Credo sia la conseguenza naturale di quando si incontra finalmente il piede che calza alla perfezione la scarpetta che tengo in mano da anni.
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