Creato da mcalise il 13/05/2013

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Discussione sulla democrazia, cittadinanza e partecipazione

 

 

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Il NO ha vinto, e l’Italia?

Post n°120 pubblicato il 05 Dicembre 2016 da mcalise
 

La campagna referendaria ha offerto un reality show poco edificante; la voce di tanti che, su entrambi i fronti, si sono impegnate sinceramente convinte di fare l'interesse del Paese è stata sommersa da un vociare scomposto. Si sono confrontati due populismi: quello irriflesso meglio rappresentato da Salvini e quello opportunista icasticamente espresso dall’immagine del Presidente del Consiglio che fa rimuovere la bandiera europea alle sue spalle.

Ha vinto il NO ed è facile immaginare che molti interpreteranno il risultato come un evento da festeggiare e anche questa vittoria, presunta, avrà molti padri.

Ovviamente è legittimo che chi ha votato NO consideri positivamente il risultato elettorale. Certo le tante persone che lo hanno fatto responsabilmente e coscienziosamente potranno rallegrarsi dello scampato, dal loro punto di vista, pericolo ma dovranno convenire che il Paese non ha fatto alcun passo innanzi! Sarebbe stato più arduo sostenere la stessa cosa se avesse vinto il SI ma anche in questo caso: quante macerie! Sarebbe passata una riforma poco condivisa e definita pasticciata anche da alcuni di coloro che l’hanno votata.

Abbiamo vissuto una campagna referendaria lunga e brutta dove la povera Costituzione è parsa più un pretesto che l’oggetto di differenti e appassionate attenzioni.

L’affluenza è stata superiore alle aspettative di molti, quasi il 70%. Capire quanta parte di essa sia dovuta alla democratica voglia di partecipare o alla rabbiosa voglia di dire no è importante per il futuro dell’Italia.

È sperabile che, acquisito il risultato, tutti comprendano che il Paese ha perso! Quanto meno ha perso tempo prezioso. Le colpe sono attribuibili, in misura diversa, ad entrambe le parti in competizione.

A mio avviso la vicenda dovrebbe insegnare a tutti almeno tre cose:

  • Le riforme costituzionali sono necessarie ma non sono una priorità. Non è l’ingegneria costituzionale la panacea dei nostri mali;
  • non solo non bisogna tentare di limitare la sovranità popolare ma non bisogna dare nemmeno l'impressione di volerlo fare;
  • i quesiti referendari, di qualsiasi tipo, devono essere rispettosi dei cittadini che devono potersi esprimere su singoli e chiari punti.

 Ora ci attendono delicati passaggi politici ed istituzionali. Il Presidente del Consiglio ha annunciato le sue dimissioni e molti protagonisti del no invocano elezioni immediate trascurando, spero solo nei proclami, che, in pratica, manca una legge elettorale. L’atteggiamento del PD saprà determinante ed è auspicabile che in un momento così difficile saprà ritrovare la sua unità.

Al Presidente della Repubblica l’arduo compito di far ripartire, dal punto di vista istituzionale, un Paese incagliato.

Ora più che mai è il momento della responsabilità, i problemi del Paese incalzano: economia, lavoro, Europa. Sono questi i principali dossier ancora aperti

Sono tempi più che mai incerti e le semplificazioni e le scorciatoie convengono solo a coloro che credono di avere la ricetta in tasca. Di quest’ultimi è meglio diffidare, ora tutti dovremmo, responsabilmente, voltar pagina.

 
 
 
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