Creato da mcalise il 13/05/2013

Civis

Discussione sulla democrazia, cittadinanza e partecipazione

 

 

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Fusione dei Comuni, per uno spazio a misura di cittadino

Anche questa volta, esaminando l’anno appena terminato, constatiamo un notevole interesse dei politici locali e dei cittadini per la Fusione dei Comuni (D. Lgs. n. 267 del 2000 TUEL, Art. 15). Ricordiamo che con essa più Comuni limitrofi possono decider di costituire un Comune unico; un approccio strutturale ai problemi del territorio previsto dalla legge, finanziato dallo Stato e, anche, da alcune Regioni. Nel triennio 2014-2016 sono stati creati 60 Comuni Unici con la conseguente soppressione di149 Comuni, pertanto il loro numero totale è diminuito di 89 unità. Tale riduzione procura, anche, un beneficio per l’intero “sistema Paese”; si consideri che circa il 75% dei Comuni italiani ha meno di 10.000!

Le Fusioni hanno riguardato le Regioni: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Veneto.

È facile osservare come in nessuna regione meridionale è stata colta questa opportunità e nel 2017 sembra, purtroppo, che sarà confermato questo disinteresse. Eppure i Comuni meridionali più di altri avrebbero bisogno di mettere in pratica il semplice principio “l’unione fa la forza”; il maggior ostacolo è culturale: la scarsa propensione alla cooperazione.

Il processo di Fusione, che non è semplice, dà al Comune Unico costituito numerosi vantaggi che possono essere riassunti in una più efficiente gestione del territorio e più strutture e servizi per la cittadinanza; insomma un maggior benessere per i propri cittadini , ciò che dovrebbe essere la maggior preoccupazione delle istituzioni locali.

A tal proposito mi soffermo su un aspetto specifico: l’habitat in cui viviamo. Esso è composto anche da una pluralità di luoghi: casa, scuola, azienda, palestra, parco, banca, uffici pubblici, mercato, biblioteca, discoteca, locali pubblici, cinema, teatro, ospedale, chiesa, … . Tutti questi luoghi sono connessi da piazze, vie, scalinate, ponti, … . Poi vi sono varie tipologie di reti ed altro ancora. Tutto ciò costituisce la parte materiale del nostro habitat; poi vi sono i servizi e, importante: le nostre relazioni, i nostri rapporti umani. Insomma un complesso di strutture e servizi la cui presenza ed efficienza determina la qualità delle nostre vite. L'Ente comunale ha un ruolo essenziale per la loro creazione e gestione diretta o, se di altrui competenza, per incentivarli, sostenerli e controllarli.

È interesse dei cittadini impegnarsi e vigilale affinché questo habitat sia il più rispondente possibile alle aspettative di ciascuno; lo strumento principale di tale attività è la partecipazione politica ed il voto. L’interlocutore primo, il più prossimo, è il Comune

Ora, specialmente nei centri minori, facilmente si verifica che la possibilità che il cittadino ha di incidere sul suo ambiente è impedita dalla mancata coincidenza del suo habitat con il territorio del Comune dove risiede (e vota). Abita in un Comune ma lavora in un altro, la sua palestra è in un altro ancora, in un diverso Comune è la scuola di suo figlio, ecc. ecc.. Insomma la frammentazione del territorio da una parte rende difficile alle Amministrazioni locali la realizzazione dei servizi necessari (es.: trasporti pubblici) e dall’altro toglie ai cittadini la possibilità di incidere sull’ambiente di loro interesse.

Quindi anche un’Amministrazione seriamente impegnata a migliorare il benessere dei propri cittadini, e che disponga delle risorse necessarie, non potrà farlo poiché occorrerebbero strutture e servizi anche in territori che non sono di sua competenza.

È evidente che il fenomeno descritto, la mancata coincidenza, non è totalmente eliminabile ma la fusione dei comuni potrebbe, anche per questo aspetto, essere una significativa risposta; una riorganizzazione per adeguare i territori alle esigenze dei cittadini.

Al sud, purtroppo, persiste l’atteggiamento dei politici e amministratori locali che, contrariamente agli omologhi del centro-nord, ignorano la concreta opportunità offerta dalla Fusione, è facile capirne, per quanto meschini, i motivi; è più difficile comprendere l'inerzia dei cittadini meridionali che sembrano preferire una tranquilla mediocrità ad un faticato benessere. Eppure è in gioco la concreta possibilità di ottenere strutture e servizi per migliorare la propria vita. 

 
 
 
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