Post n°35 pubblicato il 19 Luglio 2011 da codiceastrale
Esistono differenti versioni dei gradi zodiacali, da quello egiziano a quello esoterico, da quello indiano a quello di Janduz e così via. Alcuni fra questi hanno immagini molto simili, altri offrono delle rappresentazioni diverse, ma fondamentalmente identiche sul piano simbolico e interpretativo. Per il primo Decano dello Scorpione, che ospita Venere nella carta natale di Berlusconi, il calendario egiziano recita...“due uomini si battono davanti a una bellissima donna”. Ma chi è questa donna? Viste le ultime vicende giudiziarie del premier, mi verrebbe da pensare che la bellissima donna potrebbe essere la Mondadori...e i due uomini, ovviamente, i due capitani d'industria che si battono da vent'anni in una guerra senza fine. La bellissima donna esercita una forte attrazione su di loro, perchè emana un fascino e un magnetismo irresistibile che li rende avidi e folli, pronti a “uccidersi” per godere delle sue grazie. E' un decano di Marte, di seduzione e di magnetismo, di desiderio e di sentimenti esacerbati che possono rendere intemperanti e violenti, e l'astro si trova sempre nei confini di Marte...7 gradi di violenza, ribellioni e volubilità, nella triplicità notturna di Marte, e non ultimo, in un grado di Marte...tenebroso e maschile, rappresentato esotericamente con l'immagine di “un uomo con dardo”, che diventa nel calendario egiziano “un uomo con un arpione in mano”; lotte e ferite agli altri dice il calendario esoterico, un personaggio scontroso che è meglio non stuzzicare, ribadiscono gli egiziani, qualcuno che se viene aggredito, o si sente in pericolo, può rivelarsi molto temibile e pericoloso, qualcuno che non lascia la presa fino a quando non abbia vinto o assaporato la sua vendetta. Un grado, insomma, che non sembra essere molto in sintonia con la simbologia di Venere, pianeta dell'amore, della seduzione, della bellezza e dell'armonia. Venere in Scorpione si trova nella sua contrarietà, perchè il suo domicilio notturno è nel segno opposto, ed è dispositore della seconda casa di questo tema natale - luogo del denaro e delle risorse – quadrata a Plutone, suo governatore. Tutto ciò potrebbe disilludere chi pensava di trovare, nel tema di una persona così ricca, una seconda scintillante. L'unico pianeta presente è Venere, che comunque è la “fortuna minor” degli antichi, e qui si riscatta per essere nella sua triplicità, pianeta notturno in natività notturna e in segno femminile, in sestile a Marte, governatore dei suoi luoghi. Oltretutto, è anche nella casa che governa, nella quale è domiciliata per cosignificanza con il Toro, e dispone del Sole e di Mercurio, quest'ultimo Maestro dell'Ascendente e del Medio Cielo, che si trova in un luogo angolare e nella sua triplicità. Venere quindi in una botte di ferro? Sembrerebbe di sì, almeno per quanto riguarda le risorse materiali, non per l'affettività, il cui discorso è un po' diverso. Ma lasciamo stare l'amore, e volgiamo l'attenzione ai transiti degli ultimi tempi, perchè i pianeti lenti sono in “assetto da guerra” e confluiscono in direzione del Sole, oscurando la sua luce. Il significato psicologico di Plutone è proprio il “potere personale”, come un individuo lo vive e l'uso che ne fa. Plutone è tanto piccolo quanto intensa e potente è la sua energia, tanto oscuro e invisibile ad occhio nudo quanto indelebili sono le impronte dei suoi passaggi, i cui risvolti sociali, generazionali e collettivi lasciano delle tracce profonde che fanno da spartiacque tra la fine di un'epoca e l'inizio di quella successiva. Non è un fulmine a ciel sereno, come Urano, né crea vaghezza, mancanza di limiti e confusione, come Nettuno, ma la sua azione è dirompente e fa tremare la terra sotto i piedi, nel senso che apre una voragine che tutto inghiotte, la voragine in cui venne risucchiata, nel mito, Proserpina, quando Ade/Plutone la rapì e la trascinò negli inferi per farla sua sposa. Nel tema di nascita di Berlusconi Plutone assume un ruolo di primo piano perchè di trova nella decima casa, il luogo del potere, del successo, della carriera e della vita pubblica, governa Venere e la quadra nel tema radicale. Un Plutone dissonante nel tema crea sempre un problema con il potere, un Plutone dissonante a Venere lo trasferisce nei rapporti emotivi, che si tingono di fatalità con incapacità di controllare i desideri, egocentrismo, ossessioni coercitive e tendenza a manipolare gli altri. La prepotenza lascia il posto ad un modo di fare seducente, ma si tratta di una manifestazione diversa nella forma, non nella sostanza. Plutone in decima casa dà una forte ambizione, e i modi che il governatore dello Scorpione generalmente usa per raggiungere i suoi scopi sono occulti e si avvalgono dell'intrigo. Plutone rappresenta, per dirla con “Pellettier”, la “spinta al sacrificio personale in favore delle necessità di una struttura sociale in evoluzione”. Se usato positivamente, questo pianeta spinge a eliminare il male in sé e nel mondo, ma se usato scorrettamente, riporta l'uomo alla sua natura primitiva e animalesca; simboleggia quindi il progresso oppure la distruzione, ed è in analogia da un lato con il potere di cui dispongono i grandi complessi finanziari che muovono i fili del destino umano, dall'altro con tutto ciò che è nascosto e agisce nell'ombra, come la mafia. Un Plutone in posizione così importante nella carta natale, fa risaltare tutto ciò che rappresenta nella vita della persona, la quale può usarlo bene o male secondo la propria coscienza. Con Plutone in decima l'individuo sente il bisogno di esercitare un dominio che lo metta in vista, e spesso lo troviamo nella carte natali di persone che con il potere sono o amano essere in conflitto, che devono imporsi o rimettere tutto in discussione. Il potere in analogia con Plutone non è quello precostituito di Saturno, che riguarda le strutture sociali, ma quello che emana un fascino magnetico e impalpabile, sottile, seducente e terrificante alla stesso tempo, quello che mette in soggezione e che si avverte più che non quello che si identifica in un ruolo o in un'autorità. Il terzo decano del segno del Cancro, nel quale si posiziona Plutone alla nascita, recita “un uomo che porta dei cani alla caccia al leone”, e la caccia, dal punto di vista simbolico, raffigura la ricerca, l'inseguimento, i profitti ottenuti grazie al proprio coraggio e alla propria abilità, ma anche grazie a una certa dose di fortuna, che non guasta mai. Ma la caccia, richiama anche il contatto con la natura selvaggia, e in questo luogo del cielo il pianeta degli istinti vede quindi accentuata la sua essenza arcaica e il suo fiuto primordiale, e per estensione anche il suo bisogno di essere libero da qualsiasi vincolo, proibizione e costrizione sociale. Tutto ciò non può non richiamare alla mente le vicende giudiziarie del premier, che da anni ormai recita la parte di colui che sfugge ed è inseguito in una caccia al ladro da parte della magistratura che non riesce a braccarlo, che lo perseguita ingiustamente e della quale si sente vittima, mentre il decano del Sole, viene raffigurato con “due uomini: uno in piedi, il volto segnato dalla collera e con in mano un flauto, l'altro seduto a lato intento a leggere un libro”; colui che è in piedi con il volto segnato dalla collera è qualcuno che denuncia l'ingiustizia, perchè il flauto veniva utilizzato come ideogramma nei geroglifici per indicare la giustizia e la verità, ciò che qui in occidente viene simboleggiato proprio dalla bilancia, oltre che dalla spada, quindi ancora una volta ritorna il tema della giustizia o dell'ingiustizia, del bisogno di verità e della denuncia. Plutone è il burattinaio senza nome che tesse trame oscure e rappresenta le ricchezze sotterranee, Venere invece simboleggia i legami, i piaceri, la seduzione e la diplomazia; uno governa la terza casa, quella della mente, delle idee, della socievolezza, dell'informazione, dei mass-media, l'altra la seconda casa, quella delle risorse e dell'immagine. Quanto c'è di questi due pianeti e del loro conflitto nella vita del soggetto? Direi molto, e il Sole-Io che ne vive i risvolti è ora sotto il tiro incrociato di Plutone stesso, di Saturno e di Urano. Un momento non facile, non c'è che dire! Il premier è adesso ad un punto di svolta del suo percorso, perché il quadrato di Plutone al luminare diurno giunge dal segno di Saturno, il Capricorno, nel quale è entrato da circa 3 anni e ha già fatto vittime illustri nell'ambito del potere. Plutone in Capricorno rivolta come un calzino le strutture dello Stato in cerca di “Verità” e di “Autenticità”, ed elimina senza tanti complimenti tutto ciò e tutti coloro che non rispondono a tali requisiti. Plutone quadrato al Sole è un momento decisamente importante nella vita di ognuno perchè implica una profonda trasformazione interiore che mette il soggetto di fronte ad un problema esistenziale. Berlusconi ora vive un confronto difficile non solo con il potere, ma con se stesso, una crisi che assume le sembianze di una vera e propria discesa agli inferi attraverso la quale qualche aspetto della sua personalità dovrà necessariamente “morire”, se egli vorrà rinascere in forma diversa; dovrebbe accettare il fatto di non poter cambiare tutto ciò che vorrebbe, essere meno rigido e più autentico, e l'ego dovrebbe lasciare il posto ad un vero interesse sociale e collettivo. C'è un forte bisogno di rivalsa che si fa strada nel soggetto che vive il quadrato Plutone-Sole, perchè si tratta di un passaggio che comporta, in un modo o nell'altro, una sofferenza, un ferimento nell'anima. Ce la farà il nostro eroe ad accettare il fatto che il potere, questo dio cui ha sacrificato tutto, ora lo sta lasciando lungo il bordo della strada? Certo, non gli mancano i mezzi per consolarsi....
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Post n°33 pubblicato il 11 Maggio 2011 da codiceastrale
PROFILO DEL SEGNO L'iniziatore
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Post n°31 pubblicato il 02 Aprile 2010 da codiceastrale
Nell’astrologia Indù è “lopasthana”, cioè “luogo delle trasformazioni”, indicando in questo senso le trasformazioni inevitabili che ogni essere umano deve fatalmente vivere nel corso della sua vita. Stiamo parlando di quella che qui in Occidente è la dodicesima casa di un tema natale, l’ultima fase del ciclo individuale, il campo di esperienza che nel corso dei secoli è sempre stato messo in relazione con le grandi prove cui il soggetto va incontro nel corso del suo destino. In ogni manuale essa viene descritta come la casa della sofferenza, degli ospedali, delle carceri, delle malattie croniche…e chi più ne ha più ne metta…un curriculum simbolico che non può fare altro che spaventare colui che, avvicinandosi allo studio dell’astrologia, trova nella sua carta astrale una dodicesima casa abitata da vari pianeti. In realtà, quest’ultima tappa del cammino individuale, dell’anima e della coscienza, non merita di essere presa in considerazione soltanto per le sofferenze interiori che descrive in determinate situazioni, perché il suo è un significato molto profondo e di più ampio respiro. Lopasthana, ritornando alla sua versione orientale, è “il luogo entro ciascuno di noi dove possono verificarsi trasformazioni profonde in grado di liberarci dall’influenza e dall’illusione del mondo esteriore”, da ciò che, ai nostri occhi, appare come una realtà tangibile e materiale. Gli Indù infatti, che abbracciano la teoria della reincarnazione, vedono la realtà che ci circonda come “maya”...illusione, e localizzano quella vera, di realtà, in una zona intermedia fra il samsâra – il ciclo di morti e rinascite – e il nirvâna, parola sanscrita che significa “estinzione”, e corrisponde ad uno stato di liberazione e di realizzazione della coscienza e dello spirito. Ma in lopasthana troviamo anche un’altra simbologia, quella di “perdita”, in sanscrito “vrayâ “, che diventa quasi un anello di congiunzione fra l’astrologia indù e quella occidentale, indicando che tutto quello che si perde nella realtà materiale lo si guadagna in termini di consapevolezza e di realizzazione personale; il luogo delle sparizioni diventerebbe quindi anche quello dell’arricchimento intimo e profondo, dal momento che nulla si perde, ma tutto si trasforma. Ora, se pensiamo all’isolamento della dodicesima casa così come essa ci viene descritta in occidente dal punto di vista psicologico e materiale, non possiamo che richiamare alla mente tutte quelle situazioni in cui chi è costretto, in un modo o nell’altro, a vivere esperienze di solitudine, ha la possibilità di ritrovarsi e di fare luce dentro se stesso meditando, riflettendo sulle cose della vita, pensando a tutto ciò che lo riguarda ma su cui non ha mai avuto occasione di fermarsi un istante, perché imbottigliato nel traffico della routine quotidiana simboleggiata dalla casa opposta, la sesta, con il suo tran-tran frenetico e il continuo bisogno di analizzare costantemente ogni dettaglio, risolvere impegni, portare avanti situazioni di lavoro. La sesta casa è infatti il settore del collettivo e della normalità, della realtà pratica e concreta che circonda l’Io da quando, alle scuole elementari, egli ha dovuto fare i conti con il fatto di non essere unico ed eccezionale, ma di essere solo un numero fra tanti…una matricola…inserita in un meccanismo più grande. In nome del contingente il soggetto sacrifica una parte molto importante di se stesso…sacrifica i suoi sogni, il suo bisogno di evasione, la tensione che lo spingerebbe verso l’assoluto, verso il sublime e l’infinito; tutte cose che non è possibile coltivare se si deve andare in ufficio a lavorare, e così, esse vengono lasciate in un angolino della mente impolverato e dimenticato. Solo quando la vita ci mette davanti al bisogno di fermarsi, per operarsi di appendicite ad esempio, e si ha l’opportunità di lasciarsi andare e rimanere un po’ di tempo soli con se stessi, questi simboli riprendono vita. In quei momenti si può “staccare la spina”, isolarsi dal circostante e rimanere soli a meditare su molte cose importanti per noi, e così, più lungo è il periodo che ci capita di vivere lontano dalla routine, più ci si addentra nei meandri di se stessi e si rivisitano luoghi che magari non si vedevano da quando si era bambini. In ogni caso però, le cose sono molto cambiate da allora, e l’Io che la vita ha messo davanti a situazioni difficili spesso si rende conto, in questi rari momenti, che stava sacrificandosi e impegnando tutte le sue energie non solo per la “necessità”, ma anche per il superfluo...stava perdendo contatto con se stesso…stava andando “fuori integrità”, e le circostanze della vita lo hanno messo in condizioni di ritrovarla. In sesta casa infatti, l’Io è al massimo della frammentazione di sé, lacerato da tutti i dettagli delle cose materiali, e la parte emotiva dell’essere svanisce in un angolino buio del quale si è persa anche la strada. La dodicesima, è la foresta che contiene i mille alberi della sesta, è il macrocosmo che contiene tutti i piccoli microcosmi…è l’unità che contiene tutte le piccole parti di un individuo. Nella sesta casa l’Io deve tenere conto dei limiti, deve avere tutto sotto controllo, deve mettere degli argini, interrogarsi di continuo, analizzare le cose al fine di non sbagliare…deve fare l’esperienza della materia; ma per non perdere contatto con se stesso, deve fare anche l’esperienza del superamento di sé, dell’abbandono, dell’ebbrezza, deve aprirsi alla vita ed essere un po’ pazzo…deve lasciare la routine quotidiana e incamminarsi lungo il sentiero dell’insolito…e questo, lo fa in dodicesima casa. Ecco perché quando qualcuno non ci pensa proprio, a volte è la vita stessa a far sì ch’egli possa fermarsi ad “alzare lo sguardo”…a volte per questo è necessario passare attraverso momenti di crisi e di scoraggiamento, ma l’individuo, dopo, ne uscirà cambiato…avrà ritrovato l’unità interiore e potrà rinascere ad un nuovo ciclo della sua vita. Lopasthana, insomma, non è poi così negativa. |