Creato da codiceastrale il 01/04/2007

Codice Astrale

Segreti dello Zodiaco

 

 

Il Leone di Nemea

Post n°37 pubblicato il 21 Luglio 2011 da codiceastrale
 
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Leone di Nemea

La prima fatica cui Ercole si sottopose fu quella in cui dovette scorticare il gigantesco Leone di Nemea, la cui pelle niente poteva scalfire, né il ferro, né il bronzo né la pietra; era un animale mostruoso nato per alcuni dall’accoppiamento fra la madre Echidna e il cane Ortro (figlio di Tifone), uno dei suoi figli  - e fratello di Cerbero  - ma secondo altri nacque da Tifone, demone nato da due uova che Crono aveva offerto a Gea per vendicarsi di Zeus che aveva ucciso i suoi figli, i Giganti; per altri ancora era nato dalla Chimera, animale favoloso e terrificante, in parte capra, in parte leone e in parte serpente - figlia di Tifone stesso - e dal cane Ortro, che si narra fosse anche il padre della Sfinge di Tebe. Ma i miti hanno mille e una versioni, e c’è chi narra che Selene, la Luna, rabbrividì di orrore nel metterlo al mondo - ma secondo Iginio lo svezzò con il proprio latte – e lo lasciò cadere sulla terra, sul monte Treto, vicino a Nemea, nel Peloponneso, nei pressi di una caverna dalla doppia entrata; per punire il suo popolo di non aver compiuto un sacrificio, gli fece poi divorare tutti gli abitanti del posto.

 

Ma veniamo alla leggenda. Ercole arrivò sul luogo quando il Sole era alto nel cielo, ma poiché il Leone, chiaramente, aveva spopolato i dintorni, non trovò nessuno cui chiedere informazioni. Quindi, si diresse verso il monte Treto e vide la belva che stava rientrando nella caverna tutta macchiata di sangue, probabilmente della sua ultima vittima. Ercole scoccò un nugolo di frecce contro la fiera, che però rimbalzarono sulla sua pelle, troppo spessa e dura; il leone si voltò a laccarsi i fianchi e sbadigliò. Allora Ercole utilizzò la sua spada, che però si piegò come fosse di latta, quindi decise di impugnare la clava con la quale assestò un colpo sul muso della fiera, la quale scuotendo la testa rientrò nella sua tana. La clava, comunque, era fuori uso…ed Ercole pensò di mettere una rete ad una delle uscite della caverna ed entrò dalla parte opposta per andare incontro al mostruoso animale e affrontarlo a mani nude, dal momento che nulla sarebbe servito contro di lui. Il Leone gli strappò un dito, lui gli afferrò la testa e, girandogli un braccio intorno al collo lo strinse e lo soffocò. Non sapendo come fare per scorticarlo, fu colto da ispirazione divina, e decise di utilizzare gli artigli stessi della belva per scuoiarla, rivestirsi e farsi un’armatura completa di elmo…la testa del leone. In questo modo, Ercole era anche fedele alla tradizione antica dei guerrieri, che indossando le vesti del nemico sconfitto, manifestavano la vittoria e si impossessavano della sua forza…ne resterà solo uno!

 

Per lungo tempo, il Leone di Nemea aveva terrorizzato gli abitanti del luogo e distrutto i loro territori. Si tratta di un mostro mitologico nato dalla collera di Era – Eracle significa gloria di Era - , con parvenza umana, ma le cui dita sono teste di draghi, e la cui parte bassa del corpo, dalla vita alle caviglie, è avvolta da serpenti. Il suo corpo alato e gigantesco è di dimensioni tali da ricoprire la metà della Terra, e i suoi occhi gettano fiamme. Ciò che raffigura sono le pulsioni istintive irrefrenabili e distruttrici, la violenza emotiva che tutto annienta al suo passaggio.  Figlio di Tifone, il Leone è quindi figlio delle forze istintive incontrollate e disastrose, che nessuno può fermare.

 

Astrologicamente il Leone è governato dal Sole, simbolo della volontà istintiva, e rappresenta il luogo in cui questa si affianca alle forze istintive incontrollate della natura, che crea e distrugge, genera e rigenera, leggi proprie del destino. Il motivo per cui il Leone divora tutti gli abitanti del luogo va ricercato nel fatto che questi si sono dimenticati di fare un sacrificio, una dimenticanza che va vista come uno sgarbo alle forze istintive, pulsionali ed emotive presenti in ognuno; dimenticare di sacrificarsi per loro, significa rischiare di vederle rivoltarsi contro di noi più violente e più forti. Ercole non trova nessuno a dargli notizie del Leone perché lo sgarbo equivale a respingerle e ad inibirle, per cui ci si ritrova da in loro balia, non sapendo più dove sono e dove si nascondono, così sono libere di sorprenderci e divorarci da un momento all’altro. Per sconfiggere il Leone, Ercole non usa le armi, strumento dello spirito e dell’intelletto, ma come simboleggiato dall’arcano XI, la Forza, solo la forza d’animo può vincere la forza fisica distruttrice. L’uomo che è riuscito a dominare i propri istinti può esprimere ora il suo libero arbitrio.

 

 
 
 

The Lizard King

Post n°36 pubblicato il 20 Luglio 2011 da codiceastrale
 
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Can you picture what will be So limitless and free Desperately in need of some strangers hand In a desperate land”

Jim Morrison - Teama Radix

Dicono che muore giovane chi è caro agli déi, ma i miti non muoiono mai. A quarant’anni dalla sua morte, c’è chi giura di averlo visto qua e di là, come spesso accade quando si tratta di artisti ancora vivi nell’immaginario collettivo; forse sono tutti lì, in quella famosa isola dove sembra che i più grandi, da Marley a Elvis, da Mercury a Morrison, si siano dati appuntamento per vivere in pace, lontani dalle folle. E in questo caso, Jim Morrison potrebbe continuare a vivere della sua vera passione, la poesia. A quarant’anni dalla sua morte comunque, la sua tomba nel cimitero parigino di Père Lachaise continua a essere una delle tappe obbligate di una  gita nella capitale francese, e non solo per chi è nato e cresciuto con la musica e i testi dei Doors.

 “The most filosofical of the signs”, diceva Jim Morrison del Sagittario, il suo segno zodiacale…ribelle, anticonformista e fuori dalle righe, l’artista che voleva solo sondare i confini della realtà, per vedere cosa sarebbe successo, nasceva infatti con l’Ascendente nel segno dell’Aquario, una combinazione che lo ispirò particolarmente, vista la comune signoria del pianeta Nettuno. Molto intelligente e intuitivo – Mercurio sestile e Nettuno, a sua volta trigono a Urano in Gemelli – decise di frequentare l’università cinematografica dell’UCLA, dove si distinse per una brillante carriera scolastica. Era il 1965 quando si laureò, la sua Luna in 3° casa (studi) nel segno del Toro (immagine), era transitata da Giove (insegnamento, studi superiori), e riceveva il trigono congiunto di Urano e Plutone in Vergine, che però si apprestavano a quadrare il suo Sole in Sagittario; qualcosa insomma gli stava stretto, e il suo percorso da lì a poco avrebbe virato verso altri lidi.

La congiunzione natale Marte-Urano in quarta casa è un po’ pesante per il settore del focolare domestico, e infatti i conflitti con la famiglia di origine, soprattutto con il padre, lo spinsero ad allontanarsi presto da casa,  un luogo per lui poco  stabile visti i continui spostamenti relativi alla professione del genitore (quarta in Gemelli). Il sestile della congiunzione Marte-Urano con Plutone in Leone, a sua volta sestile a Nettuno, lo ha spinto ad affermarsi attraverso la scrittura (Marte in Gemelli), in modo anticonformista, fuori dell’ordinario (Urano, maestro dell’Ascendente), con immaginazione (Nettuno) e creatività (Plutone).

 Jim volle varcare le porte della percezione, ma per farlo, si spinse troppo oltre i suoi limiti, e questo gli fu fatale la notte del 3 Luglio 1971. Plutone, era da poco entrato nella sua ottava casa. La testa del drago (nodo nord) aveva raggiunto la coda (nodo sud), e il re lucertola era pronto per sondare nuove dimensioni....Break on throgh (to the other side).  

 
 
 

Nel tunnel del potere

Post n°35 pubblicato il 19 Luglio 2011 da codiceastrale
 
Foto di codiceastrale

 

Esistono differenti versioni dei gradi zodiacali, da quello egiziano a quello esoterico, da quello indiano a quello di Janduz e così via. Alcuni fra questi hanno immagini molto simili, altri offrono delle rappresentazioni diverse, ma fondamentalmente identiche sul piano simbolico e interpretativo.

Premier

Per il primo Decano dello Scorpione, che ospita Venere nella carta natale di Berlusconi, il calendario egiziano recita...“due uomini si battono davanti a una bellissima donna”. Ma chi è questa donna? Viste le ultime vicende giudiziarie del premier, mi verrebbe da pensare che la bellissima donna potrebbe essere la Mondadori...e i due uomini, ovviamente, i due capitani d'industria che si battono da vent'anni in una guerra senza fine. La bellissima donna esercita una forte attrazione su di loro, perchè emana un fascino e un magnetismo irresistibile che li rende avidi e folli, pronti a “uccidersi” per godere delle sue grazie. E' un decano di Marte, di seduzione e di magnetismo, di desiderio e di sentimenti esacerbati che possono rendere intemperanti e violenti, e l'astro si trova sempre nei confini di Marte...7 gradi di violenza, ribellioni e volubilità, nella triplicità notturna di Marte, e non ultimo, in un grado di Marte...tenebroso e maschile, rappresentato esotericamente con l'immagine di “un uomo con dardo”, che diventa nel calendario egiziano “un uomo con un arpione in mano”; lotte e ferite agli altri dice il calendario esoterico, un personaggio scontroso che è meglio non stuzzicare, ribadiscono gli egiziani, qualcuno che se viene aggredito, o si sente in pericolo, può rivelarsi molto temibile e pericoloso, qualcuno che non lascia la presa fino a quando non abbia vinto o assaporato la sua vendetta. Un grado, insomma, che non sembra essere molto in sintonia con la simbologia di Venere, pianeta dell'amore, della seduzione, della bellezza e dell'armonia.


Venere in Scorpione si trova nella sua contrarietà, perchè il suo domicilio notturno è nel segno opposto, ed è dispositore della seconda casa di questo tema natale - luogo del denaro e delle risorse – quadrata a Plutone, suo governatore. Tutto ciò potrebbe disilludere chi pensava di trovare, nel tema di una persona così ricca, una seconda scintillante. L'unico pianeta presente è Venere, che comunque è la “fortuna minor” degli antichi, e qui si riscatta per essere nella sua triplicità, pianeta notturno in natività notturna e in segno femminile, in sestile a Marte, governatore dei suoi luoghi. Oltretutto, è anche nella casa che governa, nella quale è domiciliata per cosignificanza con il Toro, e dispone del Sole e di Mercurio, quest'ultimo Maestro dell'Ascendente e del Medio Cielo, che si trova in un luogo angolare e nella sua triplicità. Venere quindi in una botte di ferro? Sembrerebbe di sì, almeno per quanto riguarda le risorse materiali, non per l'affettività, il cui discorso è un po' diverso. Ma lasciamo stare l'amore, e volgiamo l'attenzione ai transiti degli ultimi tempi, perchè i pianeti lenti sono in “assetto da guerra” e confluiscono in direzione del Sole, oscurando la sua luce.


Il significato psicologico di Plutone è proprio il “potere personale”, come un individuo lo vive e l'uso che ne fa. Plutone è tanto piccolo quanto intensa e potente è la sua energia, tanto oscuro e invisibile ad occhio nudo quanto indelebili sono le impronte dei suoi passaggi, i cui risvolti sociali, generazionali e collettivi lasciano delle tracce profonde che fanno da spartiacque tra la fine di un'epoca e l'inizio di quella successiva. Non è un fulmine a ciel sereno, come Urano, né crea vaghezza, mancanza di limiti e confusione, come Nettuno, ma la sua azione è dirompente e fa tremare la terra sotto i piedi, nel senso che apre una voragine che tutto inghiotte, la voragine in cui venne risucchiata, nel mito, Proserpina, quando Ade/Plutone la rapì e la trascinò negli inferi per farla sua sposa. Nel tema di nascita di Berlusconi Plutone assume un ruolo di primo piano perchè di trova nella decima casa, il luogo del potere, del successo, della carriera e della vita pubblica, governa Venere e la quadra nel tema radicale. Un Plutone dissonante nel tema crea sempre un problema con il potere, un Plutone dissonante a Venere lo trasferisce nei rapporti emotivi, che si tingono di fatalità con incapacità di controllare i desideri, egocentrismo, ossessioni coercitive e tendenza a manipolare gli altri. La prepotenza lascia il posto ad un modo di fare seducente, ma si tratta di una manifestazione diversa nella forma, non nella sostanza. Plutone in decima casa dà una forte ambizione, e i modi che il governatore dello Scorpione generalmente usa per raggiungere i suoi scopi sono occulti e si avvalgono dell'intrigo. Plutone rappresenta, per dirla con “Pellettier”, la “spinta al sacrificio personale in favore delle necessità di una struttura sociale in evoluzione”. Se usato positivamente, questo pianeta spinge a eliminare il male in sé e nel mondo, ma se usato scorrettamente, riporta l'uomo alla sua natura primitiva e animalesca; simboleggia quindi il progresso oppure la distruzione, ed è in analogia da un lato con il potere di cui dispongono i grandi complessi finanziari che muovono i fili del destino umano, dall'altro con tutto ciò che è nascosto e agisce nell'ombra, come la mafia. Un Plutone in posizione così importante nella carta natale, fa risaltare tutto ciò che rappresenta nella vita della persona, la quale può usarlo bene o male secondo la propria coscienza. Con Plutone in decima l'individuo sente il bisogno di esercitare un dominio che lo metta in vista, e spesso lo troviamo nella carte natali di persone che con il potere sono o amano essere in conflitto, che devono imporsi o rimettere tutto in discussione. Il potere in analogia con Plutone non è quello precostituito di Saturno, che riguarda le strutture sociali, ma quello che emana un fascino magnetico e impalpabile, sottile, seducente e terrificante alla stesso tempo, quello che mette in soggezione e che si avverte più che non quello che si identifica in un ruolo o in un'autorità. Il terzo decano del segno del Cancro, nel quale si posiziona Plutone alla nascita, recita “un uomo che porta dei cani alla caccia al leone”, e la caccia, dal punto di vista simbolico, raffigura la ricerca, l'inseguimento, i profitti ottenuti grazie al proprio coraggio e alla propria abilità, ma anche grazie a una certa dose di fortuna, che non guasta mai. Ma la caccia, richiama anche il contatto con la natura selvaggia, e in questo luogo del cielo il pianeta degli istinti vede quindi accentuata la sua essenza arcaica e il suo fiuto primordiale, e per estensione anche il suo bisogno di essere libero da qualsiasi vincolo, proibizione e costrizione sociale. Tutto ciò non può non richiamare alla mente le vicende giudiziarie del premier, che da anni ormai recita la parte di colui che sfugge ed è inseguito in una caccia al ladro da parte della magistratura che non riesce a braccarlo, che lo perseguita ingiustamente e della quale si sente vittima, mentre il decano del Sole, viene raffigurato con “due uomini: uno in piedi, il volto segnato dalla collera e con in mano un flauto, l'altro seduto a lato intento a leggere un libro”; colui che è in piedi con il volto segnato dalla collera è qualcuno che denuncia l'ingiustizia, perchè il flauto veniva utilizzato come ideogramma nei geroglifici per indicare la giustizia e la verità, ciò che qui in occidente viene simboleggiato proprio dalla bilancia, oltre che dalla spada, quindi ancora una volta ritorna il tema della giustizia o dell'ingiustizia, del bisogno di verità e della denuncia.


Plutone è il burattinaio senza nome che tesse trame oscure e rappresenta le ricchezze sotterranee, Venere invece simboleggia i legami, i piaceri, la seduzione e la diplomazia; uno governa la terza casa, quella della mente, delle idee, della socievolezza, dell'informazione, dei mass-media, l'altra la seconda casa, quella delle risorse e dell'immagine. Quanto c'è di questi due pianeti e del loro conflitto nella vita del soggetto? Direi molto, e il Sole-Io che ne vive i risvolti è ora sotto il tiro incrociato di Plutone stesso, di Saturno e di Urano. Un momento non facile, non c'è che dire! Il premier è adesso ad un punto di svolta del suo percorso, perché il quadrato di Plutone al luminare diurno giunge dal segno di Saturno, il Capricorno, nel quale è entrato da circa 3 anni e ha già fatto vittime illustri nell'ambito del potere. Plutone in Capricorno rivolta come un calzino le strutture dello Stato in cerca di “Verità” e di “Autenticità”, ed elimina senza tanti complimenti tutto ciò e tutti coloro che non rispondono a tali requisiti. Plutone quadrato al Sole è un momento decisamente importante nella vita di ognuno perchè implica una profonda trasformazione interiore che mette il soggetto di fronte ad un problema esistenziale. Berlusconi ora vive un confronto difficile non solo con il potere, ma con se stesso, una crisi che assume le sembianze di una vera e propria discesa agli inferi attraverso la quale qualche aspetto della sua personalità dovrà necessariamente “morire”, se egli vorrà rinascere in forma diversa; dovrebbe accettare il fatto di non poter cambiare tutto ciò che vorrebbe, essere meno rigido e più autentico, e l'ego dovrebbe lasciare il posto ad un vero interesse sociale e collettivo. C'è un forte bisogno di rivalsa che si fa strada nel soggetto che vive il quadrato Plutone-Sole, perchè si tratta di un passaggio che comporta, in un modo o nell'altro, una sofferenza, un ferimento nell'anima. Ce la farà il nostro eroe ad accettare il fatto che il potere, questo dio cui ha sacrificato tutto, ora lo sta lasciando lungo il bordo della strada? Certo, non gli mancano i mezzi per consolarsi....

 

 
 
 

ARIETE

Post n°33 pubblicato il 11 Maggio 2011 da codiceastrale
 
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PROFILO DEL SEGNO

L'iniziatore

Il giorno dell'equinozio di primavera (21 marzo) luce e oscurità tornano in equilibrio e per la natura giunge il momento della rinascita. La forza-giorno inizia a crescere rispetto alla forza-notte, le giornate si allungano e il sole comincia a scaldare richiamando nell'aria e nei campi uccelli, farfalle e insetti vari. L'ambiente si sta risvegliando dal freddo letargo invernale e gli ultimi strati di ghiaccio che si sciolgono lasciano già intravedere le prime zolle di terra, ancora fresca e indurita, ma già pronta ad accogliere il nuovo ciclo produttivo. L'aria che si carica di zolfo e di fosforo rende l'atmosfera così elettrizzante che appare quasi palpabile l'entusiasmo del creato e la sua voglia di mettersi in moto, sia l'ardore e l'eccitazione con cui l'universo tutto si appresta a iniziare la nuova avventura.

Il glifo del segno raffigura le corna dell'animale ariete e ce lo fa subito immaginare nell'atto di caricare qualcuno o qualcosa, ma rappresenta altresì il germoglio appena spuntato dal terreno privo di radici, l'istinto vitale, il travolgente impulso sessuale che muove il maschio verso la femmina per fecondarla. Tutte queste descrizioni hanno in comune l'idea di "forza", aggressività, a volte violenza, necessarie alla nuova vita che lotta per emergere. Come non pensare quindi alla macchina da guerra omonima, usata nell'antichità per sfondare porte e portoni! Il simbolo grafico è in relazione con la lettera gamma, scelta dagli astrologi perché rappresenta il punto Vernale, o grado "zero" dell'Ariete. Il nome latino, Aries, discenderebbe invece dalla radice sanscrita ur - inizio, principio - da cui Uranah, "fuoco originario". Per l'astrologia vedica è Mesha, il Caprone associato a Prakriti, la capra cosmica.

Nella spinta irruenta e aggressiva fin qui descritta si cela tutta la simbologia del segno che rappresenta, appunto, la nascita della vita e l'inizio di ogni cosa. Il fuoco cardinale infonde al nativo dell'ariete un temperamento ardente e combattivo che lo proietta verso il futuro con audacia e intraprendenza, e gli conferisce inoltre qualità come la forza il coraggio, la lealtà, l'essere spontaneo, chiaro e diretto in tutto quello che fa, sostenuto peraltro da una grande fiducia in se stesso e nei propri mezzi. I segni cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia, Capricorno) aprono le stagioni e la loro caratteristica è l'azione, il dare inizio a qualcosa, e tale peculiarità nel segno dell'Ariete si unisce all'elemento fuoco, la forza vitale, forgiando una personalità dinamica ed entusiasta che si esprime e si manifesta attraverso la sua potente volontà di esistere e affermarsi. Il fuoco dell'Ariete è il "fuoco della generazione", il combustibile che lo spinge in avanti e che egli brucia senza riserve rischiando a volte di… trovarsi a secco! Il figlio di Marte infatti non si preoccupa affatto delle difficoltà cui può andare incontro né delle avversità che potrebbe incrociare lungo la strada, anzi, sembra che non ci pensi affatto sicuro com'è di se stesso e della buona riuscita di ciò che sta per fare, e così agisce d'istinto spinto dall'impeto e dal desiderio di portare avanti la sua iniziativa, ma sulle ali dell'entusiasmo può, talvolta, restare incastrato in qualche vicolo cieco. Impulsività e impazienza sono maggiormente difetti che non qualità, nonostante a volte possano essere provvidenzialmente benefiche, ma spesso e volentieri non sono affatto buone consigliere.

Il nativo dell'Ariete nasce sotto la spinta di un "fuoco elettrico", il Fuoco dello Spirito, da cui la scintilla che diventerà falò nella fase Leone; questo fuoco è anche la sua via per la trasformazione, lo fa essere costantemente in movimento e in continuo fermento dal punto di vista mentale, così le idee sul da farsi non gli mancano davvero mai. Semmai il problema potrebbe nascere nel caso in cui decida di imbarcarsi in progetti che richiedono tempi di preparazione e di realizzazione troppo lunghi per l'elevato livello di impazienza del segno, e in questi casi, scommettere sul fatto che terminerà ciò che ha iniziato con tanta eccitazione è un azzardo più che una semplice incognita. La costanza, la pazienza e la tenacia non sono certamente fra le sue doti migliori (Saturno-Tempo è in caduta in Ariete), ed egli dà il meglio di sé sui tempi veloci e sull'azione immediata, non certamente sui tempi lunghi; se fosse un corridore sarebbe un centometrista, uno scattista, non un maratoneta, perché tutte le cose che vanno troppo per le lunghe lo annoiano morte.

Le sue energie sono molto potenti e intense, ma sono anche grezze, primitive e irrazionali, per cui devono essere educate e convogliate se le si vuole usare costruttivamente, pena il rischio di vederle disperse o non applicate affatto; ma in questo caso, oltretutto, diventerebbero molto pericolose perché se il fuoco arde interiormente senza trovare una via d'espressione o di sfogo prima o poi esplode e dà origine a problemi fisici e psicologici. Proprio per questo l'ariete ha bisogno di movimento e di attività molto più degli altri segni ed è naturalmente portato per le discipline sportive (Marte), soprattutto quelle che lo trascinano a confrontarsi direttamente con l'avversario perché lo stimolano a manifestare il suo innato istinto guerriero e… a sentirsi vivo. Il nativo dell'Ariete è fondamentalmente un pioniere alla ricerca di nuovi sentieri, di nuove strade da percorrere e possibilmente da tracciare per primo, ma ciò che per lui conta davvero non è tanto il "cosa", quanto il "fare in sé", iniziare, agire, intraprendere, fecondare campi vergini, perché ha bisogno di spazio in cui potersi esprimere e mettersi alla prova, misurarsi con se stesso e con gli altri, e una volta portata a termine l'impresa la fiamma che teneva acceso il suo interesse si spegne e lui si rivolge subito verso altri lidi, in cerca di nuove esperienze.

Fra i tre segni di fuoco, come dicevo, simboleggia la scintilla che accende il falò, e l'azione istintiva quanto instabile, irrequieta, impulsiva e tormentata che lo caratterizza deve incontrare il rigore razionale del segno opposto, la Bilancia - la ragione che valuta e sceglie - in un dualismo che lo completa mettendolo a confronto con il suo lato oscuro, la sua "ombra". Solo così potrà incontrare gli "altri-nemici", dai quali si sente inconsciamente e costantemente minacciato, e scendere a patti con loro sul piano della mediazione, perché al di là della competizione sportiva, nella quale comunque resta un avversario leale, nella vita questo è il modo migliore per integrare la sua parte oscura e giungere ad un confronto costruttivo lungo il suo viaggio, pieno di incontri con questi "altri". Si scontrerà spesso con le figure autoritarie, a cominciare dal padre con il quale di solito l'Ariete adolescente non instaura un rapporto facile e armonioso; se non si fosse ancora capito infatti, non ama assolutamente essere diretto né comandato. La sua natura è per ovvi motivi facilmente infiammabile, ma i suoi scatti d'ira sono brevi e terminano con la stessa facilità con cui, le nubi, sono improvvisamente apparse all’orizzonte. Generoso fino all'incoscienza, è anche il primo a gettarsi fra le fiamme senza pensarci due volte per salvare qualcuno in difficoltà, proprio perché dà il meglio di sé nelle azioni tempestive e in circostanze che richiedono un intervento veloce. In fin dei conti egli è pur sempre… “l'agnello sacrificale”, immolato sull'altare per un bene collettivo.

Alex

 

 
 
 

Lopasthana

Post n°31 pubblicato il 02 Aprile 2010 da codiceastrale
 

 

           

Nell’astrologia Indù è “lopasthana”, cioè “luogo delle trasformazioni”, indicando in questo senso le trasformazioni inevitabili che ogni essere umano deve fatalmente vivere nel corso della sua vita. Stiamo parlando di quella che qui in Occidente è la dodicesima casa di un tema natale, l’ultima fase del ciclo individuale, il campo di esperienza che nel corso dei secoli è sempre stato messo in relazione con le grandi prove cui il soggetto va incontro nel corso del suo destino. In ogni manuale essa viene descritta come la casa della sofferenza, degli ospedali, delle carceri, delle malattie croniche…e chi più ne ha più ne metta…un curriculum simbolico che non può fare altro che spaventare colui che, avvicinandosi allo studio dell’astrologia, trova nella sua carta astrale una dodicesima casa abitata da vari pianeti. In realtà, quest’ultima tappa del cammino individuale, dell’anima e della coscienza, non merita di essere presa in considerazione soltanto per le sofferenze interiori che descrive in determinate situazioni, perché il suo è un significato molto profondo e di più ampio respiro. Lopasthana, ritornando alla sua versione orientale, è “il luogo entro ciascuno di noi dove possono verificarsi trasformazioni profonde in grado di liberarci dall’influenza e dall’illusione del mondo esteriore”, da ciò che, ai nostri occhi, appare come una realtà tangibile e materiale. Gli Indù infatti, che abbracciano la teoria della reincarnazione, vedono la realtà che ci circonda come “maya”...illusione, e localizzano quella vera, di realtà, in una zona intermedia fra il samsâra – il ciclo di morti e rinascitee il nirvâna, parola sanscrita che significa “estinzione”, e corrisponde ad uno stato di liberazione e di realizzazione della coscienza e dello spirito. Ma in lopasthana troviamo anche un’altra simbologia, quella di “perdita”, in sanscrito “vrayâ “, che diventa quasi un anello di congiunzione fra l’astrologia indù e quella occidentale, indicando che tutto quello che si perde nella realtà materiale lo si guadagna in termini di consapevolezza e di realizzazione personale; il luogo delle sparizioni diventerebbe quindi anche quello dell’arricchimento intimo e profondo, dal momento che nulla si perde, ma tutto si trasforma. Ora, se pensiamo all’isolamento della dodicesima casa così come essa ci viene descritta in occidente dal punto di vista psicologico e materiale, non possiamo che richiamare alla mente tutte quelle situazioni in cui chi è costretto, in un modo o nell’altro, a vivere esperienze di solitudine, ha la possibilità di ritrovarsi e di fare luce dentro se stesso meditando, riflettendo sulle cose della vita, pensando a tutto ciò che lo riguarda ma su cui non ha mai avuto occasione di fermarsi un istante, perché imbottigliato nel traffico della routine quotidiana simboleggiata dalla casa opposta, la sesta, con il suo tran-tran frenetico e il continuo bisogno di analizzare costantemente ogni dettaglio, risolvere impegni, portare avanti situazioni di lavoro. La sesta casa è infatti il settore del collettivo e della normalità, della realtà pratica e concreta che circonda l’Io da quando, alle scuole elementari, egli ha dovuto fare i conti con il fatto di non essere unico ed eccezionale, ma di essere solo un numero fra tanti…una matricola…inserita in un meccanismo più grande. In nome del contingente il soggetto sacrifica una parte molto importante di se stesso…sacrifica i suoi sogni, il suo bisogno di evasione, la tensione che lo spingerebbe verso l’assoluto, verso il sublime e l’infinito; tutte cose che non è possibile coltivare se si deve andare in ufficio a lavorare, e così, esse vengono lasciate in un angolino della mente impolverato e dimenticato. Solo quando la vita ci mette davanti al bisogno di fermarsi, per operarsi di appendicite ad esempio, e si ha l’opportunità di lasciarsi andare e rimanere un po’ di tempo soli con se stessi, questi simboli riprendono vita. In quei momenti si può “staccare la spina”, isolarsi dal circostante e rimanere soli a meditare su molte cose importanti per noi, e così, più lungo è il periodo che ci capita di vivere lontano dalla routine, più ci si addentra nei meandri di se stessi e si rivisitano luoghi che magari non si vedevano da quando si era bambini. In ogni caso però, le cose sono molto cambiate da allora, e l’Io che la vita ha messo davanti a situazioni difficili spesso si rende conto, in questi rari momenti, che stava sacrificandosi e impegnando tutte le sue energie non solo per la “necessità”, ma anche per il superfluo...stava perdendo contatto con se stesso…stava andando “fuori integrità”, e le circostanze della vita lo hanno messo in condizioni di ritrovarla. In sesta casa infatti, l’Io è al massimo della frammentazione di sé, lacerato da tutti i dettagli delle cose materiali, e la parte emotiva dell’essere svanisce in un angolino buio del quale si è persa anche la strada. La dodicesima, è la foresta che contiene i mille alberi della sesta, è il macrocosmo che contiene tutti i piccoli microcosmi…è l’unità che contiene tutte le piccole parti di un individuo. Nella sesta casa l’Io deve tenere conto dei limiti, deve avere tutto sotto controllo, deve mettere degli argini, interrogarsi di continuo, analizzare le cose al fine di non sbagliare…deve fare l’esperienza della materia; ma per non perdere contatto con se stesso, deve fare anche l’esperienza del superamento di sé, dell’abbandono, dell’ebbrezza, deve aprirsi alla vita ed essere un po’ pazzo…deve lasciare la routine quotidiana e incamminarsi lungo il sentiero dell’insolito…e questo, lo fa in dodicesima casa. Ecco perché quando qualcuno non ci pensa proprio, a volte è la vita stessa a far sì ch’egli possa fermarsi ad “alzare lo sguardo”…a volte per questo è necessario passare attraverso momenti di crisi e di scoraggiamento, ma l’individuo, dopo, ne uscirà cambiato…avrà ritrovato l’unità interiore e potrà rinascere ad un nuovo ciclo della sua vita. Lopasthana, insomma, non è poi così negativa. 

 
 
 

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