Contro la ChiesaChi spara sulla Chiesa? |
TITOLO
Ho rispreso la cura di questo blog. Spero per proporre riflessioni interessanti su politica, etica ed altro.
Buona lettura.
COSA VOGLIO FARE
Questo blog nasce da una considerazione: è giusto attaccare la Chiesa come si sta facendo nell’ultimo periodo? Perchè per gli italiani è così importante il giudizio della Chiesa quando poi le Chiese (scusate la cacofonia) la domenica sono deserte? Perchè si considera quello che è un indirizzo morale come un'ingerenza iniqua su sfere del tutto "laiche"?
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Post n°16 pubblicato il 25 Marzo 2007 da avamposticulturali
Riporto quanto letto sul link: http://www.petitiononline.com/vaticano/petition.html Ovviamente messo in rete dai soliti ignoti radicali, che non avendo null’altro per legittimare la loro presenza politica, vogliono uccidere la Chiesa, in nome di uno stato che non è in grado di per sé di garantire nulla (vedi la farsa politico-giornalistica degli ultimi giorni).
To: Parlamento Italiano, Governo Italiano NO! ALL’ITALIA VATICANA! Non voglio fare pubblicità a questa farsa ma la riporto per dimostrare la cattiva fede, la malvagità e la disinformazione distruttiva utilizzata da questi paladini della Repubblica che pensano che tutto sia lecito (pornografia- Cucciolina era dei loro, abusi sessuali - purché consenzienti, utilizzo di cavie umane – ma al solo scopo di ricerca, drogarsi – purché sia fatto liberamente, suicidio – purché non sia più efficiente vivere, etc. etc.). Non è affatto lecito, invece credere in un Cristo che si è fatto mettere in Croce per amore delle sue creature (scordavo che la religione si fonda sull’atto sacrificale, dicono loro, e quindi sulla violenza). Cristo si è spogliato della sua divinità per condividere la nostra stessa condizione umana e per vincere il peccato con noi. Torniamo a Capezzoli & Co. (a proposito non era Capezzone?). Vorrei farvi notare alcune cose desunte dal testo di cui sopra e altre che ho avuto “l’onore” di registrare sui media quando il Cavaliere della tavola rotonda dibatte in pubblico: 1. Spesso, o meglio sempre, noto che in occasione di dibattiti il nostro eroe lancia accuse con piccole batttutine. Un esempio mentre dibatteva su Sky col Card. Tonini disse: “la Chiesa non considera l’embrione vita”, tutti sanno che questo non è vero. Ma la battutina partì così “per caso” col fare di colui che butta una pietra e poi si nasconde la mano (detto siciliano); Tonini gli chiese dove avesse letto questa corbelleria, il nostro eroe a questo punto cambiò discorso. La trasmissione nel frattempo finiva e il Cardinale che, come al suo solito, non se la sarebbe fatta passare non poté controbattere. Cambiano le trasmissioni ma la storia si ripete sempre. Notatelo. 2. La petizione che ho riportato sopra offende la mia intelligenza, confonde una Stato sovrano la Città del Vaticano con la Chiesa. Avete mai provato ad inquadrarlo con google? Lo Stato Città del Vaticano non sembra uno stato estero è grande quanto un centro commerciale di medie dimensioni. Comunque sia, l’attore delle ultime polemiche non è uno stato estero, ma piuttosto una cosa chiamata Chiesa. Mi chiedo perché l’unione dei cacciatori italiani può chiedere delle leggi che tutelino i propri interessi e una “confederazione sindacale” quale potrebbe essere considerata la Chiesa non deve dire nulla? La Chiesa odierna non si rivolge a Prodi o a Berlusconi ma a tutti i credenti di tutto il mondo e non sponsorizza Forza Italia ma Cristo proponendo in maniera fedele quello che ci insegna. Come lo si può fare capire a Capezzoli? Sarà una questione di limitazione neuronale o disonestà assoluta? L’unico interesse del Papa è quello di portare anime a Dio perché questo è il suo compito altrimenti cosa ci starebbe a fare lì? Non sta al Vaticano per dormire sotto un affresco di Michelangelo e pranzare sempre lontano dai suoi affetti; da solo o al massimo in compagnia del segretario e qualche suora. Capiamolo, oggi “la vita” la fanno i calciatori e i politici attorniati dal lusso più sfrenato e lasciandosi andare a tutti gli eccessi. 3. Lo stato del Vaticano, come dicono loro, io dico la Chiesa, quando incita a non andare a votare non dice di disobbedire alle leggi della stato ma invita la nostra popolazione ad attuare una scelta elettorale: l’astensione. Ricordo che quasi tutta la sinistra disse di non andare a votare nel referendum sull’art. 18. Era reazionaria? Incitava alla disobbedienza? Ricordo anche, che la Chiesa si è schierata per il no in occasione dell’ultimo referendum sulla devolution, (ritenendo che fosse una riforma costituzionale che avrebbe diviso l’Italia). Il problema è che quando la Chiesa appoggia posizioni condivise dai politici (di destra o di sinistra) tutto bene, appena li bacchetta, succede un disastro. Ricordate la Lega cosa pensava dei vescovi quando sono stati contrari al federalismo? Ed ora, Viva la Chiesa! Certo così Prodi cade e loro continuano a fare i propri porci comodi. Poi i media in Italia sono una tale farsa che è meglio se non né parliamo. Ricordo, a chi legge, anche, che queste indicazioni non sono diffuse dallo stato del Vaticano ma dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana), che come è noto, è composta da vescovi cittadini italiani e residenti in Italia con pari diritti politici dell’unione consumatori. 4. I radicali e i neo liberali stanno scordando le origini del concordato. I vecchi liberali ossia Cavuor, Giolitti e Mazzini, notoriamente anticlericali e massoni dopo l’unificazione d’Italia (chiedo scusa per il termine “unità”, ma così la chiamano i libri di storia), hanno scippato la Chiesa di tutti i suoi possedimenti lasciandole a stento gli edifici di culto (ma non tutti). Eversione dell’asse ecclesiastico 1866-1867 Governo Rattizzi, Inglobamento dei beni dello stato pontificio 1870, leggi delle guarentigie 1871. Quegli edifici (e varie e pregiate opere d’arte) compreso il palazzo del Quirinale, avevano ed hanno un valore economico inestimabile; servivano ad ospitare ospedali (quasi tutti i grandi ospedali italiani sono stati fondati dai preti), orfanotrofi, conventi, seminari, ricoveri ed altro. La maggior parte del patrimonio requisito fu malamente privatizzato, ad esclusivo beneficio dei nobili e della borghesia nascente, mettendo su strada una miriade di braccianti. Inoltre quel provvedimento ha abolito moltissimi ordini e congregazioni religiose impedendo alla Chiesa di occuparsi sia delle cose alte (istruzione, cultura, diritto), che delle cose basse i poveri (ricordo che gli ospedali e gli orfanotrofi erano gestiti e finanziati solo dalla Chiesa). Oggi alcuni di quegli edifici sono stati venduti dallo Stato a privati con cospicui ricavi; altri giacciono in uno stato di degrado ed abbandono totale specie nel sud e nelle zone periferiche delle città. Tornando al concordato, quando Mussolini firmò lo stesso fu al solo scopo di risarcire la Chiesa dello scippo subito. Nella realtà, e molti storici lo affermano, non c’era altra scelta in quanto Mussolini altrimenti, avrebbe esautorato la Chiesa di qualsiasi attività residua. Quindi i radicali oltre ad essere molto simili ai fascisti, ai liberal massoni dell’800, sono molto ignoranti in storia o disonesti. Mi piacerebbe leggere la pagelle di scuola media di Capezzoli. Sono d’accordo all’abolizione del concordato ma a patto che la Chiesa venga risarcita dello scippo subito, decurtando, ovviamente, quello che lo stato fino ad ora le ha dato sotto forma di elemosina. 5. I radicali e i benpensanti (oggi i Verdi ieri la lega etc.), sconoscono la dottrina sociale della Chiesa (ho scritto un post al riguardo). Magari la Chiesa potesse influenzare veramente lo Stato! Chi legge dovrebbe documentarsi anche su questi temi. Io li ho trovati sconvolgenti e penso che se applicati ci darebbero un mondo veramente migliore. Chi non vuole assolutamente che questi temi emergano all’opinione pubblica (media compresi) sono gli affaristi più o meno grandi ai quali interessa solo il proprio tornaconto. I papi e anche Benedetto né parlano spesso. I problemi dell’acqua, della malnutrizione, della manodopera infantile, della guerre dimenticate, sono costantemente citati negli Angelus. I temi etici e socioeconomici sono presenti in tutte le encicliche ed esortazioni apostoliche (compresa l’ultima) degli ultimi anni. I media si interessano solo al fatto che la Chiesa impone ai propri credenti italiani di non votare i dico. Concludo dicendo: i radicali e i benpensanti sono i nostri paladini o i servi malretribuiti dei potenti? I potenti vogliono solo, che si parli delle cose che non possono nuocergli e quindi dei DICO ma non dei poveri. I potenti vogliono delegittimare la Chiesa per fare i loro porci comodi e quindi quale migliore occasione dei poveri omosessuali o dei malati terminali. Lo scopo distruggere Chiesa solidarietà e Dio! Oppure quale potere più grande nel controllare gli embrioni? Attenti però, un blog l’altro giorno mi ha fatto riflettere: ci sono i cattolici di sempre e quelli dell’ultima ora. Gente che si è sempre conformata alla dottrina e gente che difende il Papa solo per fare politica. Neo liberalmassoni e giolittiani che della Chiesa si interessano solo per un’apparente ossequio “in libero stato in libera Chiesa”. Se cadrà la Chiesa speriamo che Totti sia in grado di fare oltre ai gol anche i miracoli, in attesa che qualche potente machiavellicamente illuminato decida se un futuro Fulvio Frisone abbia il diritto di esistere. Saluti |
Post n°15 pubblicato il 19 Marzo 2007 da avamposticulturali
Il problema del rapporto tra “capitale” e lavoro è uno dei principali protagonisti della dottrina sociale della Chiesa. Purtroppo pochissimi conoscono questa parte del magistero. Se la nostra società cercasse di documentarsi, sui molteplici argomenti di cui si compone il nostro credo, penso che potremmo sperare in una società più giusta. Non possiamo dire però che le gerarchie non privilegino quest’aspetto perché viene riproposto molto spesso e nelle molteplici maniere. Semplicemente è un pensiero troppo scomodo per i media, che purtroppo sono guidati da interessi economici profondamente opposti. Il primo documento storico della dottrina sociale è l’enciclica “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891 dell’allora papa Leone XIII né seguono diverse; tra le più importanti l’enciclica “Popolarum Progressio” del 26 marzo 1967 ad opera di Paolo VI, “Centesimus annus” del maggio 1991 di Giovanni Paolo II e per finire “Deus Caritas est” del 2005 di Benedetto XVI. Non si può racchiudere l’intero pensiero sociale e quindi economico della Chiesa ma oggi voglio sottoporvi due righe del Compendio della dottrina sociale ossia parte dei punti 276 e 282 sarebbe interessante leggerlo tutto (compendio, il lavoro umano): 276 Il lavoro, per il suo carattere soggettivo o personale, è superiore ad ogni altro fattore di produzione: questo principio vale, in particolare, rispetto al capitale. Oggi, il termine « capitale » ha diverse accezioni: talvolta indica i mezzi materiali di produzione nell'impresa, talvolta le risorse finanziarie impegnate in un'iniziativa produttiva o anche in operazioni nei mercati borsistici. Si parla anche, in modo non del tutto appropriato, di « capitale umano », per significare le risorse umane, cioè gli uomini stessi, in quanto capaci di sforzo lavorativo, di conoscenza, di creatività, di intuizione delle esigenze dei propri simili, di intesa reciproca in quanto membri di un'organizzazione. Ci si riferisce al « capitale sociale » quando si vuole indicare la capacità di collaborazione di una collettività, frutto dell'investimento in legami fiduciari reciproci. Questa molteplicità di significati offre spunti ulteriori per riflettere su cosa possa significare, oggi, il rapporto tra lavoro e capitale. 282 Il Magistero sociale della Chiesa articola il rapporto tra lavoro e capitale anche rispetto all'istituto della proprietà privata, al relativo diritto e all'uso di questa. Il diritto alla proprietà privata è subordinato al principio della destinazione universale dei beni e non deve costituire motivo di impedimento al lavoro e allo sviluppo altrui. La proprietà, che si acquista anzitutto mediante il lavoro, deve servire al lavoro. Ciò vale in modo particolare per il possesso dei mezzi di produzione; ma tale principio concerne anche i beni propri del mondo finanziario, tecnico, intellettuale, personale. I mezzi di produzione « non possono essere posseduti contro il lavoro, non possono essere neppure posseduti per possedere ».606 Il loro possesso diventa illegittimo quando la proprietà « non viene valorizzata o serve ad impedire il lavoro di altri, per ottenere un guadagno che non nasce dall'espansione globale del lavoro e della ricchezza sociale, ma piuttosto dalla loro compressione, dall'illecito sfruttamento, dalla speculazione e dalla rottura della solidarietà nel mondo del lavoro».607 In altre parole il Capiate e i mezzi di produzione sono legittimamente etici solo, e solo se, vengono messi a disposizione del lavoro. Le speculazioni di borsa o immobiliari, finalizzate al solo scopo del profitto non solo sono eticamente sbagliate ma anche peccato grave. Se si investe in borsa non è giusto farlo per ottenere un vantaggio legato al gioco dei titoli. Se l’investimento ha carattere di aiuto alle società può essere giusto. In ogni caso bisogna anche vedere quali sono queste società, se applicano regimi di produzioni ecocompatibili e se rispettano la dignità del lavoro umano. Spesso i titoli più redditizi, sono legati a società, che producono nei paesi sottosviluppati, sfruttando la manodopera infantile senza alcuna protezione dell’ambiente. L’invito è quello di documentarsi e studiare tutto quello che la Chiesa dice su tutti i temi sociali quali famigli, economia, politica. E’ anche il primo comandamento “Io sono il Signore Dio tuo” che sottintende l’obbligo per tutti i credenti di studiare chi sia il proprio Dio. Conoscere il pensiero sociale della Chiesa e diffonderlo, è l’unico strumento di difesa della nostra società, contro quel potentato economico sociale che sta imbavagliando la verità al solo scopo di continuare a fare i propri interessi. Segnalo anche l’”Economia di Comunione” del movimento dei Focolarini che potrebbe essere una via possibile all’attuazione concreta di ciò che la Chiesa dice. Forse chi oggi vorrebbe relegare la Chiesa nell’angolo più remoto della nostra società, ha la pancia fin troppo piena, e non gli interessa lo schifo che c’è nel nostro paese. La moralizzazione dei nostri costumi, del modo economico e sociale è poco importante. Attenzione a non confondere Chiesa e comunismo ma forse né parleremo un’altra volta
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Post n°14 pubblicato il 16 Marzo 2007 da avamposticulturali
Oggi vorrei andare fuori dal seminato, ossia parlare di qualcosa che non sia direttamente collegabile alle questioni o litigi dell’ultimo periodo. Noi cattolici veniamo disegnati come degli asessuati o che usano la propria sessualità solo allo scopo di fare figli.
Vorrei sfatare questa concezione nata forse dal volere legittimare qualsiasi atteggiamento sessuale. Anzi vorrei parlarvi della bellezza, del piacere (quello con la P Maiuscola) che si prova seguendo quello che i credenti chiamano castità coniugale.
La castità coniugale non è il non fare l’amore anzi l’atteggiamento dell’astenersi (tranne per piccoli periodi e in funzione della genitorialità responsabile) è profondamente contrario alla castità. E’ il non commettere adulterio anche col pensiero, il non andare per chat alla ricerca di cissachè, è il vivere in totale unione col proprio coniuge.
E’ utile leggere due cose, la prima il Cantico dei Cantici della Bibbia, la seconda la più recente enciclica Deus Caritas Est di Benedetto XVI. Troveremo della pagine molto belle che ti fanno riscoprire il senso dell’affetto che hai nei confronti del tuo “amante ed amato”. Il Cantico dei cantici in particolare contiene della pagine di grande poesia, in cui Dio si rivolge ad Israele il suo popolo con i toni di un amante appassionato che ama con tutto se stesso. Questa pagine possono essere applicate anche a noi nella nostra esperienza coniugale.
Voglio fare un’operazione molto particolare e rivolta a tutti gli sposati che leggono:
Gesù disse “e i due saranno una cosa sola”, dice anche di se e del Padre “come noi siamo una cosa sola”. Cosa significa essere una cosa sola? E quando i due diventano una cosa sola? Tanto da assomigliare all’unione che c’è tra Gesù e il Padre? Se noi amiamo il coniuge ci attira a lui tutto il nostro essere non solo gli organi sessuali. C’è uno stravolgimento strano quando sfiori il collo le braccia di tua moglie, ti sale un fuoco che non è possesso, è quel fuoco che ti porta a volere essere suo ad aprire tutta la tua anima in una fusione totale e completa. A me piace quando c’è la possibilità di avere un petting molto lungo in cui sia possibile scambiarsi attenzioni, carezze, abbracci strettissimi, quasi a voler compenetrare con tutto il proprio corpo all’interno dell’altro. Alla fine quando sei arrivato alla conclusione ti trovi in uno stato quasi di trans mistica. L’orgasmo non viene cercato arriva da solo senza essere annunciato. Secondo me fare l’amore, richiede almeno un’ora e mezza , e tutta la rilassatezza che purtroppo oggi è difficile avere. Bisogna eliminare tutto ciò che ci circonda e lasciarsi andare alla passione che l’amante ha per l’amato.
E’ sintomatica, l’esperienza che un amico psicologo ha fatto, con due suoi pazienti attempati ormai in rottura. Lui cercava la moglie solo per il piacere sessuale; lei, si concedeva, imbarazzata, anche per evitare le corna. I due avevano un immenso affetto reciproco. Quando l’amico gli ha spiegato le cosa che ho detto i due hanno affermato: “ora si che abbiamo fatto il matrimonio”.
Spesso i matrimoni finiscono non perché finisce l’amore, ma perché non c’è mai stato o non è stato mai coltivato abbastanza. I matrimoni, nella maggioranza delle situazioni, finiscono perché uno dei due partner incontra un altro. La fusione coniugale totale e, quindi la richiamata castità, è l’unico metodo per fare durare un rapporto. Il risultato è che da vecchio ti ritrovi sempre a fianco della tua metà, quella complementare a te e in assenza della stessa ti ritrovi spezzato in due. Spesso o quasi sempre, nelle coppie si cerca qualcosa che non esiste, la tranquillità economica, lo svago, la carriera. La ricerca di queste cose molte volte esclude l’altro, ci si ritrova da soli a percorrere strade a volte divergenti. Ci si scorda che alla fine di una giornata dopo i figli, bisogna ritrovare quella metà di noi stessi dalla quale siamo stati lontani per l’intera giornata.
Tornando alla Chiesa, la pulsione cha l’amante ha per l’amato è la stessa che Cristo ha per noi e di conseguenza, se la sentiamo, noi per lui. Questa pulsione è chiamata “agape”, ti compenetra come per farti diventare una cosa sola con lui (troveremo molte citazioni evangeliche a proposito). Un’altra categoria è l’”eros” che è la pulsione che l’uomo ha per la sua donna e viceversa, poi c’è il “Logos” che la ragione dell’esistenza del mondo ossia Dio. La carità, poggia il suo fondamento sul fatto che il credente deve trasmettere l’amore gratuito avuto da Dio agli altri, sempre in maniera gratuita e non filantropica. Trasmette l’amore di Dio (e il nostro), non è la stessa cosa del dare un semplice aiuto materiale a chi soffre. L’uomo per ottenere la pienezza dell’”agape” deve trasmetterlo agli altri in maniera gratuita e completa. L’eros non fa altro che attualizzare l’agape e quindi è l’espressione più alta dell’amore divino e del Logos
In altre parole, se noi credenti speriamo, un giorno, di fonderci nella pienezza dell’esistenza in Dio e sentiamo, già da ora questa fusione nell’amore che Gesù di da. Analogamente dobbiamo fonderci col nostro coniuge nella pienezza, definitività e totalità, ovvero in castità. C’è una bella sintesi fatta da un autore di cui non ricordo il nome, ma molte volte citato dai sacerdoti: “l’atto sessuale è il più alto altare del matrimonio, attraverso esso i coniugi fanno esperienza dell’amore di Dio”.
Alcuni teologi affermano che il matrimonio si compie con l’atto sessuale. Alla luce di quanto visto, i due diventano una cosa sola, ossia non esistono più due essenze ma una sola mescolata in maniera indefinita. Questa nuova essenza, (fatta da due e non da uno) non può più dividersi per andare a riunirsi con un’altra. Nel caso della morte di uno dei coniugi l’essenza del defunto cessa sia in se stesso che nell’altro, di conseguenza chi resta rimane da solo. Da queste considerazioni diventa ovvio l’opposizione nei confronti dei rapporti prematrimoniali. Non perché non si è passati in Chiesa o al comune, ma perché si presume che il matrimonio sia indissolubile e quindi permetterebbe questa donazione definitiva.
Molti dicono di non fare l’amore ma soltanto sesso, ciò per giustificare un uso errato della propria essenza. Se nel sesso si usano, secondo questa teoria, solo alcuni organi del proprio corpo perché non fare da soli?
Un’opposizione sta nel fatto che molti religioso fanno voto di castità, queste persone scelgono tale stato di vita in maniera da dedicarsi totalmente a Dio, I sacerdoti comunque hanno l’obbligo del celibato, quest’obbligo comunque non scaturisce dal magistero ma da disposizioni ecclesiali. Questa decisione potrebbe essere revocata in qualsiasi momento ma, credo che sia opportuno che resti tale perché, se è difficile, per un avvocato, dedicarsi in pieno alla propria famiglia figuriamoci per un prete che al contrario deve rimanere a disposizione della collettività.
Io non sono un teologo e vorrei avere un’opinione da chi lo è e anche da tutti
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Post n°13 pubblicato il 14 Marzo 2007 da avamposticulturali
Oggi ho assistito ad una delle farse più squallide del nostro sistema di informazione italiano:
Torna il solito discorso perché si spara sulla Chiesa? |
Post n°12 pubblicato il 14 Marzo 2007 da avamposticulturali
Vorrei, senza usare toni troppo polemici,spiegare cosa dice la Chiesa in merito all’omosessualità. Citerò il documento guida dei credenti, ossia il catechismo della Chiesa cattolica:
Maschio e femmina li creò
2331 “Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione e di amore. Creandola a sua immagine. . . Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11]. “Dio creò l'uomo a sua immagine. . . maschio e femmina li creò” ( ⇒ Gen 1,27 ); “siate fecondi e moltiplicatevi” ( ⇒ Gen 1,28 ); “quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati” ( ⇒ Gen 5,1-2 ).
2332 La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri.
2333 Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L'armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto.
2334 “Creando l'uomo "maschio e femmina", Dio dona la dignità personale in egual modo all'uomo e alla donna” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 22; cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 49]. “L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue infatti sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale” [Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 6].
2335 Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L' unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: “L'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne” ( ⇒ Gen 2,24 ). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane [Cf ⇒ Gen 4,1-2; ⇒ Gen 4,25-26; 2335 ⇒ Gen 5,1 ].
2336 Gesù è venuto a restaurare la creazione nella purezza delle sue origini. Nel Discorso della montagna dà una interpretazione rigorosa del progetto di Dio: “Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” ( ⇒ Mt 5,27-28 ). L'uomo non deve separare quello che Dio ha congiunto [Cf ⇒ Mt 19,6 ]. La Tradizione della Chiesa ha considerato il sesto comandamento come inglobante l'insieme della sessualità umana. Omosessualità
2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana. III. L'amore degli sposi
2360 La sessualità è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna. Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento.
2361 “La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte”: [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11]
Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: “Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza”. Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: “Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia”. E dissero insieme: “Amen, amen!”. Poi dormirono per tutta la notte (⇒ Tb 8,4-9 ).
2362 “Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 49]. La sessualità è sorgente di gioia e di piacere:
Il Creatore stesso. . . ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione [Pio XII, discorso del 29 ottobre 1951].
2363 Mediante l'unione degli sposi si realizza il duplice fine del matrimonio: il bene degli stessi sposi e la trasmissione della vita. Non si possono disgiungere questi due significati o valori del matrimonio, senza alterare la vita spirituale della coppia e compromettere i beni del matrimonio e l'avvenire della famiglia. L'amore coniugale dell'uomo e della donna è così posto sotto la duplice esigenza della fedeltà e della fecondità.
La fedeltà coniugale
2364 La coppia coniugale forma una “intima comunità di vita e di amore. . . fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”. “E' stabilita dal patto coniugale, vale a dire dall'irrevocabile consenso personale” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48]. Gli sposi si donano definitivamente e totalmente l'uno all'altro. Non sono più due, ma ormai formano una carne sola. L'alleanza stipulata liberamente dai coniugi impone loro l'obbligo di conservarne l'unità e l'indissolubilità [Cf ⇒ Codice di Diritto Canonico, 1056]. “L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto” ( ⇒ Mc 10,9 ) [Cf ⇒ Mt 19,1-12; 2364 ⇒ 1Cor 7,10-11 ].
2365 La fedeltà esprime la costanza nel mantenere la parola data. Dio è fedele. Il sacramento del Matrimonio fa entrare l'uomo e la donna nella fedeltà di Cristo alla sua Chiesa. Mediante la castità coniugale, essi rendono testimonianza a questo mistero di fronte al mondo.
San Giovanni Crisostomo suggerisce ai giovani sposi di fare questo discorso alla loro sposa: “Ti ho presa tra le mie braccia, ti amo, ti preferisco alla mia stessa vita. Infatti l'esistenza presente è un soffio, e il mio desiderio più vivo è di trascorrerla con te in modo tale da avere la certezza che non saremo separati in quella futura. .. Metto l'amore per te al di sopra di tutto e nulla sarebbe per me più penoso che il non essere sempre in sintonia con te” [San Giovanni Crisostomo, Homiliae in ad Ephesios, 20, 8: PG 62, 146-147].
Bisogna sottolineare che tali indicazioni non nascono dal fatto che la Chiesa appoggi politicamente Berlusconi e quindi deve dare contro Prodi. Non appoggia la destra perché la rosa nel pugno vorrebbe cancellare il concordato. Purtroppo queste cose le ha lasciate qualcuno che 2.000 anni fa, non sapendo cosa fare dove era, si è fatto un giro in Palestina per farsi mettere su di un crocifisso (giusto per essere esposto negli ospedali). Ciccando sui riferimenti ci si collega immediatamente ai versetti della Bibbia o ai link degli argomenti correlati. Non cito nessuna scrittura perché sarei tacciato di fanatismo e omofobia.
Purtroppo se ci piace è così altrimenti sarebbe così lo stesso non sta a noi credenti (e sottolineo credenti) accettare o rifiutale la legge di Dio. Non possiamo dire questo si l’altro no quasi a dare un giudizio su Dio.
Per gli aspetti puramente atei (non riesco a capire perché le posizioni contro la Chiesa siano definiti laici, io sono un laico, in quanto non prete, ma credente), rimando all’articolo successivo.
Né approfitto per segnalare un link: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_it.html Lettera Enciclica "Deus Caritas Est"
Sarebbe opportuno, per chi volesse avere una sintesi del pensiero sessuale e sociale della Chiesa, dargli un’occhiata. Allego anche il documento (incriminato) che la CEI ha divulgato per far conoscere la propria posizione:
La posizione ufficiale della Chiesa in merito alle discussioni di questi giorni credo che nessuno l’abbia mai letta: Riporto pare della cosiddetta Prolusione del Cardinale presidente del gennaio 2007: ……….. Le assai meno numerose coppie omosessuali in buona parte vogliono a loro volta rimanere un fatto esclusivamente privato e riservato; altre invece sembrano costituire il principale motore della pressione per il riconoscimento legale delle unioni di fatto, con cui intenderebbero aprire, se possibile, anche la strada per il matrimonio. Nel pieno e doveroso rispetto per la dignità e i diritti di ogni persona, va però osservato che una simile rivendicazione contrasta con fondamentali dati antropologici e in particolare con la non esistenza del bene della generazione dei figli, che è la ragione specifica del riconoscimento sociale del matrimonio. La legislazione e la giurisprudenza attuali già assicurano la protezione di non pochi diritti delle persone dei conviventi, e pienamente dei diritti dei figli. Per ulteriori aspetti che potessero aver bisogno di una protezione giuridica esiste anzitutto la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni, e ad eventuali lacune o difficoltà si potrebbe porre rimedio attraverso modifiche del codice civile, rimanendo comunque nell’ambito dei diritti e dei doveri della persona. Non vi è quindi motivo di creare un modello legislativamente precostituito, che inevitabilmente configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero uguali doveri: sarebbe questa la strada sicura per rendere più difficile la formazione di famiglie autentiche, con gravissimo danno delle persone, a cominciare dai figli, e della società italiana………. Saluti |
Post n°6 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da avamposticulturali
“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.
L’altro ieri sono entrato in un centro emmelunga, quello che ho visto sono stati dei bellissimi mobili curati e gradevoli. Però c’era una nota stonata. Io padre e uomo sposato (che conosce le esigenze pratiche di una casa), vedevo che tutti gli arredi erano concepiti a misura di singol. Armadi piccoli, spazi essenziali e sfogli.
Cosa significa tutto questo? Molto semplicemente che la nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale) all’interesse unico dell’individuo.
La libertà dell’individuo viene prima della giustizia e della morale, è fondamentale per chi vive nel nostro tempo affermare che la propri libertà è più importante del bene comune e che la morale non esiste esistono solo i valori individuali.
Sarò demagogico ed ovvio, ma, noto come la nostra vita cambia ad un ritmo che è difficile sostenere. Pensando alle evoluzioni tecnologiche degli ultimi 17 anni (nel 1990 non esisteva internet né i telefonini) non riesco a pensare cosa accadrà fra venti anni. Il cambiamento non è soltanto tecnologico ma è fortemente culturale, come dicevo prima, l’interesse si sta spostando dal bene comune al bene individuale. Sarà giusto o è facile?
E’ indubbio, comunque, che il cambiamento porta con sé parecchie contraddizioni, e le stesse sono evidenti: Negli ultimi anni gli omicidi non avvengono più per mano della mafia ma, ad opera di individui con “interessi” futili ed individuali. I delitti più efferati sono commessi solo perché la vicina disturbava, perché ti hanno tamponato o peggio per interesse (denaro). E quando si scopre (solo quando è acceduto l’irreparabile), che il reo era depresso o altro, ci si interroga cosa i “sani” avrebbero potuto fare per aiutarlo. E poi? La solita vita ognuno per se; Gruppi (politici, economici, tifoserie) si contrappongono cercando di delegittimarsi gli uni contro gli altri, senza accettare che la propria visione “globale” non è la l’unica possibile. Forse è quella che più mi conviene (ossia quella che a me “individuo” conviene perché più facile); La pedofilia, la nuova prostituzione rappresentata dalla pornografia (chiedete ad una donna come è gradevole farsi penetrare da un esercito o addirittura da un cavallo), il bullismo, indicano il cercare di sopraffare controllare e invadere la vita di altri individui ritenendo che l’io individuale sia il migliore o comunque il più forte. La contrapposizione folle e ceca tra stati ricchi ed emergenti, la sperequazione sociale (esponenziale negli ultimi dieci anni) tra ricchi e poveri il depauperamento delle risorse naturali ad opera di una piccolissima minoranza dell’umanità.
Cosa è giusto e cosa è facile?
E’ giusto puntare tutto sull’apparire (Grande Fratello etc.)? E’ giusto che i media legittimino usi sproporzionati della chirurgia estetica? E’ giusto che scienziati, nel nome della loro libertà scientifica, facciano ciò che vogliono? E’ giusto che ognuno possa espletare la propria libertà “individuale” solo perché sono fatti suoi? E’ giusto che in nome della libertà parecchi canali televisivi, sfruttino, a scopo di lucro, la pornografia, spillando soldi ad individui deboli e con problemi relazionali?
E’ giusto che………… (la lista è lunga)?
Cosa è giusto e cosa è facile?
Mi piacerebbe avere la vostra opinione avamposticulturali@libero.it
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Mi permetto di rispondere anche agli altri in particolare a MiseEnAbime purtroppo non ho capito bene il tuo messaggio ma comunque spero di non travisare
1- Non nomino il nome di battesimo di Welby non perché sia un’offesa ma al contrario sarei io ad offendere la memoria di un uomo che meriterebbe ben più dei miei freddi ed inumani discorsi. 2- Per quanto riguarda il problema di come vedo io l’accanimento ti prego di leggere quanto ho scritto sopra. 3- Credo sia importante citare il catechismo per capire quello di cui sto parlando in definitiva eutanasia e suicidio sono la stessa cosa ed in particolare ti allego i seguenti paragrafi: 2258 “La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l'azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, intr. 5, AAS 80 (1988), 70-102]. 2261 La Scrittura precisa la proibizione del quinto comandamento: “Non far morire l'innocente e il giusto” ( ⇒ Es 23,7 ). L'uccisione volontaria di un innocente è gravemente contraria alla dignità dell'essere umano, alla “regola d'oro” e alla santità del Creatore. La legge che vieta questo omicidio ha una validità universale: obbliga tutti e ciascuno, sempre e dappertutto. L'eutanasia 2276 Coloro la cui vita è minorata o indebolita richiedono un rispetto particolare. Le persone ammalate o handicappate devono essere sostenute perché possano condurre un'esistenza per quanto possibile normale. 2277 Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile. Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere. 2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'“accanimento terapeutico”. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente. 2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.
Il suicidio 2280 Ciascuno è responsabile della propria vita davanti a Dio che gliel'ha donata. E' lui che ne rimane il sovrano Padrone. Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per il suo onore e per la salvezza delle nostre anime. Siamo gli amministratori, non i proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo. 2281 Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell'essere umano a conservare e a perpetuare la propria vita. Esso è gravemente contrario al giusto amore di sé. Al tempo stesso è un'offesa all'amore del prossimo, perché spezza ingiustamente i legami di solidarietà con la società familiare, nazionale e umana, nei confronti delle quali abbiamo degli obblighi. Il suicidio è contrario all'amore del Dio vivente. 2282 Se è commesso con l'intenzione che serva da esempio, soprattutto per i giovani, il suicidio si carica anche della gravità dello scandalo. La cooperazione volontaria al suicidio è contraria alla legge morale. Gravi disturbi psichici, l'angoscia o il timore grave della prova, della sofferenza o della tortura possono attenuare la responsabilità del suicida. 2283 Non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si sono date la morte. Dio, attraverso le vie che egli solo conosce, può loro preparare l'occasione di un salutare pentimento. La Chiesa prega per le persone che hanno attentato alla loro vita.
4- Non ho assolutamente capito il pezzo in cui parli “(simboleggiata una volta per tutte da una massa di fornicatori, proclivi all'uso di droghe, che si comportavano come a un qualsiasi 'evento' rock accorsi per il giubileo a trattare un papa morente come se fosse una specie di mick jagger, sostituendolo addirittura a cristo come oggetto di venerazione)” 5- La chiesa dici deve “rilanciare sul piano temporale” fortunatamente il piano temporale non esiste più, citava un illustre sociologo cattolico (non ricordo il nome), riferendosi agli stati teologali, che il fatto di avere democrazie laiche è un valore assoluto anche religioso in quanto amplifica la libertà di ogni individuo all’adesione ad un progetto spirituale, la Chiesa influenza le coscienze che operano in politica ma non la politica e non impone nulla. 6- Dici che la Chiesa non viene seguita neppure dai cattolici, purtroppo si, la domenica le chiese sono vuote e spesso nessuno capisce quello di cui si parla. E’ un dato di fatto ma un credente che si è preso la briga di leggere qualcosa, sa che il magistero è il medesimo dai tempi in cui Gesù Cristo era in Palestina, la Chiesa lo ha solo adattato ai tempi. Se il vangelo dice che la via è stretta quella è la strada da seguire, ti assicuro non è difficile, se hai ben in mente che il nostro Signore è puro Amore e chi fa esperienza di fede lo sa.
Saluti a tutti a presto rileggere di Voi.
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Scrivo in merito ai messaggi che gli “amici” del blog mi hanno spedito.
In primo luogo vorrei rispondere a Daniela che ha una visione molto vicina alla mia però con qualche distinguo:
1- Tornando alla questione funerali, la Chiesa deve necessariamente essere soggetta al magistero, inteso come l’insegnamento che la sempre (ossia fin dai tempi di Cristo) la stessa emana, ricordandoti una figura da tempo dimenticata quale quella di Giuda che in maniera antitetica di Pietro al posto di pentirsi si suicida. Quindi derogando da questi principi per una persona che ha il massimo della considerazione umana in quanto soffrente derogherebbe da tutto. Ti ricordo che, in ultima analisi, i funerali non servono a nessuno tanto meno al morto, perché se qualcosa poteva essere fatta doveva in vita. I funerali sono un commiato un saluto che unisce i convenuti. Le esequie servono ai vivi per avere un monito quando sarà il momento della morte. Al defunto servono solo le preghiere e gli atti di pietà che ognuno fa come e dove crede.
2- Un punto interessante è invece il problema se quello di cui stiamo parlando sia accanimento terapeutico o no. In effetti la linea di demarcazione è molto sottile ma io parlo anche in funzione di esperienze purtroppo personali riferite a miei cari. In questo caso l’accanimento era quello di somministrare delle sostanze chemioterapiche che al massimo potevano concedere ulteriori pochi giorni di vita ma, al costo di atroci sofferenze, quali perdita dei denti e degenerazione del tessuto osseo, in quel caso noi non davamo aria, cibo o acqua ma sostanze chimiche che avrebbero solo allungato di pochi giorni l’agonia con sofferenze indotte molto gravi.
3- La pena di morte è di fatto rifiutata dalla Chiesa ti invito a questo proposito a leggere il punto 2267 del catechismo: “L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana. Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56].” . Quindi in buona sostanza la pena di morte viene accettata solo in via teorica perché se un omicida viene tenuto in carcere non può andare ad uccidere nessuno. 4- Tu non vivi a Catania come me riferendoti ai mafiosi, ti ricordo che su di loro grava ancora una delle scomuniche, pronunciata con un anatema più pesanti del secolo scorso. Tu non hai mai assistito a preti che rifiutano a questi elementi di fare da padrino di battesimo, li allontanano dalle chiese o rifiutano i loro soldi. Tu non ricordi Don Puglisi e non sai di portoni di chiese incendiati o di teste di cavallo mozzate sull’uscio, fatti gravi di gente in trincea che lotta ogni giorno per affermare la carità su tutto. Hai ragione parecchi di questi guidavano le processioni nei paesi ma oggi questo fenomeno è molto raro oltretutto la mafia ha finito di rispettare la Chiesa diversi anni fa con gli attentati di Roma. 5- Non conosco Alex Zanotelli ho letto qualcosa, credo che ti riferisci a scandali finanziari, la Chiesa ha una parte della sua dottrina che molti (per comodità di coscienza personale) sconoscono ma che i papi continuano a declamare con numerosi interventi ed encicliche (vedi dalla rerum novarum di Leone XII alla Deus Caritas est di Benedetto XVI) che è la dottrina sociale in cui in sintesi si afferma che un capitale, la proprietà non sono valori fini a se stessi ma anzi traggono il loro valore morale se messi in condivisione con gli altri. Il profitto da capitale se non inserito in un contesto lavorativo ossia associato con il lavoro materiale di altri uomini non è morale e quindi qualsiasi forma di speculazione finalizzata a se stessa è profondamente ingiusta e offende Dio che ti ha messo in mano uno strumento che devi condividere. 6- Non ho capito il discorso della pillola (noi nella coppia seguiamo i consigli della Chiesa con grandi benefici anche puramente umani, ma questa è un’altra storia), un prete non può non dare la comunione a quella donna, oltretutto se si è confessata, perché a differenza dei divorziati risposati il peccato non ha un carattere permanente perché è stato cancellato con la confessione (non potrebbe accostarsi all’eucaristia se non si confessa, ma il prete non può sapere se si è confessata in un’altra chiesa prima della messa). Punto diverso è di quei politici di cui parli nota mai nelle dirette televisive vengono inquadrati mentre viene data l’Ostia. 7- Per quanto riguarda le questioni legate al suicidio in cui si celebrano i funerali cattolici ti rimando agli articoli del catechismo che ho citato rispondendo dopo all’altro amico. 8- Per quanto riguarda il funerale di Pinochet, anche a me ha dato molto fastidio la celebrazione dei funerali cristiani, ma ho capito che l’informazione a volte ti fa sapere solo quello che vuole. A questo proposito sono andato a scovare il comunicato ufficiale che hanno fatto le autorità ecclesiali cilene che ti riporto, rileggendolo appare chiaro che si tratta di un atteggiamento molto duro ma anche un tentativo di non esacerbare gli animi dei contendenti. ZENIT - Il mondo visto da Roma Codice: ZI06121102 Data pubblicazione: 2006-12-11 La Chiesa chiede al Cile di evitare provocazioni dopo la morte di Pinochet SANTIAGO, lunedì, 11 dicembre 2006 (ZENIT.org).- Monsignor Alejandro Goic, Presidente della Conferenza Episcopale del Cile, ha invitato a evitare provocazioni e ad assumere con atteggiamento sereno la morte del generale Augusto Pinochet, avvenuta questa domenica. Il pastore ha rivolto un appello fraterno alla comunità nazionale affinché “si evitino provocazioni, a favore e contro l’ex governante”, aggiunge la nota. “Il Paese ha bisogno di meditare su questo avvenimento con pace e rispetto. Dobbiamo avere serenità e buon senso”, ha detto monsignor Goic. “Personalmente ho la mia opinione sulla mancanza di rispetto per la dignità umana che ha avuto luogo nel suo governo. Ma ciò che serve è vivere questo momento con dignità”, ha aggiunto.
In ogni caso una cosa devo dirtela, tu dici di essere una cattolica a modo tuo, forse sei molto più cattolica di altri. Io ho fatto una strana esperienza basata sulla sofferenza che mi ha cambiato, ringrazio Dio per avermi messo alla prova, oggi sono un uomo diverso capace di accettare ciò che la vita mi da, offrendo in maniera cristiana agli altri sia le miserie, che le ricchezze.
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Nota del Vicariato di Roma in merito alla richiesta dei funerali: In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti.
Preferirei ripresentarmi. Sono un uomo di 38 anni da qualche anno impegnato in un percorso spirituale nella chiesa cattolica, oggi sono un credente praticante. Sottolineo ciò perchè le cose che dirò hanno bisogno di questa precisazione in quanto voglio chiarire a chi mi legge in maniera inconfutabile quale sia la mia posizione ideologica. Premesso che il caso di Welby è un caso umano, in cui ogni individuo reagisce in maniera differente, che posso immaginare quale sia stato il vissuto di questo uomo della sua sofferenza e del suo dolore. 1 - Per quanto riguarda i funerali che la Chiesa chiama Esequie Cristiane nel punto 1684 del catechismo leggiamo: ".... sono una celebrazione liturgica della Chiesa: Il ministero della Chiesa in questo caso mira ad esprimere la comunione efficace con il defunto come pure a rendere partecipe la sua comunità..." quindi i funerali sono un atto di comunione con chi ha professato i valori e la fede che la chiesa esprime e manifesta. Fare i funerali ad un defunto che si dichiarava non cattolico e che anzi si opponeva al magistero (o "direttive") della Chiesa che senso ha? Non sarebbe solo una inutile parata? A beneficio di chi? Non di certo del defunto che non può cambiare nulla della sua vita. Inoltre l'atto di Welby (non voglio usare il nome di battesimo per rispetto) si configura come un suicidio o eutanasia che, di fatto, lo esclude dai funerali perchè scandalizza la collettività in quanto, non motivato solo da uno stato di sofferenza ma effettuato come atto pubblico di denuncia. Resta chiaro leggendo gli altri articoli del catechismo citati nel comunicato (lo si può trovare online sul sito del vaticano http://www.vatican.va/archive/ccc/index_it.htm ), che Dio nella sua misericordia, resta l'ultimo arbitro, e che è legittimo anzu utile pregare per la sua anima. 2 - Bisogna capire comunque che "quello che è successo", a mio parere, è eutanasia. Ricordate Terry Schiavo alla quale un sondino garantiva l'alimentazione? Dare aria, cibo e acqua ad un paziente, in grado di metabolizzarli ed assorbili in maniera autonoma, non è accanimento terapeutico ma solo alimentazione, idratazione, ventilazione. Welby aveva bisogno del ventilatore perchè il foro praticato con la trachetomia non gli consentiva di fare entrare l'aria necessaria ai suoi polmoni (se sbaglio chi può mi contraddica). Della stessa opinione è la commissione sanitaria che ha emesso il noto giudizio. La stessa vedova nelle interviste ha usato solo il termine eutanasia. Se di eutanasia si tratta chiamatela col suo nome poi se la gente è favorevole o contraria è un'altra cosa. Una cosa è l'eutanasia un'altra è l'accanimento terapeutico. 3 - Trovo immorale e deprecabile il fatto che la sofferenza di un uomo sia diventata il terreno fertile per imporre legittime ideologie (anche se errate). La presenza di "amici" interessati per Welby non è giovata a nulla anzi per lui e la sua famiglia, sono sicuro, sono stati motivo di pressione. E' come se tutti si aspettano che tu faccia l'unica cosa giusta che ti resta da fare ossia morire. Bastava che uno di questi amici (accettando che l'eutanasia sia un atto di amore) avesse per errore mandato in corto l'impianto elettrico dopo che Welby per il "dolore" avesse assunto della morfina. Non parlate di eutanasia clandestina, perchè anche parecchie persone che spariscono nel nulla vengono uccise, senza colpevole, e non sono omicidi clandestini ma solo omicidi. Mi immagino che senza quegli amici, sia la madre che la moglie (profondamente cattoliche) o l’amico prete avessero voluto dirgli: abbraccia la Croce baciala amala e con gioia pronuncia quel fiat che è stato della Madonna e affidati a Dio che sicuramente ha un grande progetto per te. Non sono parole vuote ma sono le uniche parole seguite dai fatti che possono fare accettare la sofferenza e renderla utile e proficua. 4 - Concludo sulla Chiesa citando mio figlio di otto anni. "Papà ma perchè questa persone non vogliono che il Papa si interessi di queste cose (anche embrioni e pacs)? Se il Papa deve salvare delle anime e sa che queste cose sono peccati non deve interessarsene? Altrimenti che Papa è? Cosa dirà a Dio quando morirà che è stato come quei papi di tanto tempo fa che avevano i figli?" E io aggiungo: Cosa dovrebbe dire ai governi e alle nazioni? Sovvertite la legge naturale? A me non interessa! Ognuno è libero di fabbricarsi un Dio a sua misura, tanto Dio è solo un’esigenza della psiche la verità non esiste! Questo è il Papa e la Chiesa che vorrebbero alcuni io no. Per chi volesse insultarmi mi trova via mail avamposticulturali@libero.it saluti.
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NOTE VARIE
“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.
La nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale) all’interesse unico dell’individuo.
Leggi il post: http://blog.libero.it/controchiesa/2191139.html
Cosa è giusto e cosa è facile? Chi spara sulla Chiesa e perchè?
CHIARIAMO I TERMINI
I dibattiti televisivi non hanno la capacità di chiarire i termini delle discussioni, noi telespettatori rimaniamo lì costretti a vedere individui che litigano con il pretesto di parlare di argomenti alti e sacri.
I saccenti “telemediatici” e i politici “saltafosse” che, non capendo nulla o meglio non parlando in maniera chiara e semplice, fanno solo chiasso e confusione. C'è un divario grande come un oceano tra chi, crede di parlare (o blaterare), e chi li ascolta davanti la scatola magica. In questo blog intendo chiarire i termini del dibattito e, in maniera pacata, confrontarmi con chi la pensa in maniera totalmente diversa dalla mia.
Inviato da: romanovincenzo123
il 15/08/2017 alle 20:26
Inviato da: romanovincenzo123
il 22/04/2017 alle 15:31
Inviato da: en güzel oyunlar
il 01/12/2016 alle 21:24
Inviato da: çok güzel oyunlar
il 19/11/2016 alle 21:03
Inviato da: diyet
il 19/11/2016 alle 21:02