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un anno fa a ficuzza
Ficuzza 19 dicembre 2010
Rocca Busambra ha un abbraccio largo 16 chilometri da est a ovest. Dall’alto dei suoi 1658 metri si prodiga per non far mancare mai le piogge e la neve ai suoi boschi posti a nord, e li protegge dai venti riarsi che arrivano da sud. E’ grazie alla sua imponenza che un lembo di foresta si conserva ancora e ci permette di immaginare la Sicilia che videro i navigatori Fenici giunti circa duemilacinquecento anni fa.
E’ in questi boschi che oltre 150 appassionati hanno corso domenica 19 dicembre la decima tappa del circuito Ecotrail Sicilia – Bosco di Ficuzza.
Altre volte s’è corso a Ficuzza il trail, ma sempre in stagioni diverse, l’esordio in tarda primavera, l’anno scorso in piena estate ed adesso nell’incipiente inverno. Inverno vero anche in Sicilia, infatti, appena il giovedì 16 una copiosa nevicata ha aggiunto una diffusa nota di bianco alla già ricca tavola di colori che contraddistingue questi luoghi.
I forum podistici e le pagine di facebook immediatamente riportarono i timori e le esaltanti prospettive per un percorso di gara con ancora più incognite, ma che prometteva ancor più divertimento.
Il primo mattino di domenica regala già tiepidi raggi di sole, la coltre di neve resiste solo più in quota, e questo promette tanto fango, ma i centocinquanta, come sempre nel trail, non sono preoccupati più di tanto, quanto partecipi dell’atmosfera di festa.
Il prato, davanti alla Real Casina di Caccia di Ferdinando IV di Borbone, brulica di podisti che accennano la corsa per riscaldarsi.
Dopo il briefing c’è ancora qualche minuto per gli incoraggiamenti e qualche scherzo, prima che il “pronti … via” liberi i partecipanti alla volta scoperta della Riserva di Caccia di Re Ferdinando ed ora Riserva Naturale, in 23 km e 860 m di dislivello positivo.
Il primo tratto in discesa è breve, si lascia l’unico pezzo asfaltato per correre sulla ex strada ferrata che collegava Palermo con questa parte di Sicilia, una leggera salita che non tarda a farsi sentire. Si corre nel bosco di roverelle, che hanno già perso le foglie, ai lati di questa pista sorprendono le massicciate di sostegno realizzate in pietra, i serbatoi di mattoni che servivano per il rifornimento d’acqua delle locomotive a vapore. Si attraversa una galleria scavata nella arenaria, la stessa con cui è costruita la Casina di Caccia, il buio e poi la luce. Inizia il sentiero, siamo all’interno del “Bosco del Cappelliere”. Salite e discese si alternano a piccoli tratti pianeggianti sulla cresta, da un lato Rocca Busambra imbiancata di neve dall’altro il Lago Scanzano. Le discese sono insidiose di fango plastico, per ampi tratti di calpesta la neve ormai molle. D’un tratto il sentiero si inabissa in vallone e sbuca dopo una galleria buia di lecci, in un laghetto anch’esso stretto e lungo. Si sale ancora per poi ridiscendere all’ombra di pini domestici maestosi, ecco un altro specchio d’acqua, il Gorgo Tondo, ecco le vestigia della Peschiera fatta costruire da re Ferdinando, cosicché si potessero allevare i pesci ma anche delizioso luogo per la passione venatoria del sovrano.
La discesa ora è temibile per la pendenza ed il fango, gli specialisti ed i temerari sapranno sfruttarla al meglio. Ma dopo la discesa inesorabile ci sarà la salita. Un sentiero praticato dagli animali per raggiugere i pascoli è una specie di trappola di fango semi liquido, più di qualcuno perde le scarpe e con esse minuti preziosi (sorte capitata anche ai top). Le piante di frassino meridionale non hanno foglie e sono riconoscibili solo ad occhi esperti, ma le loro cortecce grigio chiaro con licheni dal verde tenue, meriterebbero più di uno fugace sguardo.
Sotto le sughere i cespugli di pungitopo sono decorati di bacche rosse, e si approssima un altro luogo caro a re Ferdinando: il Pulpito del Re. Una roccia scolpita ad arte, con gradini e sedile, per consentire la comoda posta al monarca ed ai suoi ospiti, mentre i battitori indirizzavano la selvaggina. Il paese è lì, più in basso, la Casina di Caccia si riconosce anche correndo. Chi pensa che la salita sia finita, si deve ricredere: un lungo tratto di pista forestale in salita si addentra nei boschi dei leccio ai piedi della parete di Rocca Busambra, mette a dura prova le doti di resistenza di questi podisti. Gli ultimi chilometri che conducono al paese di Ficuzza, lungo un sentiero in un bosco fitto in un alternarsi di pietroni viscidi, morbidi ciuffi d’erba e melmose pozze, sono il non plus ultra per gli amanti del genere.
Il portone spalancato della Real Casina di Caccia accoglie tutti i partecipanti, la voce dello speaker annuncia i nomi di ciascuno che infangato e felice ha corso in quello che fu “il parco giochi di un re” ed oggi è a disposizione di tutti quelli che sapranno goderne con rispetto.
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