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viale dell'olimpo
i muscoli si contraevano e decontraevano rimticamente per consentire balzi successivi sul bordo di quel vialone dedicato alla residenza degli dei greci. Si opponevano al vento teso ed alla leggera pendenza della strada. Dopo la curva il vento passo a favore e sembrò di avere un aiuto insperato. Le auto sfrecciavano incuranti, si attraversò per invertire la marcia e trovarsi di nuovo col vento in faccia. Il segno blu sull'asfalto annunciò la fine della ripetuta. Un chilometro per recuperare a buon ritmo, il passo era meno armonico, i muscoli manifestavano la fatica rispondendo meno efficienti. Concentrazione fu necessaria per ripartire, contro il vento e la salita, finalmente si riprese a scendere. A fare scorrere i salti radenti, senza esagerare, senza forzare eccessivamente. Ancora cinquecento metri e sarebbe arrivato il nuovo chilometro di recupero da correre lungo il cemento di gregotti, con qualche stereo che diffondeva musica neomelodica napoletana e il richiamo materno verso figli rincorrenti sfere di similcuoio.
Ripartire per l'ultima ripetuta, l'ombra del muro e la brezza fresca alleviarono la potenza del sole ancora alto, il passo tornò armonico. Le gambe accarezzarono le spine dei cespugli affermati sugli accumuli raccolti sul ciglio della strada. Il semaforo, in fondo, era il traguardo e non tardò ad arrivare...
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
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il 17/07/2018 alle 10:09