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I gabbiani dello Zafferano
Degli infiniti luoghi di corsa un posto nello speciale elenco dei posti dove correre almeno una volta è il lungo mare di Aspra e spingersi dove un promontorio divide il mare in due golfi.
Alla domenica mattina le auto sono pochissime, nel borgo di pescatori il mercato offre i prodotti del mare ancora guizzanti e da lì inizia una salita.
Il golfo di Palermo si abbraccia in un sol sguardo, chissà per quale motivo (italianissima e sicilianissima abitudine) in tanti hanno avuto l'irresistibile impulso, una volta visto il panorama, di costruirci una casa. Ce ne sono di ogni risma, ville integrate al paesaggio, palazzi con balconi descritti da colonnine verofinto stile indecifrabile, scheletri e fabbricati divorati dalla salsedine, da una parte il mare e dall'altra la montagna, l'uno blu e l'altro verde entrambi intensi.
Si corre sempre più nel verde e nel silenzio interrotto dal fruscio dei gruppi di ciclisti che fendono l'aria con abbigliamenti invernali iper tecnici.
Ci si saluta tutti, podisti e ciclisti, amici di asfalto.
E ci si può spingere verso il faro di capo Zafferano dove non v'è altro rumore che le onde e gli striduli versi dei gabbiani.
I gabbiani dello Zafferano.
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