Creato da: corto.maltese44 il 23/03/2006
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giri, appunti e ricordi

Post n°80 pubblicato il 02 Giugno 2008 da corto.maltese44


ho fatto un giretto, qui, ed ho visto, ed ho letto. anche un racconto, che mi ha segnalato una mia amica cantante, dal titolo Notte sulla pelle, scritto da un suo paesano e amico di blog, un harmony con finale noir. del racconto la cosa che più mi è piaciuta è il titolo. amo la notte, perché la notte è un'altra cosa... dalla notte alla pelle, e questo racconto, o meglio il titolo, mi ha ricordato un libro letto tanto tempo fa, Sale sulla pelle... una bella storia d'amore e di mare, tra un pescatore bretone e una signorina di parigi.

ho letto poi, l'ultimo messaggio di sognisullaluna, della sognatrice, mi ha toccato, e mi ha fatto tornare in mente un episodio che avevo proprio cancellato, rimosso, che non ricordavo più, che non faceva più parte della mia vita se non avessi letto le sue parole. ho vissuto una situazione molto simile all'ultimo saluto e alla mano tenuta allo sconosciuto dalla sognatrice... anche a me è successo di tenere la mano ad una persona che stava morendo, ad una persona sconosciuta, una donna anziana, che in quel momento non aveva nessuno con il quale condividere gli attimi che gli restavano. era sola, non abbandonata, forse un po' trascurata, vai a sapere, e non in una clinica di lusso piena di infermieri e dottori, ma in un grande ospedale di roma. mentre andava via mi chiamava con il nome di suo figlio... spesso ho avuto a che fare con la morte, ma solo con quella violenta, quando la morte, purtroppo, non era più un fatto privato, come dovrebbe essere e come è stata quella della signora.
in un profilo, non ricordo di chi (... Gilda300), di lato, sulla destra, scritto in courier, lentamente muore chi... di pablo neruda, del Poeta. e mi è tornata in mente, ancora ricordi questa notte, la castagna spettinata, un essere umano di genere femminile molto particolare, anzi, un essere particolarmente bello, che ha incrociato la mia vita per po' di tempo. ma la castagna spettinata era già nella mia mente da venerdì sera, dal concerto di Vasco all'olimpico, mentre cantavo, insieme a lui e ad altre cinquantamila o più persone l'ultima canzone della serata. ricordo che mi diceva che vasco pensava a lei mentre scriveva quella canzone. ed è vero, ci credo, anche se vasco rossi non l'ha mai conosciuto di persona.
la notte è un'altra cosa, e un altro ricordo riaffiora... barcelona di notte. quando la parola movida non era così abusata, e stava uscendo dai fumetti di el vibora e dalle pagine di madrid me mata!, per imporsi come stile di vita in tutto il mondo. a mondiali di calcio vinti, giravo per le ramblas, fumavo rubio americano, a volte corretto, bevevo cuba libre, estrella dorata e agua sin gas, mangiavo boccadillo y tapas, andavo ai concerti di kiko veneno y martirio e non perdevo le messe in scena di martone e falso movimento che in quel periodo erano di stanza a barcelona, ma la notte finiva puntualmente sulla diagonal, a rimorchiare, se non c'era stata la svolta, al distrito distinto, discopub. cosa strana, noi in italia avevamo solo discoteche o pub, là invece tutto insieme, ed era quella la movida di barcelona, e los italianos erano ancora cosa rara e ricercata... barcelona e il centro studio di joan mirò, mirò-mirall, la pedrera e gaudì, montalban e il suo lustrascarpe reduce del tercio, in quei tempi ancora in giro per plaza real con il banchetto e le sue spazzole, a lucidare scarpe, anche le mie una volta, per quinientas pelas, i corsi di pittura, il barrio di gracia, l'hostal commercio in calle dell'escudellers, a duemilalire a notte, con bagno al piano da dividere con signorine di vita ed altri personaggi dal losco profilo, e poi da paco al don jame primero, nel barrio gotico. avevo una stanzetta, sempre quella per tutta l'estate, in uno strano posto chiamato entresuelo, non era né primo né secondo piano, e il balcone stava quasi a livello della stradina pedonale che dalla cattedrale porta al municipio. non sono mai riuscito a capire i livelli di quella pensione. entravo al pianterreno, facevo due rampe di scale, e mi trovavo ancora al pianterreno, con il mio balconcino a livello di strada. Ho conosciuto più persone stando in camera che andando in giro.
...il gelato di solito lo prendo ai frutti, limone, fragola, melone, pesca, raramente creme, stasera invece, nocciola e caffè, per essere vicino, almeno con uno dei cinque sensi, ad una persona a me cara.

 
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