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Messaggi del 26/12/2012

LA JUVE IERI… LA STORIA DELLA JUVENTUS (parte quattro )LE FRASI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA JUVENTUS

Post n°1235 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da cuorejuventino2

 

Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, a quella capa­cità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l’aspetti Gianni Agnelli La Juve è qualcosa di più di una squadra, non so di­re cosa, ma sono orgoglioso di farne parte Gaetano Scirea E’ un piacere immenso ricordare che tutto “il me­glio” del calcio è passato dalla Juve Umberto Agnelli Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tut­to sia perduto, crederci ancora, la Juve non si arren­de mai Omar Enrique Sivori Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgra­do tutto e la terrà come prezioso ricordo Eugenio Canfari Se sono un uomo felice è perché ho dato tutto per la Juventus Giampiero Boniperti Per me l’Italia è soprattutto la Juve. Addosso ho an­cora i segni che mi ha lasciato Ciro Ferrara. Per un attaccante affrontare un’italiana resta il top, la vera prova del nove. Ferrara, Montero, Boksic, Del Piero: dopo averli affrontati sapevi di aver giocato al massi­mo Ryan Giggs Essere un giocatore della Juventus vuole dire appar­tenere a uno dei pochi veri miti dello sport Michel Platini La Juve è la Juve, deve stare sempre in alto Fabio Capello La Juventus non è soltanto una squadra di calcio, ma un modo di intendere la vita. Italo Pietra La vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda Gianni Agnelli La Juventus è come un dra­go a sette teste, gliene tagli una ma ne spunta sempre un’altra. Non molla mai, e la sua forza è nell’ambienteGiovanni Trapattoni La Juve è una fede che con­tinua a essermi appiccica­ta addosso. Sono da compati­re quelli che tifano per altri colori, perché hanno scelto di soffrire. Sembrava una bat­tuta, invece lo pensavo e lo penso tutt’ora. Giampiero Boniperti Boniperti dice la sua Juve ha vinto tanto? Sì, è vero ma perché non va a Madrid a vedere i trofei del Real? La ve­rità è che la Juve non deve mai guardarsi indietro, ma pensare sempre al successo che verrà Gianni Agnelli Non rinuncerei a uno scu­detto della Juve per il mondiale della Ferrari Gianni Agnelli Con la Juventus ho imparato a vincere. Non so come è successo, è qualcosa che si re­spira nell’aria dello spoglia­toio, sono concetti che vengo­no tramandati da giocatore in giocatore, è il sentimento che ti trasmettono milioni di tifosi e non c’è club nel mon­do che ti faccia lo stesso effetto Egdar DavidsLa Juventus è stata un esempio per il mio Man­chester United. Facevo vedere ai miei giocatori le videocas­sette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tatti­ca o la tecnica, quella ce l’ab­biamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella vo­glia di vincere Sir Alex Ferguson

 

 

 
 
 
 
 

LA JUVE IERI… LA STORIA DELLA JUVENTUS (parte seconda)

Post n°1233 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da cuorejuventino2

In tale quindicennio fu stabilito anche il record di punti per campionati a 16 squadre (51, contro il Torino fermo a 50, nel 1976-77) alla fine di un torneo definito allora da La Gazzetta dello Sport «un lungo e affascinante duello»e, contemporaneamente ad esso, anche la vittoria in Coppa UEFA, al termine di una durissima doppia finale disputata contro gli spagnoli dell’Athletic di Bilbao, con un organico composto esclusivamente da giocatori italiani[28]: di essi, quelli schierati in campo nella circostanza furono ZoffCuccuredduGentileFurinoF. MoriniScireaCausioTardelliBoninsegna (sostituito al 59′ dell’incontro da Spinosi), Benetti e Bettega. A macchiare la conquista del titolo di campione d’Europa, conseguito a Bruxelles il 29 maggio1985 sul Liverpool, vi furono gravissimi incidenti pre-gara tra la tifoseria italiana e quella inglese, che portarono alla morte di 39 spettatori.

 

Una formazione della Juventus 1983-84 che vinse scudetto e Coppa delle Coppe

Lo scudetto vinto nel 1986 chiuse il decennio di Trapattoni: durante la sua gestione, complessivamente 9 elementi della Juventus giocarono nella Nazionale italiana al Campionato del mondo 1978 in Argentina(dove gli Azzurri giunsero quarti) e 6 in quella che si laureò campione del mondo 1982 in Spagna. Inoltre Antonio CabriniGaetano Scirea eMarco Tardelli divennero i primi giocatori al mondo ad avere vinto sia tutte le competizioni per club cui presero parte sia la Coppa FIFA. Tramontata la generazione di calciatori che avevano costituito l’asse portante della squadra la Juventus affrontò nove anni privo di risultati in campo nazionale, anche se giunsero una Coppa Italia (1990) e dueCoppe UEFA (1990 e 1993

).

 

Marcello Lippi ha guidato la Juventus dal 1994 al 1999 e dal 2001 al2004

Nel 1994 un cambio ai vertici della società fu il preludio all’arrivo diMarcello Lippi, che corrispose all’ennesimo ciclo vincente in Italia e a livello internazionale: in dieci stagioni, con un intervallo di un biennio di interregno di Carlo Ancelotti, che vinse la Coppa Intertoto (ultimo trofeo internazionale vinto dal club, fino ad oggi), la Juventus vinse cinque scudetti, raggiunse quattro finali di Champions League vincendo quella del 1996 allo Stadio Olimpico di Roma, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa UEFA. Nel 2004 giunse sulla panchina bianconera Fabio Capello, fino ad allora allenatore dellaRoma: nei due anni di gestione del tecnico friulano la Juventus vinse due campionati consecutivi, nel 2004-05 e 2005-06, che nel computo generale del club sarebbero stati rispettivamente il 28º e il 29º; tuttavia, a causa del caso giudiziario giornalisticamente definitoCalciopoli a seguito del quale alcuni club di serie A vennero penalizzati, lo scudetto del 2005 fu revocato e non assegnato; quanto a quello del2006, la Juventus fu retrocessa per illecito sportivo all’ultimo posto della classifica e penalizzata di 17 punti (successivamente ridotti a 9) nel successivo torneo di serie B; stante la contemporanea penalizzazione in punti del Milan giunto secondo alle sue spalle, il titolo fu assegnato all’Internazionale, terza prima delle sentenze della magistratura sportiva. Sotto la nuova dirigenza (Giovanni Cobolli Gigli, presidente, e Jean-Claude Blanc, amministratore delegato) la Juventus, con 28 vittorie e 10 pareggi su 42 incontri (pari a 85 punti al netto delle penalità), fu promossa in serie A un anno più tardi vincendo il campionato di serie B con sei punti di vantaggio sulla seconda, ilNapoli. Il nuovo tecnico, Didier Deschamps, si dimise prima della fine del campionato, dopo la promozione matematica: nell’estate del 2007fu scelto di affidare la conduzione tecnica all’allenatore romano Claudio Ranieri, cui seguirono nell’ordine Ciro Ferrara – alla prima esperienza da allenatore –, già responsabile del settore giovanile, e Alberto Zaccheroni, ufficializzato nel gennaio 2010. Il 19 maggio dello stesso anno, dopo la fine della stagione, l’imprenditore torinese Andrea Agnelli assume la presidenza del club al posto di Blanc – eletto al massimo incarico societario nell’ottobre 2009 – e vengono nominatiGiuseppe Marotta come nuovo direttore generale e Luigi Delneri come nuovo allenatore del club

 
 
 

LA JUVE IERI… LA STORIA DELLA JUVENTUS (prima parte)

Post n°1232 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da cuorejuventino2

 

Il 1º novembre 1897 vide la luce a Torino lo Sport Club Juventus per iniziativa di un gruppo di studenti del liceo classico “Massimo d’Azeglio”, usi ritrovarsi in corso Re Umberto su una panchina oggi custodita nell’attuale sede del club[12]; la prima maglia della squadra fu rosa, con cravatta o papillon nero. Nel 1903 divenne bianconera. Nel1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus, la società si iscrisse al suoprimo campionato nazionale, ma fu eliminata dal Foot-Ball Club Torinese. Il primo titolo nazionale arrivò nel 1905, all’epoca in cui la squadra giocava allo Stadio Velodromo Umberto I. Nel 1906 il presidente della società, lo svizzero Alfred Dick, a seguito di accese discussioni di spogliatoio lasciò la Juventus e si unì, assieme a un gruppo di soci dissidenti, al Football Club Torinese dando vita al Foot-Ball Club Torino, segnando così l’origine della più antica rivalità del calcio italiano e l’inizio di una serie di problemi finanziari e sportivi che condussero la squadra bianconera alle soglie della retrocessione inPromozione nel 1913. Dopo la Grande Guerra la Juventus, risollevatasi con la presidenza di Giuseppe Hess e Corrado Corradini, riuscì a migliorare il suo piazzamento in campionato e a fornire alcuni giocatori, tra cui il portiere Giovanni Giacone, alla Nazionale

.

 

Edoardo Agnelli, presidente della Juventus dal 1923 al 1935

Il proprietario della FIAT Edoardo Agnelli assunse il controllo della società nel 1923; nello stesso anno fece costruire un nuovo stadio, in Corso Marsiglia, primo impianto sportivo italiano realizzato interamente in cemento armato. Con l’arrivo del primo allenatore professionista, l’ungherese Jenő Károly, giunse anche la vittoria del secondo tricolore nella stagione 1925-26. Il primo grande ciclo vincente della Juventus, grazie all’apporto di elementi come Giovanni FerrariRaimundo Orsi,Luis Monti e il celebre trio difensivo Combi-Rosetta-Caligaris[19], giunse tra il 1930-31 e il 1934-35, epoca dei cinque scudetti consecutivi(primato nazionale), uniti al raggiungimento delle semifinali di Coppa dell’Europa Centrale per quattro anni consecutivi. Allenatore della squadra in quattro delle cinque vittoriose stagioni fu Carlo Carcano, uno dei precursori del Metodo[3]; molti giocatori di quella Juventus formarono il nucleo della Nazionale italiana che si aggiudicò le vittorie nella Coppa Internazionale, progenitrice dell’attuale campionato d’Europae, soprattutto, nel campionato del mondo 1934 (cui la Juventus contribuì con 9 giocatori). La prematura morte di Edoardo Agnelli, avvenuta nel 1935, coincise con la fine del c.d. Quinquennio d’oro. Per il resto degli anni trenta e quasi tutti i quaranta la squadra bianconera non riuscì più a riconquistare lo scudetto, che giunse solo in fine di decennio, nel 1949-50. Tra il 1943 e il 1945 la società, che già aveva dovuto rinunciare alla ragione sociale Foot-Ball Club a seguito dell’italianizzazione imposta dal fascismo, assunse il nome di Juventus-Cisitalia, in abbinamento con la Casa automobilistica omonima, laCisitalia appunto, il cui proprietario era Pietro Dusio, all’epoca presidente del club bianconero (laddove, singolarmente, il marchioFIAT, di proprietà della famiglia Agnelli, fu abbinato al Torino).

 

SivoriCharles e Boniperti, il tridente d’attacco della Juventus di fineanni cinquanta, anche detto il Trio Magico

Alla fine della guerra la società torinese mutò la denominazione inJuventus Football Club. Sotto la presidenza di Gianni Agnelli e, in seguito, di suo fratello Umberto, la Juventus conobbe un secondo ciclo di vittorie, grazie anche all’arrivo di elementi come l’argentino Omar Sivori e il gallese John Charles che, insieme al talento casalingo, e capitano della squadra, Giampiero Boniperti, formarono quello che la stampa non tardò a denominare Trio Magico: tre scudetti tra il 1958 e il1961, il primo dei quali, il 10º, quello che le valse il diritto a poter esporre sulle maglie la stella. Omar Sivori divenne nel 1961 il primo calciatore proveniente dalla Serie A a vincere il Pallone d’oro. A tale ciclo fece seguito un decennio scarso di vittorie, con la sola eccezione del titolo 1966-67, vinto superando all’ultima giornata l’Internazionalesconfitta sul campo del Mantova

.

 

Festeggiamenti per il 15º scudetto allo Stadio Olimpico di Roma il 20 maggio 1973

Il 13 luglio1971 Giampiero Boniperti diventò presidente del club e il suo primo scudetto in tale nuova veste giunse subito alla sua prima stagione, nel 1971-72, bissato da quello successivo del 1972-73: furono i primi di un nuovo ciclo, che in quindici anni, sotto la conduzione tecnica dapprima di Carlo Parola e poi di Giovanni Trapattoni, portarono a Torino nove scudetti (l’ultimo nel 1986), due Coppe Italia e vittorie internazionali che fecero diventare la Juventus il club primo d’Europa a vincere tutte le competizioni dell’UEFA e, a seguire, il primo del mondo a vincere tutte le competizioni ufficiali per club. Da ricordare la favolosa vittoria della Coppa Intercontinentale a Tokyo. Per due motivi:
- Il primo perchè da autorevoli addetti ai lavori (non solo italiani) è considerata una delle più belle partite di tutti i tempi (il Guerin Sportivo di Dicembre l’ha definita “la più bella finale Intercontinentale mai disputata”; Leo Junior, fuoriclasse brasiliano, che militò nel Torino, disse al Trap al suo rientro da Tokyo: “Mister questa partita rappresenta il miglior spettacolo calcistico che abbia mai visto…>.
- Il secondo è che, con quel trionfo, la Juventus divenne la prima squadra europea ad aver iscritto il proprio nome sugli albi d’oro di tutte le competizioni euro-mondiali (nell’ordine: Coppa Uefa 76-77; Coppa delle Coppe 83-84; Coppa dei Campioni 84-85; SuperCoppa Europea 84-85; Coppa Intercontinentale 85-86)


 

 
 
 

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