Anima e MitoChiamate, vi prego, il Mondo La Valle del Fare Anima. Allora scoprirete a cosa serve il mondo. J. Keats |
LA VALLE DEL FARE ANIMA.
Fare anima viene dai poeti romantici
Per “ anima” io intendo, prima di tutto, più che una sostanza, una prospettiva, più che una cosa in sé, una visuale sulle cose. Questa prospettiva è riflessiva essa media gli eventi e determina la differenza tra noi stessi e tutto ciò che accade. Tra noi e gli eventi, tra l’agente e l’azione, c’è un momento riflessivo, e fare anima significa differenziare questa zona intermedia.
J.Hillman
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Anima e amor che muove il sole e le altre stelle
Post n°398 pubblicato il 31 Agosto 2016 da frmango
Che cos' è l'amore? Una domanda a cui io non saprei rispondere. Nella mia mente ho qualche vaga idea di cosa sia e di come si coniuga nella vita di tutti i giorni. Proprio perché ne ho una vaga idea, la mia personale ricerca, mi spinge a guardare intorno le testimonianze vere, autentiche, coerenti. Le cose vere per la loro natura resistono al tempo, durano. Nella mia ricerca questo toglie di mezzo tutte quelle storie leggere, lussuriose, stagionali che di amore in quanto desiderio di migliorarsi hanno ben poco; svanita la passione si ricomincia il gioco nevrotico. L'amore in quanto mistero ha un aspetto sacro, che ci permette di elevarci e entrare in unione con l'armonia dell'universo riscoprendo la nostra natura di creature divine. Questo toglie di mezzo tutte quelle storie dove nella coppia manca la gentilezza, l'armonia, il reciproco rispetto. Le cose vere autentiche sono coerenti. Coerenza che non è un peso nel mantenere la parola data ma è la manifestazione coerente della parola data. Questo toglie di mezzo tutte quelle storie dove tra il giuramento di "esserti vicino sempre" e la realtà della malattia e della sofferenza scompare l'amore come neve al sole. Il pomeriggio, verso le cinque, nell'autunno inoltrato, la piazzetta della "Domus" di Bernalda è illuminata da un sole tiepido con un venticello che trasporta le foglie ormai ingiallite. In questo piazzale si può incontrare una coppia distinta. Lui un uomo minuto, ben vestito, dai modi gentili; lei una donna orgogliosa dei suoi capelli bianchi e delle rughe che la vita ha disegnato sul suo viso. Visti a distanza li si nota intenti in un fitto dialogo. Credo che lui li racconti le ultime notizie sui loro figli, sui parenti. Sono vicini, formano con il sole sullo sfondo una cartolina da incorniciare. Li guardo con ammirazione. Lei con gli anni ha manifestato quella che alcuni definiscono "la forza del carattere"; ovvero quella forza d'anima che ci permette di portare a compimento noi stessi, rendendo la nostra vita un opera d'arte, nonostante tutto. Certo, nonostante tutto, perché il tempo l'ha messa alla prova. Pian piano, prima qualche dimenticanza, poi lentamente una sensazione di "nebbia nella testa" sempre più fitta, dove ci si smarrisce, si perde la dimensione del tempo che si vive, del luogo dove si vive, delle persone che ci circondano, fino a essere irrigidita su una sedia a rotelle. Nel mondo moderno spesso mi viene presentato il compagno o la compagna, generalmente il nuovo partner che ha preso il posto di quello di prima in atteso di quello che verrà. Si svuota così il significato della parola che prima di tutto significa accompagnarsi, stare insieme, percorrere insieme la strada della vita, anche quelle più accidentate. La lunghezza del tratto di strada di vita percorso insieme ne testimonia la forza del legame, così come questa formidabile coppia. Vicini parlano fitto fitto, a dimostrare che le cose vere durano, invecchiano perché così dev'essere, ma come il buon vino il tempo è un valore aggiunto. Articolo pubblicato su "Nuovi Orizzonti" PP Trinitari Venosa. |
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