DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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Quel primo caffè...
Post n°258 pubblicato il 18 Agosto 2017 da mygangsta
Sono partito dalle mie amate montagne con il mio fedele Iron al mattino prestissimo per essere in città al primo pomeriggio per l'occasione che avevo chiesto invano mille volte: la possibilità di presentarmi e raccontarmi come sono ora al padre della mia amata ragazza. E' pazzesco il momento in cui stai per realizzare uno di quei sogni/desideri che eri sicuro sarebbero rimasti per sempre irrealizzati, chiusi a chiave nella tua mente. Giuro che avvicinandomi al bar scelto mi sembrava di "galleggiare in una bolla" tanta era la tensione e l'incredulità che provavo. Lui, il mio "sommo detrattore", colui per cui io sono soltanto "un pericoloso e dissoluto (ex) tossicodipendente" era là seduto e mi stava aspettando. Non mi prometteva nulla, mi dava solo un'occasione... Ci siamo salutati e abbiamo ordinato il "caffè più significativo di tutta la mia vita" poi, subito, mi ha chiesto "Perchè l'ha fatto?" e ho dovuto spiegargli il vuoto e la solitudine di un diciassettenne che deve essere il modello perfetto per suo padre che non sa amare e di un ragazzo molto più grande che gli propone, un pomeriggio di luglio, un insano sodalizio...E da lì quel circolo vizioso di cui non puoi più fare a meno... Non ho cercato giustificazioni, anzi, sono stato io il primo a giudicarmi severamente. Poi mi ha detto "Mi racconti quello che vuole". Allora gli ho parlato dei miei Maestri, della mia rinascita, della seconda vita, del Buddismo, di tutto ciò che mi ha salvato, del "Qui e Ora", della meditazione, di F. amico speciale cui ho promesso che non avrei sprecato neanche un secondo di questa vita che a lui non è stata più concessa, delle mie montagne, gli ho presentato il mio fedele cane Iron che era con me. Il tempo è volato e altri 177 km mi attendevano. Alzandoci per lasciare il bar mi ha salutato dicendo "Mi ha detto cose che contrastano davvero con chi lei è stato, cose davvero inaspettate. Sa che non le prometto nulla. Ora devo metabolizzare il tutto, poi la prossima volta la chiamerò quando sarò in montagna così parleremo di nuovo".
Non so come proseguirà questa nuova situazione ma già ringrazio infinitamente per come sta andando ora. Era uno di quei sogni impossibili ma adesso lo sto vivendo. |
Inviato da: cassetta2
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