DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
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Io rimpiango
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Post n°186 pubblicato il 13 Dicembre 2014 da mygangsta
Talvolta (non so fare una stima) la dipendenza inizia così. Come "uno stupido gioco". Quasi fosse una nuova avventura, un'esperienza meglio delle montagne russe, qualcosa che ha il brivido del proibito, della segretezza, della sfida con se stessi e con il mondo. Così è stato per me. Non smetterò mai di condannare la leggerezza, la totale mancanza di coscienza e di ragione con cui accettai quella sfida e provai "la più leggera del suo campionario". Eppure, quel giorno d'estate, fare quel gesto "proibito" mi fece sorridere. Era un gioco. Rompevo con tutti gli schemi finora seguiti, mi appropriavo di una realtà nuova e ancora sconosciuta, era adrenalinico. Ora mi rendo conto della bassezza di questi "ragionamenti" (o meglio, vanneggiamenti) eppure, se torno indietro col ricordo, fu esattamente così. Non mi fermai a pensare alla famiglia che si fidava di me e mi amava, allo studio, ai valori, a come mi ero comportato correttamente fino a quel momento... No, pensai soltanto a provare quella roba con quella gente che "usciva dagli schemi". E da lì qualcosa iniziò a cambiare. Mi piacque (quanta amarezza nel scrivere ciò) e divenne un'abitudine portata avanti di nascosto da tutti, condivisa solo con quel gruppo in ogni momento possibile. Poi, un giorno, passai a nuova sostanza. Ci incontravamo sempre più spesso con quelli e ci sentivamo pronti. Questa roba mi coinvolse ancora di più, lo "stupido gioco" era adrenalina. La mia vita era cambiata e io anche. La sfida con me stesso era sempre più alta, ormai era una partita dove le uniche mosse che puoi fare sono sempre in avanti e non importa qual'è la posta, sei disposto a rischiare, a procedere, quelle "Sirene di Ulisse" ti chiamano, ti cercano e ti incantano. Quella era la mia nuova vita. Tutto il resto, piano piano, passava in secondo piano e io cercavo di integrare la sostanza nella realtà di tutti i giorni per fare in modo che nessuno sospettasse nulla. La mia priorità era trovare il tempo per fare uso di quella roba. Poi, dopo un paio d'anni, passai a quella che ora chiamo la peggiore. E questa è storia amarissima e per ora non ne scriverò.
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