DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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« I pensieri | Life will go on » |
Post n°207 pubblicato il 30 Aprile 2015 da mygangsta
Sì, posso dire di avere alle spalle un passato dissoluto. Il ricordo e la consapevolezza di quel passato mi hanno fatto male e ancora non mi lasciano indifferente anche se sono anni che tutto è cambiato. Ma penso che, chiunque si ravveda, si trovi poi a disagio nel ricordare come viveva e cosa faceva. E non sono certo orgoglioso di ricordare di aver vissuto schiavo delle sostanze, senza valori, senza dignità, senza coscienza, senza amore, senza neppure più la capacità di decidere per me stesso poichè erano le sostanze che prendevo ad essere ormai padrone della mia mente. Non sono orgoglioso di aver tradito la mia famiglia, di aver raccontato loro un sacco di bugie, di aver finto che andasse tutto bene, di averli messi di fronte a una grande sofferenza. Non sono orgoglioso di aver frequentato centinaia di ragazze soltanto per ....... senza vero interesse, senza sentimento, solamente per lo spazio di qualche ora o qualche giorno, tra "una dose e l'altra", in una situazione di totale annebbiamento e desolazione. Ragazze che un momento erano "mie", il momento dopo di un altro e poi di un altro ancora. Ricordo con avversione tutto il degrado dei luoghi che frequentavo e della gente. Luoghi abbandonati e preda dell'incuria, desolati, maltenuti, emarginati, indecorosi, indecenti, buoni solo per ritrovarsi a fare uso di certa roba. Ricordo quando stavo male in giro per la città, quando tutto attorno a me mi sembrava irreale e avevo soltanto l'impulso di fuggire, quando mi addormentavo ovunque, quando non ero più io. Quando mi sarei venduto l'anima per una dose in più, quando nella notte rincorrevo il paradiso artificiale ma, in realtà, trovavo l'inferno reale. Ricordo di essere stato uno di quelli che si ha paura di incontrare quando si è in giro da soli dopo il tramonto, uno che si guarda con un misto di avversione e compassione, uno da cui stare lontani con sospetto e diffidenza. Uno che, vedendolo passare per strada, pensi subito "quello ha assunto roba". Ricordo quanto doloroso sia stato uscirne, quanto quella roba mi chiamava ancora e ancora ma dovevo resisterle.
Ora quel passato dissoluto è alle spalle. Si può lasciare indietro anche un passato dissoluto. Si può rinascere e non fare mai più certe cose. E certo è che io non le farò mai più.
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