io, me et moi

Non è che sia mai stata un tipo popolare.
Sin dall'asilo sono sempre stata una persona strana per la maggior parte della gente.
E col tempo ho fatto ogni sforzo per nascondermi, per adeguarmi e sparire nello sfondo.
Non mi è mai piaciuto stare al centro dell'attenzione, tranne quando facevo teatro, lì mi sentivo forte, brava, speciale.
Poi le superiori sono finite, ho cominciato a lavorare, ho abbandonato molte delle mie passioni di un tempo. Ora nemmeno scrivo più.
Quando ragiono su questi ultimi 10 anni, mi chiedo dove sono andati e cosa ne è stato delle aspettative di un tempo.
Ieri mi sono guardata a lungo nello specchio. Molti più capelli bianchi, qualche ruga in più, occhi molto più spenti. Mi è venuto da chiedermi quando è stata l'ultima volta che mi sono sentita davvero felice ed è stato un po' triste accorgermi che non me lo ricordavo.
Non è che la mia vita mi faccia schifo, ma a volte mi chiedo se ormai il meglio di me è passato e io non sono stata in grado di afferrarlo.
Una parte di me forse avrebbe voluto, dovuto, vivere diversamente le occasioni passate, non farsi sfuggire il momento, anche a costo di sbagliare, di ferire, di venire feriti. E così, per un testardo e antiquato senso del dovere quelle porte si sono chiuse e non si riapriranno.
Quest'anno compio 35 anni. E' una data importante, probabilmente è il giro di boa da cui non si torna indietro.
Ne sento il peso, il peso delle aspettative tradite, dei sogni infranti, delle emozioni che sbiadiscono. Mi sono mascherata così bene nello sfondo che ormai ho perso la cognizione di me. Una fra tanti.
Anche quest'anno passerà, e mi domanderò come è passato, cosa ho fatto, in che modo l'ho reso speciale, e non saprò rispondermi.