Creato da: TradireononTradire il 27/04/2007
Dei tradimenti tutti, verso se stessi, nella famiglia, verso gli amici, verso il partner, nel mondo del lavoro e di quanto altro vi venga in mente
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"Non esiste una buona spiegazione per tradire...
......Perlomeno una che il vostro coniuge possa accettare”.
Barzellette
“Una donna sposata rientra inaspettatamente in casa e si dirige nella stanza da letto che divide col marito, trovandolo impegnato con una bella giovincella. Farfuglia, batte i piedi per terra, prorompe in una serie di insulti, ma solo quando accusa il consorte di tradirla, questi si alza in piedi stupito ed esclama: Io un traditore? E quando mai? Si, tu! Replica inviperita la donna: La prova è lì, nuda e distesa nel nostro letto! In effetti la giovincella giace come mamma l’ha fatta, ma l’uomo aggiunge sfacciatamente: A chi hai intenzione di credere, a me o ai tuoi occhi”
Post n°73 pubblicato il 05 Novembre 2011 da TradireononTradire
Quanti sono daccordo col titolo di questo post? Quanti sono convinti di desiderare di essere una coppia stabile? Ecco come funziona la gran parte delle persone. Ognuno porta dentro di se un grande bisogno di amore, anche chi lo nega. Per qualcuno è più forte, per altri è più maschrato ma il bisogno e la matrice sono indentiche: nasciamo da qualcuno e andiamo verso qualcuno. Non siamo "slegati da", siamo da sempre immersi nelle relazioni e che ci piaccia o no sono vitali. Da che esiste il mondo uomo e donna insieme hanno realizzato la vita e questo sembrerebbe essere il fine ultimo dell'uomo e soprattutto della famiglia. Lo dicono gli antropologi, gli evoluzionisti e non solo i teologi. La sopravvivenza dell'essere umano si basa sul concetto di progenie della specie, la capacità di procreare e la famiglia è l'organo principale deputato e selezionato nei millenni per adempiere a questo compito. Daccordo che la natura e l'evoluzione permette che ciascuno possa occuparsi di crescere, accudire, amare, educare, ecc. ecc. un bambino ma questo è dato da una volontarietà o da un bisogno piuttosto che essere insito nel modo come l'umanità si è da sempre selezionata per essere più efficace. Torniamo alla nostra stabilità. Non siamo slegati dagli altri ma sempre di più vogliamo essere liberi, senza vincoli, senza catene. Più siamo liberi e più le nostre relazioni corrono il rischio di essere tante e rarefatte. Ciascuno può pensare alle proprie relazioni ed osservare come ci sono differenti modi di essere in relazione: ci sono vincoli parentali, ci sono amici del cuore, ci sono amici che sentiamo ogni tanto, ci sono conoscenti. Questa gradazione definisce la fitta rete sociale in cui siamo inseriti. Sempre più spesso oggi gli amici sono in rete. Presupposti della relazione sono lo spazio ed il tempo. Oggi sempre più spazio e tempo sono quelli virtuali e questo favorisce la possibilità di essere in contatto con molte più persone, anche contemporaneamente, ma diminuisce la possibilità di strutturare spazi e luoghi intimi che oltre alla comunicazione fatta di parole hanno necessità di sguardi, gesti, spazi emotivi e relazionali che la comunicazione virtuale filtra. Abbiamo dunque bisogno degli altri ma non vogliamo legarci agli altri. Dichiariamo di volere relazioni stabili ma quando qualcosa in una storia, che sia nella fase dell'innamoramento/fidanzamento (Uh! Che parola grossa, arcaica e desueta!) o matrimonio poco importa, va storto con sempre più facilità (e sempre più sofferenza) ci si separa. Perchè non si riesce (o non si vuole) più investire in una storia? Siamo davvero tutti così sfiduciati? Nessuno più crede all'amore? E' proprio così? Eppure tutti lo cerchiamo! O siamo invece sempre più così concentrati su noi stessi che quando qualcosa comincia ad andare storto non vogliamo perdere tempo ed energie per qualcosa che non ci attrae più, sempre pronti ad inseguire le novità, ad additare all'altro ciò che non va e facendo a volte timidi tentativi (permettetemi) troppo spesso poco decisivi per rivedere ciò che in noi è di ostacolo alla storia? E l'altro, obietterete? Certo che se lo facessimo tutti non ci sarebbe da dire "e l'altro?", sarebbe un gioco di squadra al motto della reciprocità. E invece per farlo si attende prima la mossa dell'altro, il segnale che l'altro ci tiene a noi "per davvero" oppure il pensiero non sfiora nemmeno la nostra mente, l'attrattiva di altro è così forte che ci chiediamo perchè dovremmo restare in una storia che non ci corrisponde più? Il discorso è articolato: siamo esseri in movimento, e nella coppia questo movimento è a tre. C'è un IO, c'è un TU e c'è un NOI, ed il noi dovrebbe dettare le regole base per la coppia a cui attingono anche le due soggettività. Se l'IO o il TU evolvono separatamente il NOI si frantuma. La domanda da porre oggi è: Come è possibile che L'IO ed il TU evolvano insieme al NOI? Ed è ancora possibile? Come l'individualità si incrocia con la relazionalità stabile di una coppia? Qui stabile può avere le gradazioni tanto del "per sempre" (parola che oggi fa tanta paura) quanto dell'equilibrio emotivo che c'è nella coppia. A presto con il seguito....
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