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LABORATORIO TEATRALE, cronache

Post n°1322 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da n.cave
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   Iniziamo col riscaldamento vocale, che non è mai limitato a quello, dato che nessuno di noi, almeno per ora, deve recitare. Il riscaldamento vocale è sempre indirizzato alla scoperta, allo sviluppo e al potenziamento della voce. Esercizio preliminare è quello suggeritomi da Jerzy Klezyk per la mattina: riscaldare il respiro e sfregarsi i palmi delle mani lasciando che le vibrazioni si propaghino per tutto il corpo. In questo modo, è facile capire dove ci sono tensioni e rilassarle. Indi procediamo con la scoperta del diaframma.
   Nuovo esercizio: in coppia, applicare con le mani una forza alla base della cassa toracica del compagno, in modo che egli possa sentire dove spingere. Nell'incapacità di amministrare un muscolo, si lavoro sulla memoria fisica dell'impulso: spingendo verso la pressione, si mette inconsapevolmente in funzione il complesso muscolare del diaframma.
   Bellissimo vedere le solite facce di chi scopre per la prima volta una propria capacità. E' bello perché è diverso imparare a fare una cosa e scoprire invece che la stessa è sempre stata parte delle proprie potenzialità, proprio come parte della loro carne. Mi ricordo come mi disturbarono profondamente i primi suoni emessi dal gruppo in Accademia. Vibrazioni piene, mai sentite. Un che di primitivo in quella spontanea sacralità della voce, come un coro carico di magia, solo che non c'erano incantesimi, ma una molteplicità di voci vibranti che riverberavano in una grande stanza. Una carica emotiva pazzesca. Non vedo l'ora di ascoltare il primo a cui girerà la testa per una giusta messa in vibrazione della voce!

   Finito il riscaldamento, iniziamo con una nuiova provocazione, sempre portando avanti il discorso sulla lingua e sul racconto. Affrontiamo per la prima volta il RECITAR CANTANDO, modalità artistica del teatro in musica tipica del melodramma del '600 e del '700, proveniente dalla tecnica madrigalistica polifonica del '500. Il recitar cantando si propone di indagare la lingua al massimo delle sue possibilità sonore, in una ricerca della migliore musicalità sia dal punto di vista del libretto e della composizione grammaticale, sia da quello prettamente musicale: librettisti e compositori lavorano insieme. Possiamo dire che la recitazione classica e la figura del grand attore dell'800 inizia a delinearsi in questo ambito, laddove si intenda per recitazioni innanzitutto un fatto linguistico (e per la tradizione italiana ed europea è questa la fondatrice e la più diffusa). (fine prima parte)

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