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IL GIOCO DEL DOVE

Post n°1565 pubblicato il 09 Novembre 2007 da n.cave

Dare spazio ai bambini per dare forma all'invisibile.
Il contatto che hanno i bambini col mondo dell'intangibile grazie al gioco è fortissimo. Certo, molto gli viene tolto dai nuovi dispositivi di gioco che li isolano e ne bloccano la socialità, ma ciononostante rimane ancora innato il potere di dare una forma all'invisibile.

Si possono utilizzare molti giochi mimici teatrale per sviluppare quasto potere e utilizzarlo come materiale di insegnamento. Praticamente, insegni ai bambini cose che loro sanno già fare e forse meglio di te rendendoli coscienti di ciò. Lo sapeva bene Orazio Costa, quando insegnava la mimica ai bambini, dichiarando sempre che il bambino invece è un essere mimico per natura. Occhio, la mimica che faccio io ai bambini, chiariamoci, non è il metodo mimico costiano. E' una sorta di mimo. Ma in un bambino queste due arti sono legate in un unicum fertile e divertente.

IL GIOCO DEL DOVE. Divido i bambini in gruppi (il numero lo scelgo in base al livello del gruppo-classe) e dò ad ognuno di loro un foglietto su cui ho scritto un luogo (es.: lo studio di un dentista, la piazza della fiera, ecc...). Loro dovranno mimare il luogo sempre più precisamente in modo che i compagni lo indovinino. Non è consentito l'uso di oggetti.
A seconda della fascia d'età, il gesto è più o meno generico, il che offre sempre un buon spunto per parlare didaticamente del movimento e insegnare teatro. Ma la cosa bella è che loro si devono scervellare per descrivere un luogo ed esce fuori lo spirito della messa in scena. I bambini trovano naturalmente modi per rappresentare e questo offre altri fondamentalli spunti di insegnamento.

Bella esperienza, in questo senso, quella di una seconda. Un gruppo aveva il foglietto con scritto: la Hall di un albergo. I bambini hanno reagito così bene che sono arrivati a livelli strelheriani! Due bambini facevano l'ingresso, ognuno impersonando un'anta della porta; un bambino addirittura faceva lo zerbino; uno l'avventore e l'altro il receptionist. Una performance molto matura, che infatti non è stata capita da tutti. C'è, a quell'età, chi utilizza la fantasia astratta senza calarla nel concreto ed è una cosa normale. Questo gioco aiuta anche a sviluppare questo passaggio.
Un 'altra bambina, per creare l'idea di un mercato, ha dovuto offrirsi come bancone della frutta.
Per un bambino, fare queste esperienze a scuola, significa molto. Lo fa entrare nel mondo del teatro e nello spirito del teatro moderno e antico (la commedia dell'arte usava artifizi simili), conosce il proprio corpo, inizia a confrontarsi con uno spazio da sistemare (i compagni "pubblico" si lamentano che "non vedono" la scena) e soprattutto, la cosa che mi sta più a cuore, impara a socializzare organizzandosi con gli altri per un obiettivo comune.

 
 
 
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