Creato da giuliosforza il 28/11/2008
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sogni (ex e Jacopo). Dediche. San Silvestro '56. Aforismi di De Musset
Post 511
In una notte di tachicardie, di continui risvegli e levate, c’è anche posto, tra un incubo e l’altro, per due sogni assai belli. Da una delle donne che in vita mia m’amarono non riamate, accetto un grosso anello d’oro di fidanzamento, irregolare di spessore e contorto nella parte esterna come uno dei miei bastoni da montagna, smaltato qua e là d’intenso marrone, con un scritta in rilievo, anch’essa a smalto ma di colore verde, che non faccio in tempo a leggere perché mi desto: deve essere molto originale, sapendone l’autrice. Nel secondo sogno il piccolo Jacopo, mentre gattona velocissimo nella cucina della mia casa paterna, improvvisamente si alza e cammina: né la mamma né la nonna se ne avvedrebbero, se non fosse per il mio urlo di gioia.
*
La terza raccolta dei miei versi porterà la seguente dedica:
Alle donne che non riamate m’amarono
Alle donne che non mi riamarono amate.
Agli amori in ogni caso assassini
Aux amours meurtriers, in francese pour cause, fu anche la dedica della seconda raccolta.
Che gli unici amori salvifici siano quelli non dichiarati?
Correggere il motto cartesiano ama solus habitare tecum in ama solus amare tecum.
*
Notte di San Silvestro 1956.
Solo, come sempre, nella mia fredda mansarda di Villa Serra, mentre la plebe impazza nei cotillons, scrivo e leggo e m’esercito a comporre poesia e musica coltivando sogni impossibili di gloria e d’immortalità. Proprio allo scoccar della mezzanotte un boato secco spezza il silenzio del parco che una palla di luce, alla velocità della luce, attraversa. Un attimo, poi uno schianto e un crepitar come d’albero che si spezzi e cada. Un fulmine ha colpito la sequoia più alta, dal vertice alla base l’ha squarciata a chiocciola prima di scaricarsi a terra.
Il botto di Capodanno più formidabile che si sia mai udito, commissionato ad Efesto nelle fucine di Mongibello per me da Giove tonante.
(Curiosità: Giove ero soprannominato dai condiscepoli alle medie ed al liceo. Perché poi, se mi ricordo tenero sognante androgino Narciso?).
Anche questo mio San Silvestro trascorrerò solo, “obbligandomi” a dormire, o ad immaginare l’ormai prossima immortalità (quella faticosamente costruitami nel tempo?). Mi sarà difficile riuscirvi. Il parco alessandrino non è Villa Serra, e il condominio ove abito dell’Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Medici, pur nel complesso tranquillo, ha vari inquilini, a partire dal portiere, di origine napoletana, e forte è in essi la nostalgia di Fuorigrotta.
*
Da appunti miei senza indicazione di fonte: alcuni versi aforistici di De Musset coi quali concludere degnamente l’anno.
Il faut être ignorant comme un maître d’école/ pour se flatter de dire une seule parole/ que personne ici bas n’ait pu dire avant nous.
Illusione e presunzione d’originalità. Che appartengono ai poveri maestri di scuola non tanto quanto ai professori universitari.
J’étais seul l’autre soir au Théâtre français/, ou presque seul; l’auteur n’avait pas grand succés,/ ce n’était que Molière…
Solitudine del Genio (La Bibbia non s’inganna mai di certo:/ la manna cade sempre nel deserto. Così un Papini scherzoso al filosofo Lamanna che si lamentava di aver avuto pochi o punti ascoltatori ad una conferenza)
Dors- tu content, Voltaire, et ton hideux sourire/ voltige-t-il encor sur tes os déchairnés?
Non sono dunque il solo ad odiare l’orrendo cachinno voltairiano!
Chàirete Dàimones!
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