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" In coro con Angela" (Entropie Armoniche), X Edizione

Post n°855 pubblicato il 24 Giugno 2015 da giuliosforza

Post 798

 

 

E’ questa l’ ennesima volta che dico di Entropie armoniche su questo mio diario virtuale. Seguire le vicende del  gruppo ormai ultraventenne è stato, fra i passatempi (meglio direbbesi ‘acquistatempi’) musicali della mia vita, non pochi, grazie agli dei, né volgari, uno dei più frequenti e graditi. Entropie ha qualcosa di goliardicamente e aristocraticamente diverso, la serietà della sua ricerca di perfezione, non poche volte stata lì lì per essere attinta, che l’autorizzerebbe a darsi, come suol dirsi, un tono, non  si fa mai volgare seriosità, darsi arie non è nel suo stile. Eppure, ripeto, avrebbe tutti i titoli per farlo. Riconosco esserci, in queste mie parole, non poca  partigianeria, ma ne ho ben donde: vidi nascere Entropie, vi ha hanno cantato e vi cantano mie familiari e mie ex allieve d’università, ha sede nel giovane quartiere col quale crebbi e che vide la mia vita, pur fra alterne  vicende non sempre liete, fiorire in pienezza.

 

   Tra le mie ex allieve coriste Una, Angela Molinari, diplomata in flauto a Santa Cecilia e laureata con me in  Pedagogia con una tesi sulla didattica del suono (la seduta di laurea, di solito uno tra i più barbosi e inutili riti accademici, fu in quella occasione allietata dalle note angelicanti, -dispiace  per quel moralista bigotto di Platone- dell’aulos , col quale chiesi ad Angela di illustrare i momenti salienti della suo esposizione teorica), ebbe dieci anni or sono la malaugurata idea di accedere alla  nefasta volontà degli iddii che, dicunt, richiamano  presto a sé i loro prediletti, E quest’anno, come da dieci anni a questa parte, Entropie ha inteso onorarne la memoria con concerto tenutosi in Santa Croce in Gerusalemme con la collaborazione dell’Orchestra Orpheus e de I Piccoli Talenti e Voci di Talenti diretti da Claudia Gili. In programma, altre a quattro interessanti brani per voci bianche di A. Basevi, L, Trentin, B. Coulais, il Magnificat vivaldiano in sol minore , RV 610 per soli, coro, violino, oboe, archi e continuo (voci soliste Martina Loi, Nora Capozio, Sabina Gagliardi, Piero Leone), e dello stesso Veneziano il Gloria in Re maggiore, RV 589 per soli, coro, oboe, tromba barocca , archi e continuo.

Che dire dell’esibizione?

Non sono un ‘critico’, non amo la categoria dei critici (la canettiana “vendetta dell’intelligenza sterile nei confronti dell’arte creatrice”), non seggo a tavola per denunciare il pelo nell’uovo ma per godere di quanto di buono mi viene pórto; e del  buono, anzi dell’ottimo, è in ogni piatto che anche, spesso soprattutto, il più semplice dei deschi sa offrire. E il desco apparecchiato da Entropie era tutt’altro che semplice, tutt’altro che misero, e grande l’impegno richiesto per onorarlo. Ebbene, mi sento di dire che Entropie ed Orpheus lo hanno svolto con onore. La pacata serenità del “Magnificat” (originale e geniale lettura vivaldiana di un testo di norma inteso come un inno di gioia sfrenata) che la tonalità in minore dei versetti risolve quasi sempre in rasserenanti cadenze in maggiore, e la scontata pompa del “Gloria”, travolgente in tutto il suo splendore barocco, hanno trovato nella interpretazione dei due complessi una fine ed adeguata espressione: compito arduo, se si tiene, oltretutto, conto della non ottimale, almeno per il mio orecchio ferito, acustica della basilica, stracolma in ogni ordine di posti, e del sistema di amplificazione non dei migliori.

Enorme il successo.

Angela, aulete  ormai tra gli angeli musicanti dell’Empireo, m’appariva contenta. Ma io la scorgevo, bilocata  (ora è a lei concesso il prodigio), presenza anche carnale e non lucreziano simulacrum, sedere intrusa, sorridente soddisfatta e ammiccante accanto all’oboe: Vivaldi aveva  nel frattempo, appositamente per Lei, modificato l’organico.  

 

________________

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 

 

 

 

 

 
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