Creato da giuliosforza il 28/11/2008
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März 22 Dienstag Todestag Goethes.
22 marzo: Centonovantesimo anniversario della morte di Goethe.
Il 22 Marzo 1832, secondo giorno di Primavera, moriva in Weimar uno dei più grandi Avatar della storia del mondo. In Lui come in pochi altri risplendette la divinità di cui fu manifestazione, a Lui io debbo più che ai filosofi ai teologi ai mistici la mia conversione al culto estetico della santa Terrestrità. A Lui debbo il rifiorire del giardino della mia anima devastata, della mia Waste Land.
Oggi, 190 anni fa, Egli dunque moriva. O rinasceva all’universale Weltgeist, allo spirito del mondo, disponibile per nuove incarnazioni?
E proprio oggi, che sono stanco (particolarmente stressato nel corpo e nell’anima dai fastidi della vecchiezza implacabile) voglio sforzar le mie forze residue, dimenticare werterismi e faustismi, e intonare dal mio balcone prospiciente il piccolo parco esplodente di vita nuova, di colori e di canti (oggi arricchito da un gentile alberello già in fiore piantato dal marito in ricordo della recente scomparsa della sua giovane sposa, presenza sorridente e rasserenante del nostro condominio, nonostante il male che la tormentava e infine l’ha uccisa), intonare ancora una volta il ‘Maifest’ con Goethe (il nome, secondo Gianmarco che sta divertendosi a comporre l’indice dei nomi del mio … ‘zibaldone’ “Dis-Incanti”, più ricorrente dopo quello del ‘mio’ Dio) e con quanti, ex allievi ed ex coristi con me tante volte l’intonarono nelle semplice melodia che, intercalata a quella dei ‘canto di ringraziamento dei contadini dopo la tempesta’ della VI Sinfonia di Beeth, io osai applicarle.
Maifest, Festa di Maggio, è una balladetta giovanile del Francofortese (il titolo evoca anche la tradizionale festa popolare che in ogni angolo della Germania si svolge -si svolgeva?- per celebrare l’arrivo della primavera), sereno intercalare ai tormenti e alle malinconie del giovane sturmista; la sua freschezza e la sua semplicità ne fanno l’inno dell’anima bella nella sua più pura essenza che si lascia invadere dalle riesplodenti energie di Madre Natura dopo l’invernale letargo.. Nove tetrastici di quinari piani e tronchi alternati, con rime anch’esse alternate, la compongono, e per la prima volta amo citarla per intero (noi s’era soliti intonare solo le prime tre strofe, dove più evidente appare l’ebbrezza delle primaverili rinascite.
Eccola dunque, e buon canto con me.
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_________________ Chàirete Dàimones! Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano) Gelobt seist Du jederzeit, Frau Musika!
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