Creato da lapresenzeconomia il 19/04/2010
di Roberto Sinico

I non detti del Capitalismo Mondiale

di Carla Del Piave Ciroscannati

     Si parla sempre nel mondo che il sistema capitalistico induce il benessere. Ma non si dice che il benessere è riservato a pochi e non solo, è un benessere possibile solo se altri stanno nel malessere.

     Il funzionamento è molto semplice: i popoli vengono raggruppati in nazioni. Su cento nazioni, 10 sono ricche, 30 sono in un pericoloso bilico tra sussistenza e povertà, 50 muoiono di fame. Affinchè ci sia il benessere in quelle 10 è necessario che 50 muoiano di fame e che 30 vivano nella paura. Se una nazione del gruppo dei 50 viene promossa tra i 30 una dei trenta deve per forza passare nei 50. Ecco dove sta dunque la sana competizione che produce benessere. Si tratta solo di mantenere l'equilibrio fondato sulla pace.

 

Capitalismo

 

 

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E' l'Economia il potere forte

Post n°2 pubblicato il 22 Settembre 2012 da lapresenzeconomia

 La fedele ancella dell'economia

Economia al servizio delle Persone
non Persone al servizio dell’Economia

Il 43% della ricchezza prodotta in Italia va al 10% delle famiglie più ricche, l’80% delle tasse necessarie per lo stato sociale vengono pagate dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Ciò significa che i ricchi non pagano le tasse. Mentre i dipendenti non possono non dichiarare si vuole ridurre le tasse a chi già non le paga. La ricchezza quindi passa a questi. La recente finanziaria ha pensato alle categorie sociali più deboli, poveri, disabili, giovani ecc. L’economia dell’Italia dei Valori, vuole ridurre il divario tra ricchi e poveri.
Oggi un giovane laureato trova soltanto un lavoro precario, perché i posti buoni sono già prenotati da chi ha potere, conoscenza, soldi. Quindi non vi è per molti alcuna possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita, altro che libera concorrenza.
Dobbiamo tornare ai contratti a tempo indeterminato per avere una vita normale, sicura, con una pensione per la vecchiaia certa, senza affari assicurativi.
Quattro milioni e mezzo di persone in Italia non possono pensare al loro futuro, a metter su famiglia.
Con il sistema contributivo delle pensioni la persona anziana percepirà meno della metà dell’ultimo stipendio.
Questa sarebbe l’economia dell’Italia!
Non vogliamo che la politica sia…
…La fedele ancella dell’Economia
È la ricchezza la medicina della povertà?
Oggi, nel mondo, si sta affermando il principio regolativo e purtroppo assoluto, secondo il quale la Politica è la fedele ancella dell'Economia. Non parliamo qui dell'Economia del buon padre di famiglia, ma di quella “ricca” di una traboccante, avida opulenza, che non pensa ai poveri. Sembra esservi in atto e ormai assodata nell’opinione pubblica una convinzione radicata in un terreno argomentativo perverso, secondo il quale con l’aumento della ricchezza si possono aiutare i deboli e i poveri. Detta così sembra una logica granitica. I poveri cercano la ricchezza la quale deve aiutare i poveri. I politici dal canto loro, rafforzano questa opinione attraverso la “miseria” dei loro conformismi attira consensi.
Come dissodare il terreno delle convinzioni inculcate con prepotenza mediatica? Prima di noi ci hanno provato Livia Turco e Rosy Bindi, leaders storiche delle Politiche Sociali in Italia, a convertire gli economisti dei loro Partiti, ad un amoroso rispetto e sostegno per le Persone deboli e povere. Nella Convenzione Nazionale dell’Ulivo, tenutasi nel 2003 ad Arezzo, dal palco si udivano i loro lamenti che parevano mendicare l’elemosina. Noi dell’Italia dei Valori non ci stiamo a chiedere alle forze politiche di fare l’elemosina. Crediamo, invece, che i deboli ed i poveri Devono essere tutelati e garantiti in forza del Valore della Solidarietà e dei loro Diritti, sanzionati da precise leggi.
Durante una passata trasmissione radiofonica, il Sindaco di Trieste (Forza Italia) ha affermato: "Grazie alle mie iniziative molti imprenditori investiranno i loro soldi nella nostra città. Arrivando, così, la ricchezza, potremo cominciare a pensare alle fasce deboli". Che cosa intendeva il Sindaco per ricchezza? Dalle sue parole possiamo inferire che, siccome non c'è ancora, la ricchezza (quale ipocrita eresia!), non possiamo pensare (neanche pensare!) alle fasce deboli. Come si può affermare che dalle nostre parti manca la ricchezza, tale affermazione è un’offesa per quella parte enorme di umanità che vive nella povertà più drammatica. Eppure sono proprio i popoli più poveri ad insegnarci il valore della solidarietà che onorano lo stesso, senza la ricchezza.
L'Italia dei Valori ha fatto proprio l'insegnamento di queste genti: si occupa delle persone deboli, e non delle astratte fasce (deboli), anche senza aspettare l'arrivo di una ricchezza che tra l'altro abita già qui. È questo uno dei motivi per cui approdano alle nostre coste migliaia di immigrati, chiamati per nostra necessità di manodopera. Nella storia è già successo che l'egoismo è il risultato della prosperità. Speriamo che il fallace ragionamento secondo il quale i poveri ed i deboli staranno meglio se i ricchi diventeranno ancora più ricchi non sia creduto dai nostri cittadini, vittime del sonno ipnotico prodotto dai salotti televisivi.
In Italia ci sono molte leggi a tutela ed a sostegno delle persone disabili, ma non sono applicate, come si dice, per mancanza di risorse economiche. A parte il fatto che quando si fa una legge questa deve essere applicata, come possiamo credere al fatto che mancano le risorse economiche osservando attentamente il tenore di vita generale? Magari fossero vere le teorie del nostro Sindaco secondo le quali chi diviene ricco, cede immediatamente denaro alle persone deboli e povere attraverso le tasse: vedremo finalmente le nostre famiglie aumentare la qualità e dignità di vita, padri e madri, secondo le libere preferenze, potranno scegliere finalmente di astenersi dal lavoro, per tornare ad occuparsi dei propri figli, lasciando alle amministrazioni pubbliche, l'assurdo assegnucolo per i nuovi nati, utilizzato poi per qualche articolo di consumo.
L'Italia dei Valori è tale, se non assolutizza un valore rispetto agli altri, ma li fa convivere in una situazione umana e civile che vuole animata da giustizia, equità e solidarietà. Il 90% dell’umanità vive una condizione umana di stenti, di fame, di povertà, di guerra. Il mondo occidentale non può dirsi felice semplicemente togliendosi il pensiero.

 
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Il metodo psicologico dell'Economia

La nevrosi, impulso per l'economia mondiale    

   di Arnalda Granaglia

Il consumismo è la cura sublimatica delle nevrosi di famiglia: manipolare le coscienze per implementare le dinamiche virtuose del mercato.

Nevrosi

      Come afferma Galimberti oggi siamo schiavi della tecnica. I manovratori della finanza mondiale hanno capito che la famiglia è il centro motore dell'economia. L'esigenza ossessiva di curare il look delle case, delle automobili, sostituirle continuamente, attraverso mutui e prestiti, è uno spostamento della fatica a mantenere un nucleo fondato sull'amore. La fatica e l'energia per conservarlo e ad alimentarlo, non viene più sostenuto da partners che vivono in una cultura in cui si propongono solo spettacoli, svaghi e divertimenti, in cui si ritiene risieda la felicità. L'inganno produce aumenti di Pil ed aumenti di morte per povertà.

 

Vite subite

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