Creato da vivirencamino il 01/08/2006
...per conoscere l’Italia che non si vede in tv e sui giornali...Grande e umile, eroica e mite, fatta di padri, madri, figli, di laboriosità e generosità. Di Fede.

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« IL "CATTO-COMUNISMO"IL CORAGGIO DELLA VERITA' »

L' AMBIENTALISMO

Foto di vivirencamino

Oggi il Santo Padre durante l'Angelus, all'interno di un sentito appello per alleviare il "dramma della fame" nel mondo, ha parlato anche di "salvaguardia del creato".
Ed è proprio su questo punto che vorrei concentrare l'attenzione.

La Chiesa ha istituito per il 1° Settembre la Giornata della Salvaguardia del Creato ed ha dedicato l'intero mese alla riflessione su questo tema.
Si tratta di un'iniziativa importante perchè offre l'occasione di approfondire una prospettiva cattolica su un tema che è ormai dominante nell'opinione pubblica, ma che tanta confusione genera anche tra i cattolici stessi.
Ne è una dimostrazione il fatto che il messaggio cristiano su questo importante argomento è passato totalmente inosservato ai media, i quali hanno superficialmente arruolato Benedetto XVI nell'esercito ambientalista insieme a Pecoraro Scanio e al WWF.
E' passata l'immagine di una Chiesa accodata ai movimenti ecologisti e di un Papa vicino alle idee più estreme dell'ambientalismo moderno...
Quanto di più sbagliato si possa pensare...
La visione cattolica è infatti diametralmente opposta all'ambientalismo dominante.

Quest'ultimo discende da una visione negativa dell'uomo, elemento di disturbo di una natura che sarebbe in condizioni molto migliori se l'uomo non ci fosse.
L'ambiente così inteso è perciò sostanzialmente "altro" rispetto all'uomo e quest'ultimo ci può vivere a patto che faccia meno attività possibile, che lasci tutto al 'suo posto', che metta al mondo meno figli possibile perchè ogni persona che si aggiunge è un altro carico che pesa sulla natura.
Il problema dunque è l'uomo in sè, per il solo fatto di esistere su questa Terra. Si parla allora di "difesa" dell'ambiente da un aggressore (l'uomo), da un parassita che va messo in condizione di non cambiare lo stato delle cose. La Natura è vista come un organismo vivente (Gaia) che si ribella con terremoti, uragani e altri disastri davanti ai cambiamenti effettuati dagli esseri umani.

Ben diversa è la concezione cattolica: l'osservazione della realtà e la Rivelazione ci parlano di un creato e dell'esistenza di un Creatore da cui tutto dipende.
La terra dunque non è un organismo autonomo che reagisce alle aggressioni esterne ma è un dono di Dio all'uomo.
L'uomo dunque non è solo parte del creato ma è la prima tra le creature. Ne discende, tra l'altro, che esiste una gerarchia ontologica tra l'uomo e gli altri esseri viventi (ciò che molti animalisti non vedono o fanno finta di non vedere) e la superiorità dell'uomo non discende da un più avanzato livello di evoluzione prodotto dal caso, ma da una diversità originaria dell'essere.
Questa superiorità in ogni caso non è assoluta in quanto l'uomo deve rendere conto al Creatore; in altre parole la diversità ontologica non legittima lo sfruttamento selvaggio; al contrario, l'uso che viene fatto della natura deve essere in accordo con il piano di Dio.

Qui c'è un'altra importante differenza con la mentalità odierna; mentre l'ambientalismo parla di "difesa" dell'ambiente, il linguaggio cristiano usa il termine "salvaguardia". Sono due concetti radicalmente diversi.
La parola "difesa" non solo afferma implicitamente l'esistenza di un aggressore ma sostiene il fatto che l'obiettivo è la conservazione, mantenere le cose così come sono, intatte. Per carità, non c'è nulla di male in quest'ultimo aspetto ma nella visione cattolica c'è molto di più.
L'uomo partecipa alla creazione e, nella sua libertà, è chiamato alla collaborazione con Dio; se segue il Suo progetto renderà la creazione più bella e più umana; se invece persegue solamente i propri interessi sfigurerà il dono che ha ricevuto. E la storia da ragione a questo approccio: non c'è dubbio che tanta bellezza nel mondo sia dovuta proprio alle mani dell'uomo.
Dunque il termine "salvaguardia" rimanda al concetto di "custodia", dove il custode è chiamato a lavorare nella "vigna del Signore", a far crescere ed abbellire il terreno che il padrone gli ha affidato. In questo modo la preoccupazione non è tanto quella di mantenere qualcosa per delle ipotetiche generazioni future, ma vivere in modo corretto e responsabile il presente per rispondere ai bisogni delle concrete persone di oggi.

Perchè come nella parabola dei talenti,
chi cerca di conservare finisce di perdere anche quel poco che ha.

 
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