ElettriKaMente
Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)
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vergognandosi di se stesso e di chi l'ha messo al mondo, si è autoeliminato.
Capisco che il nome del blog potrebbe trarre in inganno, ma qui non troverete il supporto psichiatrico che andate cercando.
Cordialmente,
Elettrikamente,
EleP.
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INIZIO E FINE
Post n°203 pubblicato il 19 Novembre 2016 da ElettrikaPsike
Tag: anima, aspettativa, attesa, casa, compiutezza, corpo, crioconservazione, dire, esistenza, eternità, fine, fraintendimenti, frase, inizio, Leonard Cohen, mondo nuovo, outlanders, parola, paure, possibilità, prezzo, redivivi, risveglio, Vita
"Vorrei dire tutto ciò che c'è da dire in una sola parola. Odio quanto possa succedere tra l'inizio e la fine di una frase." Leonard Cohen
L'ho letto nel post di un'amica (http://gold.libero.it/MISTEROPAGANO/13471896.html) e mi sono detta...ma lo sai che, invece, io non lo so? Ci ho riflettuto e non ho ancora capito se sia da temere (ed odiare) o piuttosto benedire ed amare quello spazio che permette tutto quanto può succedere tra l'inizio e la fine di una frase... Aspiro all'atemporalità di un presente eterno che sia un uno tutto senza più alcuna interruzione, pieno e concentrato in una compiutezza che non lasci fenditure dalle quali possano infiltrarsi e scivolare, miserabili ed anguste, le paure; ed anche io odio tutte le costruzioni possibili, artificiose e barocche che nascono da stupri volontari dell'interpretazione di un discorso, odio il sovvertimento di una parola, il furto di un significato e l'annichilimento dell'identità di un argomento... Ma d'altro canto, questa compiuta e sferica eternità non è vita. E l'esistenza, invece, se si sceglie di vivere, che altro è, in fin dei conti, se non la possibilità di aspettarsi tutto, rimanendo, però, liberi e aperti nel non aspettarsi nulla di quanto può succedere?...E tutto questo proprio tra l'inizio e la fine di una frase. Ma, mi chiedo, allora, se la vita è questa... crioconservarsi in attesa di un risveglio on demand che cos'è? E cosa offre, realmente? Perché riducendo al minimo le remore vere e presunte, qualche perplessità resta. Passi la discriminazione economica data dal fatto che per mantenere un corpo biologico in crioconservazione sia necessario un prezzo da pagare che stabilisca quando e soprattutto chi possa aspirare al "vivere per sempre". E dico passi perché per un credente (anche non religioso) l'anima è il solo regalo immortale ricevuto mentre il corpo resta un accessorio di cui poter disporre solo a tempo determinato e che, di fatto, alla fine della fiera mondana, risulta di nessuna utilità indispensabile, ed alla luce di una simile visione il problema prezzo diventa naturalmente meno scabroso. Passi anche, poi, (ma un pochino meno) l'interrogativo che resta farcito di ipotesi etiche e fisiche senza risposta sicura riguardo al "luogo " dal quale, sempre ammettendo che il procedimento possa avvenire nei modi prospettati, la persona crioconservata venga riaccesa e riportata a questo mondo. "Apri gli occhi e torna qui...", quindi. Si, ma da dove? Da un sonno congelato per uno standby programmato, oppure da un altrove definito e già chiamato morte? Ma passino i primi due. Resta, però, e non passa il terzo interrogativo... E se, dopo centinaia di anni di sonno, arrivato il principe a scaldarla, la bella addormentata nel ghiaccio aprisse gli occhi e non trovando quello che aveva...non più la sua casa, non più la sua famiglia, le persone e le immagini, l'aspetto dell'esistenza che amava...non capisse e, in definitiva, si chiedesse se, forse, la sua identità e la sua anima non si sarebbero sentite maggiormente a casa lasciandosi andare in quel proseguimento di viaggio che ha bloccato nel ghiaccio tanti anni prima piuttosto che da quel momento in poi, ossia da quando si è sentita dire "Risvegliati..."? Cosa accadrebbe, allora, al finale del "vissero per sempre felici e contenti" se i tanti principi e principesse della favola della crioconservazione, risvegliandosi vivi per un mondo nuovo di pacca, come sopravvissuti o, forse, redivivi, alla fine di tutte le definizioni, comunque, si sentissero sempre, ed anche più di noi, degli irriducibili outlanders?
L'immagine utilizzata per il post è Journey around the world di Christian Schloe
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