Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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TREMATE, SE LE STREGHE SON SCOCCIATE!

 

“Mi ribello; dunque esisto.”

(Albert Camus)

 

 

"Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”

(Rita Levi Montalcini)

 

 

Già sfinita dalle mie molto più che precarie condizioni di salute e sfiancata dall’insensatezza e dall’ineducazione (all’intelligenza) - di qualsivoglia provenienza, ma soprattutto di chi dovrebbe imporci leggi e regolamentarci la vita civica - ogni giorno mi chiedo:

Quando una legge ed una regola sono palesemente ingiuste, disobbedire può diventare lecito e doveroso?

E poi,

esiste una possibilità di obiezione di coscienza e d'intelligenza, di fronte alla stupidità di una burocrazia decerebrata?

 

Proprio come è prevista dalla legge una legittima disobbedienza ad un comportamento illecito quando un pubblico ufficiale o incaricato ad un pubblico servizio esaspera le sue funzioni, superandone i limiti imposti con atti abusivi e del tutto discutibili, non dovrebbe anche esistere una legittima disobbedienza ai regolamenti ottusi imposti da una burocrazia incapace e, oggettivamente, stupida?

Se i motivi che spingono a non voler rispettare una legge evidentemente ingiusta devono provenire da una profonda convinzione d’illegittimità di quella stessa legge che s’intende violare, allo stesso modo si dovrebbe poter disattendere ad una prescrizione burocratica se i motivi del rifiuto provengono da una altrettanto profonda convinzione dell’idiozia di quella prescrizione...

Come si evince facilmente dal titolo, Enola Gay, canzone degli Orchestral Manoeuvres in the dark, di cui mi sono innamorata al primo ascolto quando ero solo una bambina, forse neppure in età elementare, a dispetto del suo coinvolgente sound di genere synth pop, nel suo testo recrimina lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima nell’estate del 1945, ricordandone espressamente anche l’ora del lancio ed il nome in codice utilizzato per definire la bomba durante la missione. La scelta dell’aeronautica militare statunitense di sganciare la bomba su una Hiroshima ignara – e tre giorni dopo anche su Nagasaki – provocò conseguenze ed implicazioni etiche di una gravità tale da rimanere, ad oggi, il primo ed unico utilizzo atomico in guerra. Le nostre scelte di obbedire ciecamente ad un ordine possono avere risultati drammatici, a breve, medio e lungo termine.

Talvolta sono catastrofici, come accadde con i bombardamenti atomici, e talvolta decisamente meno eclatanti; ma anche nei casi più banali e futili, tutte le nostre scelte hanno una loro importanza.

E così, anche il fatto di assuefarci e sottometterci ad un’ostinata stupidità burocrate, considerata in tutta la sua insignificante e meschina presenza, scegliendo di subire abulicamente ogni dettame idiota (vuoi per lassismo, per ignoranza o per semplice stanchezza) proclamato da un ente astratto composto da pubblici funzionari – ahimè, per la maggior parte – ottusi ed impalati, se non provocherà direttamente 200.000 morti civili come un’arma nucleare, a lungo andare, però, con le sue pretese contradditorie ed illogiche e le sue fastidiose regole demenziali, ci logorerà la salute e i nervi. Sfondando anche più di 200.000 scatole craniche, proprio come il gocciolio di un filo d’acqua fa con la pietra su cui cade.

E no, non cadiamo nella trappola di affidarci a sindacati e partiti fittizi per non farci frantumare da madonna Burocrazia. Perché né ai primi, né ai secondi frega un accidente di strangolare la vecchia con tutti i suoi figli e nipoti di scarsa intelligenza: Inefficienza, Lungaggine, Indolenza, Convenzionalismo, Stoltezza.

Affidiamoci a noi stessi e alla nostra lampadina individuale, invece. Magari imparando a distinguere una follia da una regola sensata, una pretesa capricciosa da un’esigenza legittima da chiunque ce le voglia propinare, ed usciamo dagli schemi polverosi a riveder le stelle.

Perché, se decidiamo di accendere singolarmente una nostra luce innovativa e indocile, per quanto piccola, sarà comunque sempre più luminosa di quella propinata dalle prescrizioni scriteriate di qualsivoglia mentalità funzionaria. E se esiste una legge per cui non si può uccidere la vecchia Burocrazia, allora limitiamoci a mandarla in pensione; a patto che lei e tutti i suoi figli e nipoti di scarsa intelligenza non ci frantumino più.

 

 

 

 

"Non sempre i ribelli possono cambiare il mondo.

Ma mai il mondo potrà cambiare i ribelli."

(Alain de Benoist)

 
 
 
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