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Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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Profumo, profumo, fratello del respiro!

Post n°339 pubblicato il 11 Dicembre 2022 da ElettrikaPsike
 

Di tutti i sensi, l’odorato è quello che mi colpisce di più. Come fanno i nostri nervi a farsi sfumature, interpreti sottili e sublimi, di ciò che non si vede, non si intende, non si scrive con le parole? L’odore è come un’anima, immateriale.

(Marcel Hanoun)

 

 

Così ogni cosa ha la sua parte, e di respiro e di odori.

(Empedocle)

 

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima; ce lo raccontano i motti popolari, lo motivano le tradizioni spirituali e religiose di numerose culture ed è una considerazione suggellata anche dall’arte figurativa e scritta, eppure io non sono pienamente d’accordo. Le infinite espressioni e striature delle iridi umane, per quanto possano affascinare, incatenare e, talvolta, darci la possibilità d’intravedere frammenti di emozioni, non sempre sono il portale più sicuro per accedere allo spirito e, fin troppo spesso, non si dimostrano così sincere nel rifletterne pensieri e sentimenti.

Personalmente credo che la via d’accesso per l’anima sia suggerita più efficacemente da altri elementi anatomici e, nella fattispecie, dall’apparato fonetico umano. Difatti, se opportunamente esercitati, gli occhi possono imparare a mentire, mentre la voce non lo fa.

Il timbro vocale resta da sempre una fotografia psichica non indifferente che, per quanto si cerchi di controllare, con i suoi bisbigli, mormorii, acuti e vibrazioni, puntualmente ci rivela articolazioni in grado di raccontarci gioiose ilarità anche quando non si ride o, al contrario, pianti asciutti e grevi anche senza singhiozzi. Perchè la voce comunica le nostre urla strozzate, il distacco, l'apatia, i nervosismi e le paure represse anche quando cerchiamo di truccarli, mascherandoli con apparenti calme piatte e formalità cordiali.

E questo può accadere perché il suono di una voce veicola i pensieri meglio e più sinceramente di qualsiasi sguardo o tocco e fornisce informazioni anche a nostra insaputa, cambiando in modo del tutto autonomo il suo colore indipendentemente dalle nostre intenzioni.  

Anche un altro elemento, però, è rappresentativo dell’essenza individuale parimenti alla voce: il profumo. E lo fa evocando tutte le tonalità dell'anima di colui che rappresenta. Non a caso, infatti, l’etimologia del termine essenza - che definisce una realtà nella sua condizione specifica ed immutabile - è anche un altro modo con cui denominare le fragranze.

D'altro canto il connubio non stupisce dal momento che emozioni e profumi sono intimamente ancorati nel nostro cervello grazie alla vicinanza anatomica che lega il sistema olfattivo con l’amigdala e l’ippocampo. Emozioni, memoria e profumo possono, quindi, diventare un tutt’uno nella mente umana ed il ricordo di un’essenza resta impresso nei meandri psichici anche più di una qualsiasi immagine visiva. Non di rado i nostri occhi ci ingannano con i loro miraggi, ma l’olfatto difficilmente sbaglia.

Eppure, anche nella scelta di utilizzare un profumo, l'essere umano tende a farsi strumentalizzare e sedurre da scie estranee, non assecondando i colori della propria anima ma soltanto le tonalità della moda e dell'ambiente o lasciandosi guidare dall'impero degli occhi che si fanno catturare dall'estetica di una confezione e dalla forma di un flacone.

Dal romanzo di Patrick Süskind, Il Profumo - se non lo avete letto, pensateci – si apprende in modo inequivocabile, benché fantasioso, come sia impossibile rifiutare la forza persuasiva di un’essenza, dal momento che la fragranza penetra in noi proprio come l’aria che respiriamo e che immagazziniamo come linfa vitale. Di fatto, il profumo ci riempie e ci domina totalmente e, nel bene o nel male, non c’è proprio modo di opporvisi.

Da un punto di vista più tecnico, esiste poi una precisa piramide olfattiva che ci permette di suddividere in note specifiche ogni singola fragranza attraverso la sua particolare velocità di evaporazione. Ed è questo processo che permette di distinguere le note alte dalle medie e dalle basse, proprio al fine di ricreare una melodia psichico-sensoriale unica e perfetta.

Così, seguendo la procedura alla creazione di un’essenza online, per gioco ma con una certa serietà, ho ipotizzato la pozione adatta alla mia anima, miscelando i vari ingredienti secondo le possibili combinazioni indicate.

 

 

Le note alte, in ambito tecnico, sono definite come “note di testa” e sono quelle volatili che si avvertono immediatamente al primo spruzzo e persistono al massimo per una manciata di minuti. Evaporano velocemente e si disperdono con estrema facilità. Servono a catturare l'attenzione istantaneamente come un coup de foudre e ci danno la prima impressione del profumo. Generalmente si tratta di note agrumate e fresche come il limone, l’arancio, il bergamotto oppure aromatiche come la lavanda o, ancora, acquatiche per ricordare i fondali turchesi del mare.

Le note medie, altrimenti dette “note di cuore”, sono precisamente quelle preposte a creare un coinvolgimento emotivo, pertanto sono in grado di risvegliare sensazioni sicuramente più profonde, non a caso sono queste a comporre la cosiddetta "scia" del profumo, vale a dire quella traccia olfattiva che possiamo avvertire anche per ore dopo che è stato vaporizzato il profumo. E' lei ad avvolgere e sedurre, stregando in modo irrevocabile con la sua malia e fermandosi nella memoria. Le sue sono note fruttate, fiorite o verdi che generalmente evocano i sentori della terra, delle foglie e dell’erba.

Le note basse o di base, infine, sono quelle definite “di fondo” e vengono considerate il leitmotiv del profumo, difatti ne definiscono la vera personalità. Sono tonalità calde e pesanti, molto più intense rispetto alle precedenti, ma al contempo sotterranee, non immediatamente percepibili. Non essendo avvertite da subito e lasciandosi decifrare solo in un secondo momento, possono tranquillamente permanere a lungo sulla pelle, anche per un'intera giornata. Sono queste le note che caratterizzano l'essenza nella sua profondità. Avendo una grande persistenza, possono essere muschiate, ambrate o speziate e lasciano il loro segno imprimendosi in modo indelebile nella memoria invisibile di chi le avverte.

 

Ciò detto,

quest'anno il mio augurio natalizio di strega sarà questo:

che ognuno di noi possa riconoscere la propria essenza!

 

Buon Natale a tutte/i,

EleP.

 

 

HAPPY CHRISTMAS DREAM!

 

 
 
 
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