EnodasIl mio mondo... |
... " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", dissela volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" ...
... "Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo",disse la volpe.
"Ma allora ch eci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
soggiunse: "Va a rivederele rose. Capirai che la tua è unica al mondo". ...
... "Addio",disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
Tutte le foto contenute in questo blog, se non specificato diversamente, sono mie e come tali sono protette da diritto d'autore. Rappresentano un momento, un istante, un'idea un'emozione.
Ho costruito un sito per raccoglierne alcune, e condividere una passione nata e cresciuta negli ultimi anni. Il sito é raggiungibile cliccando l'immagine qui sotto:
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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2014
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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura
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Post n°821 pubblicato il 14 Agosto 2019 da enodas
Questo é un sogno che avevo da bambino. Quando, esattamente, non lo ricordo, anche se ricordo le elementari, gli amici invitati a casa e la mascotte dei mondiali di Italia '90. Del resto, l'edizione che avevo trovato la notte di Santa Lucia, era proprio quella dei mondiali. Allora, avevo dipinto bandiere, fatto telecronache, cantato gli inni nascosti in un carillon a forma di palla. Per giocare con mia sorella interminabili partite che inevitabilmente finivano in litigio e rincorse per case. In questi tempi di realtà virtuali, videogiochi e mondo digitalizzato, io in qualche modo sono rimasto volutamente (più o meno) indietro. Ed il mio gioco preferito é sempre rimasto lo stesso. Da qualche mese avevo questa idea, che nata in sordina ha finito per diventare un pensiero costante e, in alcuni casi, ha finito col prendermi la mano. Così tra cimeli ritrovati in un angolo di cantina, oggetti spediti ed idee su idee, fino anche a quelle luci che mi han sempre fatto immaginare di giocare in notturna, mi sono messo quasi in testa di essere progettista. Queste ultime settimane le ho spese anche così, a costruire lo stadio. O, come lo chiamo io qui, "The Stadium", che ha finito per trovare posto, quasi magicamente, in quell'angolo nascosto che chiamo "Lonely Planet" Ho atteso la sera, ed ho acceso le luci. In un mondo diverso, in una stanza diversa, perfino in un Paese diverso, ho iniziato a giocare.
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