Post n°14 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da gelix
9 - Beni e servizi prodotti con principi etici La produzione ed il consumo di un bene comporta l’utilizzo di numerosi fattori produttivi e risorse di vario genere che se non progettata, attuata e gestita scientemente, dalla nascita alla fine di vita del suo utilizzo, genera problemi di varia natura con danni alla vita umana, all’ambiente che la circonda e svantaggi nelle condizioni lavorative. Così ad esempio, la produzione di beni proveniente soprattutto da paesi asiatici se da un lato ha avvantaggiato e avvantaggia i consumatori che acquistano beni ad un prezzo più basso, dall’altro ha messo e continua a mettere in difficoltà le imprese dei Paesi più progrediti. Le imprese di questi ultimi, per essere competitive risolvono il problema, quando possono, spostando la loro attività produttiva in quei Paesi meno progrediti, dove è possibile produrre a un più basso costo del lavoro e dove scarseggiano normative di produzione a tutela dei diritti umani, sociali e ambientali. Qui, la produzione dei beni trae il suo profitto e la sua sopravvivenza, anche e soprattutto da condizioni di povertà delle popolazioni indigene, dal mancato rispetto dei diritti umani e dallo sfruttamento del lavoro minorile. Nei Paesi più progrediti, esistono, invece, molte imprese che disattendono le norme sulla protezione e sicurezza del lavoro mettendo a rischio i lavoratori e l’ambiente. Anche qui c’è una diversa legislazione, ancora frammentaria, che non tutela adeguatamente queste risorse. Ci sono poi fenomeni di lavoro nero presenti un po’, sia pure in misura diversa, in tutti i Paesi del mondo che reclamano condizioni lavorative umane più dignitose. Se poi la produzione riguarda beni di origine animale e vegetale i problemi sono ancora più seri: gli animali da allevamento subiscono maltrattamenti di ogni genere e i prodotti di origine derivata sono sempre più costituiti da misture con sostanze nocive di ogni specie di cui spesso non si conosce nemmeno la natura. Ciò provoca, tra l’altro, gravi conseguenze sulla salute umana. Fenomeni di questo genere se ne contano a migliaia in tutti i Paesi del mondo. Per tutti poi, non ultimo, c’è lo smaltimento dei rifiuti che causa spesso inquinamenti di vario genere anche se molto si è fatto e si sta facendo per limitare quanto più possibile i danni ma ciò soltanto ove esistono regolamentazioni e controlli adeguati. Sono solo alcuni esempi… ma è chiaro che simili condizioni di produzione dei beni non possono accettarsi e deve esserne ostacolato con ogni mezzo sia la produzione che il commercio e ciò per il bene di tutti. Cosa ci vorrebbe? Oltre a quanto ho già suggerito con la riforma economica n.8, è necessario che tutti i beni prodotti siano commercializzati con apposita dichiarazione riconosciuta da tutti i governi che sintetizzi un insieme di certificazioni non soltanto di qualità sotto il profilo tecnico-scientifico ( esistenti solo in parte alcuni Paesi più progrediti), ma anche e soprattutto sotto l’aspetto sociale ed etico (qualcosa del genere, anche se più circoscritta, si sta facendo in qualche Paese più progredito)… Dobbiamo volere che un bene sia prodotto nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse naturali, animali e vegetali e, nel rispetto dei diritti umani e di idonee condizioni lavorative. Dunque, un bene prodotto nel rispetto di tutti i fattori e di tutte le risorse produttive impiegate, di qualsiasi genere.
Pur tuttavia, la situazione sociale, economica e politica dei vari Paesi del mondo è oggi assai complessa e variegata ed il problema è di difficile soluzione; sicuramente la via è lunga, diversificata e non può che essere graduale. Infatti, anche nel Paese ove fosse presente la migliore situazione economica la soluzione non potrebbe essere immediata perché quel Paese opera in un’economia globale… Né è possibile che Paesi più progrediti rispetto ad altri (magari solo per propria tutela) possano imporre nell’immediato, particolari divieti a questi ultimi. Così ad esempio, lo sfruttamento del lavoro minorile che assume proporzioni più elevate nei Paesi asiatici, africani ed in altri con simili condizioni, rispetto a quelli più progrediti, non può essere risolto vietandone la produzione ed il relativo commercio perché ciò farebbe crollare la loro già precaria economia; né gli si può chiedere almeno nell’immediato, di non utilizzare il lavoro minorile.. li si priverebbe dell’unica forza che hanno e ciò non è giusto. Per questo e per gli altri problemi appena adombrati e per tanti altri che concernono accanto alla produzione dei beni, anche la somministrazione di servizi.. si pensi a quanto sta succedendo nel campo dei servizi finanziari, occorre un grande sforzo, doveroso ed urgente, da parte di tutti i soggetti interessati, con l’assunzione reciproca di una serie di impegni da portare a termine gradualmente che migliori le condizioni lavorative umane e quelle ambientali. Così come sarebbe utile che i governi dei vari stati, favorissero lo sviluppo delle imprese attraverso adeguate politiche che non siano quelle di supertassarle ma anzi al contrario, ne riducano la tassazione al minimo, così anche gli altri oneri contributivi sociali, previdenziali e fiscali, incentivandone l’occupazione, perché sono le imprese, in primis, che producono ricchezza e danno lavoro; i governi si dovrebbero anche impegnare reciprocamente nel garantire regole certe e trasparenti di operatività sui mercati da parte di tutti i soggetti e assicurare un giusto controllo; mentre per quanto riguarda le imprese, queste per sopravvivere devono far crescere la produzione attraverso un adeguato sviluppo delle tecnologie produttive che si risolva sia in un miglioramento del prodotto sia in un vantaggio delle condizioni lavorative (vivendo con più energia) sia in uno economico-finanziario che comporti una diminuzione di costi ed un potere di acquisto che restituisca più soddisfazione a quanto guadagnato con il proprio lavoro. E. |
Post n°13 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gelix
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Post n°12 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gelix
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Post n°11 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gelix
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Post n°10 pubblicato il 19 Settembre 2008 da gelix
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Post n°9 pubblicato il 08 Settembre 2008 da gelix
C'è un allarme generale quando si parla di insegnamento della religione e segnatamente di quella cattolica. Eppure se non vado errato in altri Paesi del mondo la questione è più sentita tanto che viene insegnata la religione fin da piccoli. In altri Paesi è noto che non c'è tolleranza verso le religioni ed in altri ancora non esiste tolleranza per quelle diverse da quella propria. A prescindere comunque da come viene insegnata rimane innegabile il fatto che la religione o meglio le religioni sono nate praticamente con l'uomo stesso, non credo sia esistito un popolo che non fosse religioso a modo suo. Modi sicuramente diversi di professarla, di credo, di costume, di vita ma che inevitabilmente segnano la storia, lo sviluppo e la formazione di ogni popolo. Insegnano a formare l'uomo sotto certi aspetti etici, spirituali e soiciali contribuendo con dottrine e principi che durano da secoli ed in molti casi millenni. Durate queste di gran lunga superiori alle leggi di qualunque Stato del mondo... e a distanza di tanto tempo sopravvivono rispetto a qualsiasi altra regola o legge... Per questi motivi sostengo che l'insegnamento delle religioni debba rappresentare una materia obbligatoria nella scuola, al fine di garantire all'allievo una formazione scolastica e una crescita culturale e umanitaria più ampia come ho già precisato in un precedente scritto. Dunque la questione è culturale, etica, sociale e anche politica per certi versi ed è di una tale rilevanza che non può non essere studiata, compresa. Studiare una religione non significa professare quella religione. La fede è ovviamente qualcosa di diverso dallo studio della religione e ne può prescindere. La fede ha i suoi luoghi per essere esercitata secondo le sue regole ma questo è cosa diversa dallo studio della religione. E' pure ovvio che nell'insegnamento occorre evitare il rischio dell'indottrinamento ma questa è una questione che attiene all'insegnante il quale si sa ha il dovere di evitare ciò. L'indottrinamento si sa può esistere sempre non solo con l'insegnamento della religione. Qualcuno che si dice d'accordo con l'insegnamento della religione sostiene però che non bisogna dare spazio a quella cattolica più di altre religioni. Mi sembra una cosa strana, una cosa che si verificherebbe solo da noi... forse qualcuno è andato in India ed ha visto parità tra l'induismo e le altre religioni, così pure chi è andato e và nei paesi arabi vede la stessa parità tra cattolici e musulmani o con gli ebrei?, ecc. E' una negazione della realtà storica. Quindi non ha senso quella pretesa, non trova giustificazione. Da sempre si privilegia la conoscenza delle proprie radici ma questo è ovvio e vale e deve essere così per chiunque; direi è una forma di tutela a garanzia della diversità. Dunque da noi, nello studio delle religioni (e non della sola religione cattolica) va' ampliata quella cattolica rispetto alle altre, perchè lì sono le nostre radici (non parlo di fede ma sempre di studio) ma di tutte si deve conoscere il fondamento, le caratteristiche, le diversità ecc. Lo "Studio delle religioni" dovrebbe essere materia di studio in ogni Stato ed in ciascuno dovrebbe essere studiata maggiormente la religione che caratterizza le radici di quel popolo. Con ciò senza farne una bandiera politica!!! Essere atei o avere fede in un certo Dio e non in un altro è questione personale, non c'entra con lo studio della religione. |
Post n°8 pubblicato il 12 Agosto 2008 da gelix
4 - La riforma agraria. I terreni devono essere concimati con prodotti naturali e/o con prodotti che non abbiano effetti collaterali sull’uomo e sull’ambiente; i terreni devono avere un periodo di riposo di non coltivazione, necessario per una loro rigenerazione. I sistemi di produzione devono garantire la conservazione delle caratteristiche organolettiche della produzione agricola. L’importazione della medesima frutta, coltivata già nel Paese di produzione, và ridotta al 10% della produzione locale e non può avere un prezzo inferiore a quello locale. Il costo della produzione agricola deve attestarsi su parametri di minimo e massimo precedentemente stabiliti ed in linea con quelli degli altri Paesi esteri. Va valorizzata e protetta la produzione dell’agricoltura locale. E’ cmq. ammessa l’esportazione della frutta locale senza limiti e/o cmq. secondo sistemi di reciprocità ove esistenti. E’ ammessa l’importazione dei prodotti agricoli la cui specie non rientra tra i prodotti tipici della produzione locale. 5 - La riforma delle assicurazioni Il premio di assicurazione che l’assicurato paga per un autoveicolo deve essere uguale a quello pagato per lo stesso autoveicolo in qualsiasi parte del territorio dello Stato. L’ente assicuratore aumenterà l’importo del premio da pagare solo per l’assicurato che procura sinistri e lo diminuirà per quello che non produce sinistri. Il premio di assicurazione, non potrà in nessun caso, superare il valore dell’autoveicolo. 6 - La riforma edilizia Ogni città, escluso le piccole comunità montane, è sottoposta ad un’analisi urbanistica; L’analisi metterà in evidenza le zone dove la qualità della vita è insufficiente. Un’apposita commissione studierà un progetto urbanistico per restituire a quelle zone un’adeguata qualità della vita. Il progetto sarà realizzato solo se ci sarà il consenso delle popolazioni interessate le quali riceveranno il giusto indennizzo senza speculazioni di sorta a loro danno. Saranno, in ogni caso, conservati e valorizzati quelle costruzioni molto antiche e di interesse storico ed artistico. 7 - La famiglia… Come “trattare” con i figli… non ho ancora alcuna ricetta e non credo che in futuro ne avrò una, un rapporto umano è sempre qualcosa di unico e specifico e in continuo divenire, giorno per giorno sei o, dovresti essere lì… Comunque sia se chi sta per diventare genitore facesse un corso per assicurarsi di possedere almeno gli elementi psicologici e sociali di base per non traumatizzare il nascituro non farebbe male. Tutte le spese per l'istruzione (es, tasse, libri e lezioni varie) e la buona salute dei figli (ad es. quelle mediche fino alle attività sportive necessarie) devono portarsi integralmente in diminuzione del reddito familiare e poi calcolare le imposte da pagare. 8 - La riforma economica Gli Stati più progrediti “adottano” gli Stati in via di sviluppo, senza che vi sia colonizzazione, ma solo cooperazione al fine di: a) eliminare la povertà, attuare una migliore giustizia sociale e un’equa distribuzione della ricchezza; indi promuovono la partecipazione alle attività lavorative delle popolazioni degli Stati in via di sviluppo attraverso la creazione di imprese ed enti misti tra soggetti provenienti dai paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, assicurandone un adeguato reddito e salvaguardando la loro identità, tradizione, cultura usi e costumi. b) eliminare la disoccupazione interna, creare valore aggiunto, abbassare il costo della vita e migliorarne la qualità. *** Ed ora mi fermo qui, prendo commiato…. Ecco il mio blog: “il mondo che vorrei vedere”… Qualcuno si domanderà se è tutto qui… no, non è tutto qui assolutamente… quanti regolamenti da stabilire, quanti studi da fare e miglioramenti da attuare… ho solo espresso qualche idea, forse qualche principio se mi è consentito il termine e nulla più… Insomma un po’ di ciò che ritengo giusto e mi piace con tutti i limiti che ho già espresso in premessa a questo riguardo all’inizio del blog… Sì, ci sono tantissime cose ancora, milioni di persone che soffrono per tante altre problematiche specifiche ma penso anche all’arte, alla musica, all’ambiente… e alla cosa più importante: l’Uomo, l’Umanità… Questi, in verità mi intristisce non poco… prende botte da tutte le parti, si alza e poi cade e continua così…. ma a me piace essere ottimista. Ora se volete, potete lasciare un commento, Grazie Ernesto
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Post n°7 pubblicato il 10 Agosto 2008 da gelix
3^ - Istruzione come autentica crescita umana
Il ciclo di studi iniziale attualmente vigente che ciascun allievo deve obbligatoriamente seguire (dalla scuola elementare a quella media inferiore), deve essere integrato con l’insegnamento di principi ed elementi di base riguardanti quante più materie possibili, utili per una buona crescita umana non soltanto culturale ma anche sociale, fisica e spirituale in armonia con gli altri e con il mondo. L’insegnamento delle religioni è obbligatorio e prescinde dalla propria fede religiosa. Nel ciclo di studi successivo (scuola media superiore), lo studente segue l’attuale ordinamento scolastico aumentando i contenuti delle materie caratterizzanti il profilo professionalizzante scelto, con brevi periodi lavorativi obbligatori da effettuarsi ogni anno (stages presso enti, imprese o studi professionali ovunque situati) che accertino le competenze acquisite e rendano il titolo di studio prontamente spendibile sia in Italia che all’estero. Tutto ciò si effettuerà conformemente alla condivisione di stardard internazionali professionalizzanti da definirsi. In più, ciascun studente potrà, a sua richiesta, e con un modesto contributo, continuare lo studio di una o più materie di vario genere svolte nel precedente ciclo scolastico approfondendo gli elementi di base acquisiti. Queste materie non parteciperanno alla votazione del risultato finale (diploma) del profilo scolastico scelto. Inoltre, ciascun studente, nel corso del triennio superiore, dovrà fare richiesta di apprendere un mestiere manuale a sua scelta, o prestare servizio di volontariato e/o di utilità sociale, secondo parametri da definirsi, ciò costituirà un credito formativo che sarà idoneamente valutato. Seguono gli studi universitari, così come sono previsti dall’ordinamento vigente, con le seguenti modifiche: 1) indirizzi maggiormente specializzanti; 2) laurea quadriennale più due anni di specializzazione-praticantato lavorativo, in conformità alla condivisione di starndard internazionali professionalizzanti da definirsi e, al termine, esame di abilitazione alla professione da poter esercitare in qualunque Stato. Gli studenti in regola con i corsi di studio e quelli operanti nei settori della ricerca e sviluppo, riceveranno: a) un contributo a fondo perduto variabile da un minimo ad un massimo, per le loro spese personali, secondo determinati parametri da stabilirsi settore per settore; b) gli studenti in regola, possono svolgere i loro studi ad un costo ridotto ed a credito; credito che essi dichiareranno di voler rimborsare nel corso della loro vita professionale prima di qualsiasi altro tipo di rimborso. c) un contributo a fondo perduto per gli studenti che si laureano con il massimo dei voti variabile da un minimo ad un massimo a seconda del tipo di tesi. d) I fondi necessari sono attinti da una cassa di credito universitaria amministrata dai professori, dagli studenti e dai soggetti che apportano i capitali secondo parametri da definirsi. Il capitale della cassa di credito universitaria è fornito parte dallo Stato e parte da enti pubblici e privati nonché professionisti esercenti interessati allo sviluppo degli studi universitari e di particolari settori. Questi soggetti, possono altresì, per particolari progetti professionali, allestire propri centri di ricerca, presso università provvedendo alla copertura delle relative spese fino alla conclusione dei progetti. I capitali forniti dai soggetti precedenti, destinati alla ricerca e sviluppo, si portano in diminuzione dei ricavi che contribuiscono alla formazione dei redditi di ciascuno soggetto partecipante. e) L’aggiornamento professionale sarà un obbligo per alcune categorie di lavoratori professionisti secondo criteri da definirsi (es. settore sanitario, istruzione, etc). Tutte le spese sostenute per l’aggiornamento se documentate sono interamente deducibili dalle imposte sui redditi dei soggetti che le hanno sostenute. Gli studenti dovranno maggiormente produrre compiti di varia natura e lavori afferenti a discipline diverse e raggiungere gli obiettivi richiesti attraverso l'acquisizione di una pluralità di competenze, facendo molto uso di ricerche e laboratori attrezzati e diminuendo al massimo le lezioni frontali.
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Post n°5 pubblicato il 23 Novembre 2007 da gelix
2^ - Diritto di assistenza alimentare e sanitaria Ogni persona ha diritto di soddisfare i suoi bisogni alimentari ed avere l’assistenza sanitaria necessaria. Qualora non possa provvedervi da solo, gli fa credito lo Stato ove ha la cittadinanza secondo quanto di seguito indicato: a) Per l’assistenza alimentare: 1 - lo Stato attraverso la creazione di un Ente Pubblico di Assistenza Alimentare e Sanitaria apre un credito giornaliero nei confronti della persona assistita, nella misura del minimo fabbisogno alimentare che può ad esempio essere fissato in euro 10 giornaliere; 2 il credito è speso solo presso spacci autorizzati ed è contabilizzato a favore dell’Ente di cui sopra il quale provvede al recupero delle somme anticipate con assegnazione di lavoro salariale all’assistito secondo le possibilità e disponibilità di lavoro nel settore pubblico e privato fino a concorrenza della cifra da recuperare e senza offesa della personalità umana. 3 I servizi resi dall’Ente che li contabilizza a debito dei richiedenti beneficiari ed assistiti non sono gratuiti. b) Per l’assistenza sanitaria, ogni persona ha diritto alle cure del medico, ai medicinali occorrenti e alle cure chirurgiche, gli fa credito lo Stato ove ha la cittadinanza secondo quanto di seguito indicato: - il credito sarà contabilizzato da un Ente pubblico sanitario al quale gli sarà anticipata la somma dall’Ente pubblico di assistenza alimentare e sanitaria; questi provvederà poi a recuperare dal richiedente assistito o beneficiario quanto gli spetta; - qualora l’assistito si trovi in particolari condizioni economiche, lo Stato assumerà a suo carico una quota parte del debito del cittadino assistito sanitariamente; - l’assistenza ai vecchi ed invalidi data a credito è addebitata ai figli, in mancanza è a carico dello Stato. I figli hanno il diritto di detrarre dal loro reddito le spese occorse per l’assistenza ai vecchi ed invalidi. - Ogni cittadino per essere assistito secondo quanto sopra indicato è fornito dal comune di propria residenza di una tessera-card nella quale sono registrate i debiti per gli acquisti alimentari, gli azzeramenti degli stessi quando compensati dal lavoro prestato o da altre fonti rimborsato nonché, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, la sua storia sanitaria con tutti i dati e le risultanze delle analisi effettuate, gli esami e le cure che deve effettuare a seconda del suo stato che l’ente sanitario gli prescrive e gli ricorda che deve fare in determinati periodi di tempo ed infine la sua posizione economica nei confronti dell’ente per i servizi ricevuti nonché i rimborsi a vario titolo occorsi per estinguere il debito. - La card è esportabile anche all’estero e deve essere resa leggibile ovunque, se un cittadino di uno Stato si trova in un altro Stato dovrà beneficiare degli stessi diritti di cui sopra; potrà prestare il lavoro nello stato estero, o avere la somma anticipata dallo Stato dove ha la sua cittadinanza ed estinguere poi il suo debito secondo una o più delle modalità di cui sopra. - Lo Stato perseguirà con tutti i mezzi il recupero dei suoi crediti dai cittadini che comunque se ne sono beneficiati che saranno iscritti in appositi registri fino ad estinzione totale dei debiti. - I servizi alimentari e sanitari di cui sopra potranno essere rimborsati all'ente pubblico dello Stato che li ha forniti, almeno in parte, da un fondo internazionale di solidarietà cui partecipano tutti gli Stati del mondo, solo in casi di particolari necessità e urgenze., - Queste norme saranno integrate da appositi regolamenti ministeriali e convenzioni internazionali.
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Post n°4 pubblicato il 16 Novembre 2007 da gelix
Il rispetto per tutti gli esseri viventi e le cose create in cielo e in terra Il rispetto come atteggiamento di comprensione del valore di ciascun essere vivente e ciascuna cosa creata da Dio sulla terra e nei cieli. Comprensione del valore che il grande ha per il piccolo ed il piccolo ha per il grande, in ogni ambito sociale, economico, politico, religioso e scientifico. Occorrono una serie di norme e regolamenti a questo fine, dai quali derivi un atteggiamento di comprensione del valore, e significato e sottomissione della volontà, intelligenza e sentimento di persone e cose. Nessun atto può ledere la dignità e la salute umana, né maltrattare l’esistenza degli altri esseri viventi, né le cose esistenti sulla terra e nello spazio salvo che non sia necessario alla sopravvivenza umana.
Dunque nessun comportamento può sottrarsi a questo atto di comprensione, giusto riconoscimento e tutela per ciascun essere vivente, tradizione e cosa. Bandite quindi ogni forma di prevaricazione non giustificate, di una specie su un’altra. E’ compito dei Paesi più progrediti far rispettare questi valori e portarli nel resto dei Paesi meno sviluppati. E’ altresì dovere dei capi religiosi concertarsi in questi termini ed essere esempi da seguire. Alla Regola sopra enunciata: “il rispetto per tutti gli esseri viventi e le cose create in cielo e in terra”, andranno annessi appositi e specifici Regolamenti Settoriali, concordati in seno all’assemblea dei rappresentanti di tutti i popoli della Terra. Nei Regolamenti, saranno individuate fasce di tolleranza massime nell’utilizzo della quantità di ogni risorsa disponibile vivente e non vivente e, necessaria allo sviluppo umano, in proporzione al fabbisogno di ciascun Paese, nonché l’indicazione delle modalità di trattamento e di utilizzo di ciascuna risorsa. All’inizio il compito potrà rilevarsi alquanto complesso perché bisognerà fissare il fabbisogno in risorse in proporzione alla popolazione di ciascun Stato e (attraverso un’altra “Regola…” ancora da elaborare… che governi l’economia dei popoli), assicurare per ciascuno di essi il soddisfacimento di quelle risorse nel rispetto della presente legge.
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Post n°1 pubblicato il 13 Novembre 2007 da gelix
Se lasciassi andare la mia mente ad immaginare come mi piacerebbe vedere le cose nel mondo, questa dovrebbe lavorare non poco perché dovrebbe districarsi in una giungla infernale, cominciare ad attraversare e superare le interminabili situazioni di corruzione, soprusi, massacri, omicidi, stupri e tutti gli altri fatti e atti di violenza che gravano su tutti gli esseri viventi e sull’ambiente che ci circonda e, poi, ovviamente, dopo aver denunciato i relativi misfatti e aver sentito, come effettivamente sento, una generale e giustificata indignazione verso tutti e tutto, augurarmi di trovare, un po’ di energia per immaginare un mondo migliore, per molti aspetti diverso da questo, che mi piacerebbe vedere. Confesso, di aver fatto già un piccolo percorso in questo mondo e benché esausto mi sento ancora un po’ di energia per andare controcorrente. La bellezza del creato e la grandiosità del genere umano sono valori sacri e irrinunciabili, così come la testimonianza, a difesa di quei valori, di tante persone alcune delle quali ho avuto la fortuna di incontrare, mi rendono ottimista sul futuro del mondo. Non mi dilungo su aspetti teoretici e filosofici, economici, sociali e religiosi che comporterebbero discorsi ed analisi sicuramente proficui e forse interminabili, ben consapevole che ci sono sicuramente altri che meglio di me possono trattenersi su tali importanti aspetti; né è mia intenzione limitarmi ad una denuncia di tutto ciò che va male nella consapevolezza che ci sono tante persone e strumenti che meglio di me ne evidenziano efficacemente le situazioni; né desidero muovere accuse ad alcuno; né desidero fare un elenco di cose belle che credo tutti quanti vogliamo ma, accanto a tutto questo già fatto e che si sta facendo e che da sempre anche se ne parla, desidero, invece, dare sfogo ai miei pensieri... in tutta libertà, proponendo, in concreto, alcune "leggi sociali" che nessuno che governi i Paesi del mondo ha saputo o voluto precisare e tanto meno formulare; il tutto senza alcuna ostentazione di sorta, nella consapevolezza che tutto è da contestualizzare, che tutto attraversa i propri tempi e tutto è continuamente perfettibile. Ringrazio fin da ora chi mi concederà l’attenzione di leggermi e chi condividendo o meno quanto scriverò potrà ritenerne qualcosa di utile o fornirmi suggerimenti preziosi. Prima di concludere questa breve premessa e passare alla prima “legge” osservo che innanzitutto, la questione che coinvolge tutto il genere umano è una questione morale, poi attraversa la competenza, l’organizzazione e la scienza. Ciò posto, passo alla prima legge sociale che riguarda tutti gli esseri viventi:
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