Questo è il mio cantuccio virtuale, un posto dove butto parole, fatti, emozioni che attraversano il mio piccolo mondo, dove esprimo gioie e perplessità di essere mamma, donna, moglie, dove fisso le istantanee della mia vita.
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
[K. Gibran - Il profeta]
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In questi giorni, tra le altre solite migliaia di cose da fare al lavoro, sto seguendo, assieme ad altri colleghi, un gruppo di ragazzi che frequentano la quarta di un liceo scientifico della mia città; per due settimane saranno in azienda per svolgere uno stage legato all' "alternanza scuola-lavoro", forse l'unica nota positiva legata all'altrimenti disastrosa "Buona Scuola". All'inizio il compito di fare da tutor a questo gruppo mi è sembrato oneroso e davvero di troppo in questo periodo. Poi la loro freschezza mi ha contagiato. Li stiamo coinvolgendo in un finto progetto che dovrebbe spingerli a conoscere le dinamiche aziendali: vederli passare dallo spaesato, al curioso al propositivo è stato fantastico. Alla loro età ero sicuramente più igrara e totalmente disconnessa da quanto non fosse strettamente legato al mio mondo. Aiutare questi ragazzi a capire un pezzo di mondo del lavoro credo sia per loro un'opportunità incredibile (che unita alla perdita di due settimane di scuola trasformeranno questi giorni in un periodo memorabile!) E poi ci sono loro: la ragazza acuta e sfrontata, quella timida a cui piace la tecnologia, quelli che prima di parlare cercano mille conferme, chi fa l'esperto salvo poi scivolare sulle domande a trabocchetto, chi prende fiducia in sè e finalmente parla, chi non riesce a smettere di parlare. Loro, coi jeans arrotolati alle caviglie, senza calzini incuranti del freddo, con le stringhe infilate dentro le scarpe, gli zainetti eastpak (ma che fine ha fatto l'invicta?!), i brufoli e le sigarette. Ecco di fronte a loro provo un'infinita tenerezza da mamma e un pizzico d'invidia per i loro 17 anni, per tutte le scelte che hanno ancora davanti e le pagine bianche che hanno da scrivere. In bocca al lupo ragazzi, spero che porterete con voi anche solo una briciola delle piccole cose che avete vissuto in questi giorni! |
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Educare non è riempire un secchio, è accendere un fuoco.
Eraclito
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