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LA SINDROME DI STENDHAL
La Sindrome di Stendhal, detta anche "Sindrome di Firenze, la città in cui si è spesso manifestata, è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazione in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. Il nome di questa sindrome è attribuito allo scrittore francese Stendhal (1783/1842), che ne fu personalmente colpito durante il suo Grand Tour effettuato nel 1817, e ne diede una prima descrizione che riportò nel suo libro "Roma, Napoli, Firenze" - "Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere"
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Post n°111 pubblicato il 18 Marzo 2016 da R.Altman
* La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare. Gli uomini possono essere analizzati, le donne ... solo adorate. Oscar Wilde * Gustav Klimt - "Giuditta" - 1901 Gustav Klimt - "Ritratto di Adele Bloch-Bauer - 1907
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Post n°110 pubblicato il 17 Marzo 2016 da R.Altman
* La pubblicità, quella televisiva, da sempre fa ricorso alla grande musica, e accade che, tanto per fare un esempio a caso, il brandy Vecchia Romagna Etichetta Nera, rende maggiormente conosciuta - almeno per il grande pubblico che non frequenta le sale da concerto, la Romanza per violino e orchestra di Beethoven. E questo a mio parere è positivo. E questo succede anche per la pubblicità cartellonistica, e in questo caso con i capolavori della pittura e della scultura, ma in alcuni casi lo fa in maniera "irriverente", e sotto certi aspetti discutibile, come in questi casi che mi lasciano perplesso: L'imperturbabile bellezza della Venere di Botticelli che nasconde un cioccolatino in bocca. L'ineffabile Monna Lisa che trova l'anima gemella presso una agenzia per single. Van Gogh che si fa un selfie per incoraggiare lo studio della lingua francese. Un David assai improbabile in bermuda jeans. |
Post n°109 pubblicato il 17 Marzo 2016 da R.Altman
* Niente, comunque, è più certo di questo: una ragazza timorata di Dio, quando consuma con l'uomo che ama l'atto carnale, prova cento volte più piacere di una ragazza priva di inibizioni. Giacomo Casanova * Jean-Honoré Fragonard - 1725/1798 - "Il chiavistello" |
Post n°108 pubblicato il 16 Marzo 2016 da R.Altman
* La grande domanda a cui non è mai stata data una risposta e alla quale io non sono mai stato in grado di rispondere, a dispetto di trent'anni di ricerca sull'animo femminile è: "Cosa vuole una donna?" Sigmund Freud * * John Singer Sargent - 1884 - "Madame X" - New York - Metropolitan Museum * John Singer Sargent amava definirsi: "un americano nato in Italia, educato in Francia, che parla inglese, sembra tedesco e che dipinge come uno spagnolo”. Nessuna descrizione avrebbe potuto cogliere e tracciare con più esattezza il ritratto di una personalità cosmopolita e poliedrica, tra le più eleganti e prodigiose che visse tra il XIX e gli inizi del XX secolo. Nato a Firenze nel 1856 da un chirurgo e da una appassionata d'arte americani, giunti in Europa per la cagionevole salure della madre, Sargent trascorre l'infanzia tra le più affascinanti città europee mostrando fin da bambino un notevole talento pittorico, sempre incoraggiato dalla signora Singer. Con le valigie mai disfatte vagabondando tra Germania, Italia, Francia, Spagna e Svizzera, il giovane pittore acquisisce quel carattere cosmopolita che sarà elemento imprenscindibile della sua formazione e della sua carriera: prima l'Acccademia di Belle Arti di Firenze, poi la Parigi capitale indiscussa dell'arte moderna, e ancora Napoli, Spagna, Marocco e Tunisia, di nuovo a Parigi, per poi stabilirsi definitivamente a Londra, dove morì nel 1925. Per quanto riguarda il ritratto "Madame X" (Virginie Amelie Avegno Gautreau, moglie del banchiere parigino Pierre Gautreau), è unanimemente considerato il suo capolavoro che lui stesso definì: "Il ritratto più bello che abbia mai realizzato". |
Post n°107 pubblicato il 15 Marzo 2016 da R.Altman
* Per me un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, si, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. (Pierre Auguste Renoir - 1841/1919) * * "Il pranzo dei canottieri" (Le déjeuner des canotiers), è stato dipinto da Renoir nel periodo 1880/1982 e fa parte della Phillips Collection di Washington. Rappresenta un pranzo in un ristorante sulla Senna, frequentato abitualmente dai canottieri, e vi sono rappresentati gli amici del pittore, tra cui la futura moglie Aline Charigot - la donna con il cagnolino, che discorrono amabilmente fra loro dopo aver mangiato assieme. Secondo gli esperti è uno dei suoi grandi capolavori. |
MICHELANGELO
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L’arte è contemplazione: è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che anch’essa ha un’anima; è la più sublime missione dell’uomo, poiché è l’esercizio del pensiero che cerca e comprende l’universo e di farlo comprendere.
(Auguste Rodin)
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