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Post N° 470

Post n°470 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da grechu

I nuovi ribelli del delta del Niger

immagineUn miliardo e mezzo di dollari per compensare i danni ambientali causati. E' a quanto una sentenza della Nigerian Federal High Court del febbraio scorso condanna la Shell Nigeria a versare al popolo Ijaw. La sentenza, ultima di una lunga serie, non fa altro che confermare quanto già stabilito in altre sedi giudiziarie ma, come le precedenti, rimasta del tutto disattesa. Allo stesso tempo però è servita da vessillo al MEND, il Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger (i cui membri sono appunto di etnia Ijaw) che dal gennaio 2006 ha iniziato a operare nell'area incriminata, portando a un rapido incremento della violenza.

L'ultimo caso che ha catturato l'attenzione dei media italiani è stato l'ennesimo rapimento di quattro tecnici dell'Agip (tre italiani e un libanese) il sette dicembre scorso, ma da allora non si sono fermati gli atti di sabotaggio e gli attacchi alle piattaforme, senza contare i numerosi scontri a fuoco dei guerriglieri contro l'esercito nigeriano, la polizia e le varie milizie armate di vigilantes assoldati dalle compagnie petrolifere.

D'altronde, fra gli scopi ultimi annunciati poco meno di un anno fa, con una delle prime mail verosimilmente attribuite al MEND, si legge la volontà di distruggere completamente la capacità di esportare petrolio del governo nigeriano. Questo probabilmente anche alla luce delle forti spinte indipendentistiche che animano gli stati del Delta del Niger e le contrapposizioni tra le varie etnie. Oltre a quest'ultimo scopo e alla richiesta di forti compensazioni in denaro per gli enormi danni ecologici subiti, che costringono la maggior parte della popolazione di quell'area, già colpita fortemente da fame e povertà, a vivere in condizioni disperate, il MEND chiede al governo la liberazione di Diepreye Alamieyeseigha e di Mujahid Dokubo-Asari.

Due personaggi molto controversi e, se si esclude l'opposizione di entrambi al governo centrale, molto lontani fra loro. Alamieyaseigha è stato il governatore dello stato del Bayelsa, uno degli stati che compongono l'area del delta del Niger; dopo essere deposto dalla carica governativa e sospeso dal suo partito per corruzione, è stato arrestato a Londra per il riciclaggio di svariati milioni di sterline. Allo stesso tempo però è anche uno dei principali oppositori dell'attuale governo nigeriano e, questo, potrebbe diventare importante in relazione alle imminenti elezioni presidenziali del 2007 che rischiano di vedere sconfitto l'attuale presidente Olusegun Obasanjo in carica dal 1999 (ossia da quando è finita la dittatura militare instaurata nel 1983) e ormai abbandonato anche da parte del proprio partito.

L'altro “prigioniero eccellente” invece, Asari, è forse uno dei pochi punti di contatto certi fra il MEND e il NDPVF (Niger Delta People's Volunteer Force), il gruppo che fino al 2005 guidava la protesta del popolo Ijaw contro le compagnie petrolifere. Il NDPVF però non aveva né le capacità logistiche, né l'armamento di cui dispone il MEND, tant'è che verrebbe da chiedersi quali sono le origini di quest'ultimo e come riesca a tener testa all'esercito. Esercito che si avvale anche dell'appoggio di Finmeccanica (attraverso la Alenia Aermacchi e a seguito della riduzione del debito nigeriano da parte del governo italiano) e delle compagnie petrolifere, che non lesinano certo a reinvestire i loro guadagni per la sicurezza dei dipendenti e dei guadagni medesimi.

In passato il NDPVF non fu nemico particolarmente difficile da abbattere e, già prima dell'arresto di Asari, il movimento aveva subito pesanti sconfitte da parte del NDV (Niger Delta Vigilante), altro movimento armato di etnia Ijaw (per sottolineare che forse le differenze etniche, anche se importanti, non sono fra le principali cause di questi particolari conflitti) che mira al controllo del petrolio, ma che venne aiutato dal governo centrale e dall'esercito regolare in funzione anti NDPVF. Non c'è nessuna chiara continuità quindi fra i due movimenti, nonostante i ripetuti accostamenti compiuti da molti media nella fretta di dare notizia della sorte dei tecnici rapiti.

Notizie che a volte hanno portato a credere che i due prigionieri facessero addirittura parte del movimento. Asari, cristiano convertito all'islam, con un'istruzione di alto livello e fonte di una forte propaganda populista antigovernativa, potrebbe non avere o aver avuto rapporti diretti con il MEND - come pure Alamieyaseigha - ed essere soltanto stato scelto come simbolo della lotta contro le grandi compagnie petrolifere e il governo, per denunciare le condizioni drammatiche in cui versa la popolazione civile a fronte di tanta ricchezza che scivola negli oleodotti.

Il MEND, che da un anno a questa parte continua a far parlare di sé, resta quindi avvolto in un alone di mistero e si presta a svariate interpretazioni che difficilmente vengono poi confermate. Le uniche certezze sono la grande preparazione militare dei guerriglieri, che finora hanno continuato a colpire quasi indisturbati con perdite relativamente basse, salvo poi le ritorsioni dell'esercito e dei vigilanti sulla popolazione civile. Ora però, l'imminenza delle elezioni presidenziali e il continuo incremento degli interessi petroliferi e degli investimenti cinesi nella zona, si vanno a sommare (anche se la parola giusta forse è scontrare) a quelli delle già presenti multinazionali di origine statunitense ed europea.

di Sara Gauna e Marco Pignochino - Altrenotizie.org

28 Dicembre 2006

 
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