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Messaggi del 12/05/2017

Nel mio mare, nel mio nulla

Post n°434 pubblicato il 12 Maggio 2017 da roby.floyd

" Come non piangere quando l'unica forza che hai è la tua debolezza..."
                                                                                                   - John  Fante -


Un attimo di riposo finalmente...troppi anni trascorsi a rincorrere onde e vento stremano anche il più ardito navigatore...
Ormai del viso segnato resta solo il grande occhio scuro, e le mie mani sono stanche e incise dal tempo e dallo sforzo di restare attaccato al timone.
Vorrei rilassarmi e concentrare  lo sguardo, ormai svincolato dalle paure, verso l'orizzonte nella rinnovata visione che, conscia del tutto (??) si rende disponibile alla nuova interpretazione delle cose.
Gli scampati pericoli dove la posta in gioco era la mia stessa vita, ormai li vedo lontani  ed una specie di, forse, stupida saggezza mi permette un dolce rilassamento mentre sempre il vascello solca le onde squarciando l'indomabile mare.
Padrone e signore nel mio protettivo legno ancora forte e solido eppur così insignificante nell'immensità dell'elemento acqua che indifferente al mio transito, si ricompone nella sua identità cancellando le mie tracce.
Io, un NULLA che deve solo sopravvivere e ringraziare chi non ascolterà mai e che indifferente alla mia esistenza potrebbe, in qualsiasi momento, schiacciarmi come noi faremmo con un fastidioso moscerino.
Già, un attimo d'umiltà verso un corso che non ti mette mai al sicuro da pericoli e prove di resistenza...
Ma questo mi è ormai chiaro, la differenza è solo nella paura che si attenua col passare del tempo, con la coscienza del conosciuto, col sapere, ed anche le storie più cruente assumono un altro valore.
E l'acqua, elemento nobile e riflettente, che si è aperta davanti al mio sguardo, è anche lo specchio dove riflettermi, uno specchio che solo a volte riesce a dare un'immagine chiara, ma il più delle volte adombra e sbiadisce, confonde più che rappresentare, uno specchio dove non sempre l'immagine riflessa ti appartiene come memoria ma come verità, crudele e spaventosa ma inconfondibile... ciò che sei che solo a volte coincide con quel che pensi di essere.
Ed ancora, a rendere più difficile ogni interpretazione è, che insieme a te, nel mare, si riflette tutto il cielo sovrastante rendendo ancor più ampio lo spettro di possibilità, dei blu da cogliere, dei rossi a cui tendere, dei neri, dell'argento della luna  che rende preziosa ogni piccola schiuma.
Ed è solo nei placidi e caldi mari equatoriali, nelle piccole baie accoglienti dai verdi riflessi, che il tuo volto ritrova la definizione nella calma e serenità.
Ma sono  i bassi fondali a richiedere l'attenzione perchè la rottura della chiglia o anche solo l'arenarsi  potrebbe pregiudicare ogni possibilità di scelta e la trama potrebbe essere spezzata.
Ed è per questo che la prova più difficile da superare è la voglia d'approdo che si rinnova ad ogni terra incontrata, sia essa atollo, isola o continente.
Il bisogno di fermarsi per restare, come se il continuo riflettersi fosse la sfida più dura da combattere e dove il successo è sempre incerto.
Ma può un marinaio abbandonare il mare? Sarebbe un tradimento verso la propria esistenza, l'unica donna che gli appartenga veramente, l'unico riferimento capace di dargli un valore.
Faccio crescere la barba e con oli delicati ammorbidisco la pelle delle mani così che nessuna delle sofferenze possa essere notata facilmente e nascondo le parole, quelle vere, per non lasciar passare i miei pensieri... e aspetto chi non giudicherà, chi non ne riterrà indispensabile il racconto, chi non avrà bisogno di leggere il mio volto e le mie mani... forse, un giorno...

 

 

 

 
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