Creato da roby.floyd il 31/01/2014
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Messaggi del 09/07/2017

Dancing In The Street

Post n°450 pubblicato il 09 Luglio 2017 da roby.floyd

Se c'è una canzone che definisce una volta e per sempre il sound della Motown quello è, probabilmente, "Dancing In The Street".
Siamo nel 1964 e l'idea nasce da un addetto, da un produttore discografico che, guardando la gente che, durante l'estate, a Detroit, si rinfresca con l'acqua degli idranti che l'autorità cittadina lasciano aperti per il gran caldo...:"Mi sembra danzino nell'acqua...".
Con un testo base la fà sentire a Marvin Gaye, allora autore e performer della 1^ linea Motown, insieme a Diana Ross, Stevie Wonder, i Temptations ecc.
Gaye trova la ballata un pò lenta, si parla di ballare, in fondo, dai, alziamo il ritmo!
Viene proposta a Martha And The Vandellas che, hanno una bella stringa di hit a 45 giri: "Heat Wave" su tutte, ma nulla, come questo inno alla danza: "Summer's here and the time is right for dancing in the street" e via con una breve lista di luoghi di città e "Don't forget the motor city" , non  domenticatevi la 'motor citiy' ovvero, la città dell'industria automobilistica e della Motown, ovvero Detroit.
La cosa prende una strana piega quando viene scelta come inno alla partecipazione, ossia, a scendere davvero in strada, e non per ballare, ma per manifestare da parte del movimento, cioè, il gruppo che spinge per una soluzione, non necessariamente pacifica nella lotta per i diritti del popolo nero.
Siamo ancora in anni in cui la segregazione, il razzismo sono diffusi un pò ovunque, non solo nel sud.
Arriva in tour in Inghilterra e le chiedono a brutto muso se sia una militante; Martha casca dalle nuvole, dice:" Ma è solo una party-song,  una canzone per fare festa!"
Ultimo dettaglio: quel "bit" così forte e selvaggio se lo inventa uno degli autori del pezzo che, insoddisfatto della registrazione va a prendere un'incudine e un ferro da gommista e, preciso, sul quarto quarto picchia duro senza paura.
Ecco l'effetto che da tutta la forza una canzone che già di suo, è irresistibilmente contagiosa.
Da citare la cover dei Van Halen, e soprattutto quella di Jagger e Bowie nel 1985 per il 1^ Live Aid.

 

 
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