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Messaggi del 05/08/2017

I miei vinili: Pink Floyd

Post n°464 pubblicato il 05 Agosto 2017 da roby.floyd

THE PIPER AT THE GATES OF DOWN (1967)

Nel 1967 usciva "The Piper At The Gates Down", primo album della leggendaria band.
Un disco sconcertante, ma era solo l'inizio; la creatività del gruppo avrebbe concepito altri capolavori.
A 50 anni esatti potrà essere restrittivo ai molti amanti del gruppo ricondurre ancora tutto a 41 minuti di musica registrati tanto tempo fa, non c'è niente di innaturale: su un album così importante non si può fare a meno di riflettere.
Negli studi EMI, in quei primi mesi del 1967 gravitavano molte teste pensanti: i Beatles, assorti nel loro "Sgt Peppers", ricevevano visite importanti come quelle dei Byrds con David Crosby o degli Stones pronti a rispondere per le rime con "Their Satanic Majestic Request" ed altri ancora.
Intanto, nello studio B, Barrett e soci si beavano della infantile psichedelia del loro nascituro primo album; se le sale assegnate ai Beatles si riempivano di magnificenti idee, quelle del gruppo di Barrett e Waters vedevano la realizzazione di un disco semplice, basato sulle improvvisazioni, sul gioco fresco e non ususrato di sonorità che ancora non erano ferme, ancora non digerite, neanche da quei (pochi) che le stavano per la prima volta testando.
...e si capì subito che i Pink Floyd avevano un leader dalla doppia anima: una underground, l'altra ingenua, a volte infantile, ma musicalissima ed armoniosa, a volte onirica.
La magnificenza di quei Pink Floyd si compie il 5 agosto del 1967 con la pubblicazione di questo, che poi risulterà  una pietra miliare del rock, ispirato nel titolo dal libro di Kenneth Grahame "The Wind In The Willow" (uno dei preferiti di Barrett); il disco, ancor oggi, è indicato come uno dei massimi contributi alla psichedelia, un lavoro che ha il suo culmine nella conclusiva "Bike", una canzone dedicata alla bicicletta Raleigh della ex fidanzata di Syd.

 
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