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« Era ora!La barbarie »

La cultura senza contenitori?

Post n°40 pubblicato il 15 Marzo 2007 da agitazione78
 
Tag: Corato

Oggi chi ha avuto la fortuna di assistere al Tg3 Puglia ha assistito all'ammissione pubblica, fatta dal Sindaco in persona, rispetto a ciò che, da tempo, molti dicono in città riguardo alla "politica culturale" dell'Amministrazione.

All'interno di un servizio-intervista (abbastanza lungo va detto), in cui venivano illustrati i recenti successi in tema di ristrutturazione edilizia e risistemazione urbanistica di alcune zone di Corato, il Sindaco ha ammesso candidamente che: (grosso modo) "non si può far cultura senza contenitori". Mi vengono in mente alcune considerazioni/osservazioni che spero possano essere commentate da qualcuno.

La prima osservazione attiene all'estemporaneità servizio, evidentemente costruito ad arte e sollecitato da qualcuno, tanto che il carcere è stato aperto per l'occasione e al seguito della troupe di Rai3 c'erano solo assessori e tecnici comunali. Corato ne viene fuori come il luogo di un supposto "rinascimento culturale", manifestato però dalla infrastrutturazione di alcune opere pubbliche. Evidentemente c'è qualcosa che non va. D'accordo, saranno pure utili i luoghi in cui produrre, fare, diffondere, respirare cultura, ma non mi sembra che questi siano assolutamente indispensabili. Il rinascimento culturale (e anche economico) un po' più reale e concreto del Salento e della Grecìa sta lì a dimostrarlo. Alla cultura non servono necessariamente infrastrutture materiali, ne servono decisamente di più di quelle immateriali (e non a caso tanta letteratura economica sui sistemi locali da qualche anno si concentra su questo), ma il concetto rischia di essere astruso e lo lascio lì per chi lo voglia cogliere o sviluppare.

La seconda attiene al merito degli interventi di recupero edilizio e riqualificazione urbana: posto che ci sia qualcosa che si muove nel centro antico (alcune opere pubbliche insieme a tanta speculazione, come al solito a Corato) e in altre zone:

il Teatro non è ancora risistemato e, non foss'altro che per scaramanzia, avrei apprezzato ben altra cautela e accortezza del Sindaco al riguardo, dato che anche sul teatro ben altra cosa saranno i costi e i problemi di gestione (guardare alle esperienze di gestione di altri teatri pubblici di comuni limitrofi);

il carcere, che anche dal servizio si evince come vuoto e chiuso al pubblico, viene spacciato per "contenitore culturale polifunzionale", ma credo che la sua destinazione fosse di tipo museale, o sbaglio?;

palazzo Gioia, pur lodevolmente recuperato alla proprietà comunale, ha una vaga e imprecisata destinazione come (anche qui) contenitore culturale e come tale nasce sotto i peggiori auspici, perchè non solo come dice Legambiente quei soldi potevano essere spesi per far altro (o per lo meno non si raccontino frottole ai comitati anti-elettrosmog su fondi che non ci sarebbero per l'interramento di elettrodotti o altri provvedimenti onerosi, ma necessari in campo ambientale), ma anche perchè non si capisce bene come e da che cosa possa essere riempito un palazzo così grande, acquisito senza un minimo di progettualità culturale. Decisamente disarmante.

Terza e ultima questione: ma se "la cultura non si può fare senza contenitori" quella che abbiamo fatto finora in piazza, spesso spendendo e spandendo valangate di soldi pubblici, e che veniva contrabbandata anche come cultura (in parte come sviluppo economico-turistico) che cavolo era?

 
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