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La barbarie

Post n°41 pubblicato il 20 Marzo 2007 da agitazione78
 
Tag: Corato
Foto di agitazione78

Dopo un fattaccio del genere (http://www.coratolive.it/news/news.asp?RelatedID=4376), dopo la notizia di tutti i dettagli della tragedia, dopo la constatazione dell'assenza di reazione ufficiali da parte istituzionale (almeno al momento, nell'immediato), viene davvero voglia di mandare al diavolo tutto. Molto di quello che scrivo, molto di quello in cui credo si svuota di significato se la scomparsa di ogni benchè minimo cenno di civiltà porta, non solo al verificarsi di un grave incidente sul lavoro, ma addirittura all'abbandono disumano del corpo di un ragazzo di 17 anni, pressocchè completamente ustionato, alle porte del Pronto Soccorso.

E' mai possibile che si sia perso a tal punto quell'orizzonte di senso civile di cui la nostra vita sociale e lavorativa dovrebbe essere connotata e alimentarsi quotidianamente? La solidarietà, non dico tra datori di lavoro (padroni, si chiamavano una volta) e lavoratori - quella non credo ci sia mai stata - ma persino quella fratellanza tra operai, tra subalterni, sottomessi (proletari?), anche quella è venuta meno fino al punto dell'imbarbarimento civile? Forse i lavoratori, quelli dei quali non ci si occupa nemmeno più, che tante volte anche il sindacato trascura, sono diventati davvero una variabile dipendente dello sviluppismo, un inutile orpello del tutto marginale, (un "effetto collaterale" si direbbe in guerra dei morti civili) ricattabili come sono da grandi, piccoli e piccolissimi imprenditori. Imprenditori che spesso, a Corato, vivono nella più totale violazione delle norme fiscali, contrattuali, contributive, figuriamoci poi delle norme sulla sicurezza. "Imprenditori" che vengono spesso blanditi da destra e da sinistra, che cercano garanzie dal politico di turno sotto elezioni che i cantieri non si chiudano, che i controlli siano sempre meno frequenti e rigidi, che le concessioni siano sempre più semplici e che, purtroppo, trovano sempre corrispondenza dalla politica. Qualche buon politico, infatti, pronto a prestare orecchio alle loro istanze c'è sempre, purtroppo. Finquando non accade qualcosa che ferma (o dovrebbe far fermare) la giostra. Come in questo caso.

Non so, non credo che qualcuno si attiverà davvero per quanto accaduto, ma penso proprio che ci vorrebbe un segnale deciso dalle istituzioni, che vada anche oltre la necessaria richiesta di chiarimento giudiziario. Perchè è giusto che se ci sono delle responsabilità queste vanno punite e con severità. Perchè la vita, sana di un ragazzo, di un lavoratore, minorenne, è un bene per tutta la società.

Ma ci vuole un segnale che ci proietti oltre, dicevo. Penso ad esempio ad un'inchiesta sul lavoro promossa dal nostro Comune. Credo che abbiamo il dovere di capire come sia modificata in questi anni la produzione della nostra città, come siano cambiate le imprese, quante siano in grado di operare nel rispetto delle norme e quante no. E abbiamo bisogno di capire se c'è e quanto c'è di lavoro nero nel nostro paese, com'è distribuito, quali occupazioni investe e di ipotizzare strumenti pubblici per intervenire positivamente.

Diversamente, se nulla si muoverà a eccezione dell'inchiesta giudiziaria, potremo ritenerci tutti discretamente responsabili di quanto accaduto. Se nessuno si muoverà, anche la giusta, ma insufficiente indignazione diventerà complice e potremo condividere il fondo del degrado sociale e civile con quel barbaro che ha abbandonato davanti al Pronto Soccorso di Corato: Giuseppe, lavoratore andriese, di 17 anni, col 95% del corpo ustionato.

 
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