A GOOD_GRIEF

...e anche quando avrai scovato e debellato quel parassita in ogni caso rimarrà il segno della sofferenza, della malattia. Passerai il dito, qualche volta, sopra la cicatrice...e senza accorgertene nel tuo volto comparirà un'espressione di dolore. E' il ricordo...il ricordo di quello che hai passato, forse superato...ma non dimenticato!

Cara la mia Pen, di recente sono scivolata a causa dei miei sandali nuovi e mi sono graffiata il ginocchio molto in profondità. Un dolore pazzesco per tutta la notte. Ed un prurito che mi perseguita ancora. In farmacia mi han dato una pomata. Che...ha fatto cicatrizzare il tutto in maniera pressochè perfetta. Ogni tanto mi guardo e mi sento contenta di aver vinto le solite titubanze ed essere andata a comprare qualcosa. Beh...io voglio, ostinatamente, pensare, oggi, che esista un "cicatrene" pure per l'anima. Che sia un figlio, un dono, un sorriso. Purchè ti cambi la vita. Un abbraccio ENORME.

Le ferite sono moniti a non commettere + gli stessi errori

Già amora. A volte si ricommettono per dar fiducia a se stessi e agli eventi, ma poi si finisce per capire che fanno sempre male, certi errori. Però in verità ho imparato a non tornare più indietro. E non è male...

Questo è già un bel passo (non pretendere troppo da te)

Ferite profonde che si attenuano col tempo, ma che probabilmente non riusciremo mai a cancellare..Forse perche' abbiamo l'"anima fragile" alla Vasco o semplicemente perche' ormai dopo parecchie tranvate, ci siamo almeno in parte abituate al dolore...Un bacio splendida Jen

Io credo che la chiave di volta sia nel volersi bene. Non so se sia un fatto d'eta, dato che l'ho sempre pensato di "fabbrica" sin dalla nascita. Non mi faccio infervorare dalla passione improvvisa. Dal brillocco e dal colpo ad effetto. Se poi alle parole non seguono i fatti. Non mi butto a capofitto mai in nulla. Senza rinunciare alla spontaneità dell'attimo. L'esperienza insegna a proteggersi, a capirsi, ascoltarsi. Contando sulle proprie forze. Perchè tutto l'aiuto di questo mondo non ti può riscattare, se non sei tu ad amarti come meriti. Se non realizzi che devi esser tu protagonista del tuo cambiamento. Della tua rivoluzione. Intesa anche in senso astronomico. Scegliendo. O meglio imparando a scegliere e non sbagliando più. Come quando educhi un bambino. Gli insegni a scrivere, ma se lui non si esercita e non è libero di sbagliare, non potrà mai conoscere il limite per discernere. La prima, la seconda, alla terza. Poi scatta qualcosa. Un amor proprio che non pensavi neanche di avere. Un senso della misura nel dosare anche un granello di zucchero. L'importanza di ogni singolo istante di vita, che non va sprecato. Con il passare del tempo, inizi a far meno di chi non perde occasione per ferirti, di chi non ama, se mai l'ha fatto. E da bravo artigiano, inizi a potare, tagliuzzare. A far del tuo giardino, la cosa più preziosa che hai. Ad aver cura di Te stessa. La solitudine è dura. Disarmante. Spesso taglia la gola e mozza il fiato. Ma la notte oscura non deve spaventare, se è il prezzo da pagare per rivedere l'alba. Ogni santo giorno. Ci son vuoti e perdite impossibili da colmare. Dolori così duri da cicatrizzare. Ma con il tempo riesci a guardare quelle ferite, senza sentirti sconfitto. Riesci a conviverci, a guardarli in faccia, senza averne più timore. Scavare per cercare il parassita, ma anche per metter da parte e salvare dall'incendio quel trancio di vite, su cui ricostruire l'intera vigna. Perchè non è mai tardi per ricominciare.

le ferute con il temop passano, ma non passa il ricordo di loro... vabbè serve come insegnamento ogni ferita insegna qualcosa di nuovo da non ripetere più... ma che puntualmente rifacciamo commettendo gli stessi errori, come bambini che hanno dimenticato il male passato o che sperano in un cambiamento... ma purtroppo i cambiamenti avvengono solo se sofferti e se non si soffre non si cambia... ciao...