Che bella parola è endorsement !
Bella davvero, specialmente se l’italiano medio non sa cosa vuol dire…
Ma nel vomitevole linguaggio giornalistico televisivo fa parte ormai del vocabolario corrente, tutto americanismi sproloquiati con affannosa ricerca del trendy ad ogni costo. Peccato che la pronuncia faccia ridere il pollame.
Allora…, l’ha ottenuta o no, Mr. MR, quella roba lì dall’ospitalissimo Obama? E, soprattutto, era o non era lecito che dal vertice degli USA arrivasse cotanta presa di posizione, da far gridare tutte le opposizioni nostrane all’interferenza, all’ingerenza, all’invadenza?
Le vocianti oche del Campidoglio possono acquietarsi: lì non ci sono più galli, bensì grilli…ni (anche se battute del genere dovrebbero appartenere alla rubrica dell’Involuzione… Bon! Soprassediamo!). Soprattutto le cose non stanno così.
Quantunque la mistificante disinformatia, propria di Mr. MR e dei suoi scodinzolanti ministri, sia quella di farci credere che egli sia stato ricevuto con pompa e onori riservati, finora, a ben pochi capi di stato, e che il presidente ammiri ed apprezzi così tanto l’operato del governo italiano, da non potersi trattenere dal raccomandare il “sì” al referendum come la più avveduta e saggia delle opzioni, per il bene futuro di questo paese, la realtà è che proprio Obama, invece, aveva bisogno di agganciarsi a questa nostra, prossima ventura, chiamata alle urne, per far breccia nelle menti degli americani circa il “modo giusto” di esprimersi alle ormai imminenti presidenziali.
Perché mai tutto ciò? Ma perché si dà il caso che l’America, al pari dell’Italia, sia oggi divisa praticamente a metà sul voto. Esattamente come da noi, i sondaggi collocano una parte solo di pochissimo in vantaggio sull’altra. Sostenere MR nella sua campagna per il “sì”, attraverso una visita di stato sfarzosa ed enfatizzata al pari di un kolossal hollywoodiano d’altri tempi, significa inviare un messaggio inequivocabile ai dubbiosi e ai recalcitranti, in continuo aumento anche dall’altra sponda dell’Atlantico: mettetevi dalla parte giusta, sembra essere il suo accorato appello pro-Hillary…, quella delle riforme, del progresso, dello sviluppo…, e rifuggite il richiamo di un passato nostalgico ma quanto mai immobile e insidioso.
In questo senso, è Mr. MR che ha procacciato l’endorsement al suo cerimonioso ospite, altrimenti immotivato a prodigarsi tanto, visto che scomparirà dalla scena in capo a poche settimane…
…Ed è per questo che è stato invitato. O, se preferite, convocato.
Inviato da: misteropagano
il 08/02/2017 alle 15:53
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 16:02
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 16:00
Inviato da: malware_jinx
il 03/02/2017 alle 13:48
Inviato da: jigendaisuke
il 03/02/2017 alle 13:20