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Juve, trova il colpevole 2011...

Post n°4575 pubblicato il 26 Aprile 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Lancieri

Le voci su un possibile cambio di allenatore alla Juve si fanno sempre più insistenti. Come al solito, vale la pena di prendere con le pinze ciò che ci propinano i mass-media (altrimenti dovremmo credere ai rapimenti degli arbitri e alle associazioni a delinquere basate su donazioni di magliette), ma occorre ugualmente fare un paio di ragionamenti.

Circa un anno fa, assistemmo ad una novità in casa Juve. Molti di noi, avendo vissuto 4 anni di patimenti, sperarono che quella “rivoluzione” ci avrebbe reso finalmente giustizia. Chi scrive era tra loro. Ma cos’era, di fatto, quella “rivoluzione”? Era l’arrivo di un uomo con un cognome sinonimo di juventinità: Andrea Agnelli.
Ciascuno di noi immaginò cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Primo: cacciata a calci nel fondoschiena di quel Blanc, simbolo della vergogna Elkaniana post-farsopoli. Secondo: bastonata veemente ai vertici di Gazzetta, Corriere, Stampa e di tutti i mass-media che avevano contribuito ad affossare la Juve. Terzo: richiesta immediata alla Figc di restituirci i due scudetti rubatici nel 2006, a meno di non volere subire l’attacco degli agguerriti avvocati di casa Agnelli.

I nostri sogni dovettero però immediatamente scontrarsi con una realtà ben diversa. Ci fu spiegato che Blanc godeva di un contratto blindato, che impediva di cacciarlo a meno di pagargli una buonuscita faraonica. Pensammo che comunque sarebbe valsa la pena di licenziarlo ugualmente (un amministratore delegato incapace costa ad una società come la Juve molto più di un paio di milioni), ma comprendemmo che probabilmente, per non apparire esageratamente aggressivo nei confronti del cugino John, Andrea avrebbe concesso un po’ di tempo a Blanc, levandoselo dai piedi gradualmente: dapprima, l’avrebbe relegato in una posizione in cui avrebbe limitato i suoi danni, poi, fuori dalle luci dei riflettori, gli avrebbe dato il benservito. Fatto sta che ad un anno di distanza Blanc è sempre lì, seduto fianco a fianco con il giovane presidente (spiace doverlo fare, ma dobbiamo eliminare la maiuscola che inizialmente gli regalammo, sulla fiducia), con il compito di guidare i lavori del nuovo stadio. Perché? Cos’ha dimostrato in questi quattro anni, il francese? Se fosse stato messo al suo posto un qualsiasi tifoso pescato in un bar a caso, avrebbe saputo fare di peggio?

Capitolo mass-media. In un anno, nulla è cambiato. Abbiamo assistito unicamente alla reprimenda nei confronti di Tuttosport, per una questione di calciomercato. Per carità, in un mondo dell’informazione perfetto, sarebbe stato giusto mettere anche questi puntini sulle ‘i’. Ma nella situazione attuale quell’uscita è nient’altro che ridicola. Come se un tale, mentre quattro energumeni gli danno fuoco alla casa, sbraitasse con il vicino di casa che ha parcheggiato male l’auto. Tutti sappiamo che i quotidiani in orbita RCS devono rispondere ad un azionista potente, di nome Exor. Eppure quell’azionista non sente il bisogno di tutelare un’altra società, di cui detiene il pieno controllo, dalla spazzatura che quotidianamente le viene gettata addosso. Anche in questo caso, siamo stati pazienti ed abbiamo accettato la teoria secondo la quale gli equilibri all’interno di RCS imponevano moderatezza e le azioni nei confronti della linea editoriale dovevano essere effettuate nel più stretto riserbo. Magari queste azioni saranno pure state fatte, ma i risultati dopo oltre un anno di nuovo corso non si vedono. Un esempio per tutti? Basta leggere come vengono riportate (si fa per dire…) le notizie sul processo di Napoli: bene che vada, ci scappa una colonna in trentesima pagina, tra l’oroscopo e gli annunci mortuari, in cui inequivocabilmente si decantano le gesta dei PM, detentori della verità, e dei testimoni d’accusa, esempi di coraggio e giustizia. Chi se ne frega se ogni cittadino è innocente fino a sentenza di condanna definitiva? Chi se ne frega se dalla fase dibattimentale è scaturita una realtà ben diversa da quella finora dipinta? I giornali tirano dritto per la loro strada. E la Juventus se ne sta zitta. Poi, tanto per volerci fare del male, pensiamo un attimo anche a La Stampa. Perché, se vogliamo credere alla favola di RCS in cui Agnelli & C. non vogliono pestare troppi piedi, qualcuno ci dovrebbe però spiegare il motivo per cui il giornale di famiglia è allineato sulle tesi colpevoliste farsopoliane da ormai 5 anni e non si intravvede nessun cedimento nella sua linea editoriale roberspierrana.

Infine, l’aspetto più dolente: quello legato alla Figc. Per qualsiasi tifoso juventino, ciò che la nostra squadra ha subito nel 2006 è enorme: è stata demolita una passione, è stato distrutto l’oggetto del nostro amore. Quando Andrea Agnelli inviò l’esposto alla Federazione, molti di noi (compreso il sottoscritto) pensarono: “Finalmente! Dopo tanto immobilismo, qualcuno si fa sentire!”. A questo, va aggiunto che il presidente appena insediatosi regalò promesse a tutti i tifosi. E noi, credo giustamente, gli demmo credito.
Non erano pochi i tifosi stanchi ed impazienti: quattro anni di sofferenze sono lunghi e ad alcuni non bastavano le parole. Molti di noi (compreso il sottoscritto) invitavano alla pazienza, anche perché i buoni propositi di Andrea apparivano un po’ più certi di una speranza: perché mai il presidente avrebbe dovuto regalare sogni, se sapeva di non poterli realizzare?
Ma è proprio il rapporto con la Figc e con le altre società che profittarono di farsopoli (Inter e Milan su tutte) a richiedere un’analisi più accurata della situazione. Recentemente, la Fiat ha deciso di sponsorizzare lautamente la Figc, divenendone main-sponsor in compagnia di Tim (sic!). Una di quelle notizie che starebbero bene nella rubrica “strano ma vero”. Praticamente in contemporanea, la Juventus si è alleata alle milanesi per la spartizione dei diritti tv. Altra “bella” notizia, per noi tifosi bistrattati! Nel frattempo, possiamo immaginare che il famoso esposto sia stato piegato quattro o cinque volte e abbia trovato il suo giusto impiego: a fare da spessore sotto qualche scrivania zoppa della federazione. In fondo, l’unica utilità di quel documento era di tenere calma la frangia di tifosi più esigenti per qualche tempo. Adesso “scurdammoce o’ passato”!
E allora torniamo alla domanda precedente: perché Andrea Agnelli si è speso in promesse, ben sapendo che mai le avrebbe realizzate? Forse perché conosce il proprio popolo. È brutto da dire, ma la tifoseria juventina si accontenta di poco. Quando fu distrutta la sua bacheca, fu smembrata la squadra e fu retrocessa in serie B, come reagirono i tifosi? La stragrande maggioranza se ne stette a guardare. Qualcuno manifestò il proprio orgoglio. Pochi protestarono, stando bene attenti a non alzare troppo la voce. Un manipolo di matti (successivamente definiti dagli stessi dirigenti bianconeri “tifosi di serie C”, “rancorosi”, ecc.) non si diedero per vinti e fondarono un’Associazione che aveva un obiettivo ambizioso: fare restituire titoli ed onore alla Juve, contro la volontà della stessa società (sic!).

Quell’Associazione è ancora viva e continua a combattere. Ma i numeri non sono dalla sua parte: milioni di pseudo-tifosi bianconeri sono pronti ad inneggiare al nuovo allenatore in arrivo, che si chiami Lippi o si chiami Mancini. Quest’anno la colpa degli insuccessi sportivi sarà addossata a Delneri. L’anno prossimo probabilmente toccherà a Marotta. E agli juventini andrà bene così… Perché i nostri tifosi si accapigliano su Amauri, che non segnava a Torino ed è tornato al gol a Parma, ma se ne fregano se 12 anni di storia sono stati buttati nel cesso in 5 minuti. I nostri tifosi se la prendono con Motta, che non marca bene, ma si sono dimenticati di quell’estate in cui la squadra più forte d’Italia e forse del mondo è stata sbattuta in serie B, al grido di “ladri, ladri!”. I nostri tifosi se la prendono con l’allenatore, troppo affezionato al 4-4-2, ma non vogliono più pensare allo smembramento di una società ultra-centenaria, operato grazie ad un processo celebrato nella hall di un hotel. I nostri tifosi litigano su Aquilani che è troppo discontinuo, ma non ricordano neanche più chi fosse quell’avvocato con la barbetta che, difendendo la Juve, chiedeva la serie B, come gli era stato richiesto dal cliente.
Solo pochi rancorosi si ostinano a non dimenticare. Solo pochi rancorosi ormai hanno capito che i veri responsabili sono sempre gli stessi, nel 2006 come nel 2011, e si chiamano Exor ed Elkann. Solo pochi rancorosi temono che in quella combriccola di demolitori presto campeggerà un altro nome, che mai avremmo voluto vedere: Andrea Agnelli. Per tutti gli altri, i colpevoli continueranno ad essere Moggi, Giraudo, Bettega, Capello, Deschamps, Ranieri, Ferrara, Delneri, Marotta.

Poco male. Noi andremo dritti per la nostra strada. E quel che più conta è che potremo farlo sempre a testa alta.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1559

 

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