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« I preconcetti della proc...Mediaset: ci risiamo! »

I preconcetti della procura federale su Conte...seconda parte

Post n°6392 pubblicato il 30 Agosto 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB


Novara-Siena
Veniamo più nello specifico alla gara Novara-Siena. Dell’incontro Drascek-Vitiello si è già parlato e sull’inopportunità assoluta è il caso di richiamare anche le stesse dichiarazioni dell’allenatore Conte che sul punto dichiara che “se lo avesse saputo si sarebbe infuriato” - anche se poi la sua partecipazione a livello di omessa denuncia è successiva a quel momento - però anche quelle sono particolarmente illustrative sulla sull’assoluta inopportunità – ma inopportunità è un eufemismo – sul fatto che assolutamente non è una cosa da farsi, che dei calciatori prossimi avversari si incontrino prima della gara. Anche perché abbiamo visto che è uno dei passi, dei segreti del protocollo seriale utilizzato per l’alterazione delle gare. Anche perché oramai tutti sanno che le comunicazioni a mezzo telefono, con mezzi alternativi sono particolarmente pericolose e possibilmente compromettenti. Quindi cosa c’è di meglio che un incontro fatto di persona per addivenire a determinati accordi?
Quindi appunto come dicevo il doppio canale dell’alterazione, quindi con il coinvolgimento anche degli scommettitori – è fatta propria anche in ordinanza istruttoria cautelare - e tutte le dichiarazioni di Carobbio, anche in questa gara sono pienamente riscontrate dall’incontro, dal contenuto dell’incontro tra Drascek e Vitiello; dal fatto che ne abbiamo conservato memoria per così tanto tempo tanti tesserati e Carobbio ne attribuisce uno specifico contenuto specifico, come primo contatto teso ad alterare la gara. E questo è pienamente logico e confermato E anche la notizia presa dal Gervasoni rimane coerente con tutte le condotte generalizzate che hanno visto, che caratterizzavano comunque quel momento la società Siena. Abbiamo anche visto le dichiarazioni confessorie sul punto tese a.. con riferimento alla gara successiva Albinoleffe.Siena.
Gli elementi a carico di Bertani ulteriormente confermano la credibilità di Carobbio in ordine alla gara di cui stiamo parlando e già abbiamo fatto cenno nel valutare la posizione di Bertani. Lo stesso valga per i contatti telefonici.

Riscontro ping-pong
Ma un ulteriore elemento di riscontro – che ripeto non si può svilire portando atto, lo ripeto, lo continuo a dire, della particolare bravura della presidente Bongiorno – alla assimilazione del cosiddetto riscontro ping-pong nella partita Albinoleffe-Siena. Stiamo parlando della stessa società, a poche gara di distanza, e le dichiarazioni di Carobbio sono riscontrate in un modo veramente inconfutabile da una serie di dichiarazioni confessorie e da un quadro di riferimento che è stato specificamente richiamato nella decisione impugnata – di cui si chiede di integrare conferma – che veramente non possono lasciare atto ad alcun dubbio sulla credibilità estrinseca di quelle accuse mosse da Carobbio nei confronti di tutti i suoi chiamati in corresponsabilità.
E appunto non si tratta di un richiamo ping-pong perché non sono le stesse dichiarazioni di Carobbio che riscontrerebbero quelle rese dallo stesso dichiarante in ultima nostra gara.. Non è affatto vero questo, perché ci sono tutte le dichiarazioni confessorie rese da Passoni, da Poloni, da Garlini, da Sala (parzialmente confessorie) che riscontrano in modo pieno quelle che sono le accuse e la ricostruzione dei fatti fornita da Carobbio. A tal fine veramente riscontrata in modo puntuale, incredibile e inconfutabile.

Nessuna contraddizione tra Carobbio e Gervasoni
Non c’è da questo ufficio nessuna contraddizione tra quanto dichiarano Carobbio e Gervasoni sul contatto con gli zingari: tutti e due lo ammettono. C’è semplicemente una diversa attribuzione di paternità al contatto perché, mentre Gervasoni afferma che Carobbio contattò gli zingari, invece Carobbio afferma di essere stato contattato dagli zingari. Ma anche qui c’è una piena ammissione del contatto con il cosiddetto gruppo degli zingari. Ma in realtà ammettono tutti e due, dichiarano tutti e due la stessa circostanza.
L’eventuale tentativo – ovviamente – di minimizzare soprattutto sotto il profilo giuridico la propria responsabilità, ritiene questo ufficio che non possa minare in alcun modo l’attendibilitàintrinseca ed estrinseca di Carobbio.

I riscontri dell’omessa denuncia
Tutte le considerazioni in ordine ai riscontri su quella gara che valgono per gli altri tesserati, appunto di Drascek, Vitiello; l’incontro prima della gara con Bertani e Gheller, ammesso dallo stesso Gheller; la posizione di Bertani, valgono ovviamente anche nei confronti di Conte e Alessio che vengono chiamati in corresponsabilità dal Carobbio e con una qualificazione giuridica attribuita da questo ufficio di “omessa denuncia”.

Il permesso per assistere al parto
Ancora una volta vale richiamare l’attenzione sull’atteggiamento avuto dal Carobbio in ordine al permesso. Non è affatto vero, a nostro avviso, leggendo le dichiarazioni degli interessati che Carobbio si sia rivolto inizialmente a Stellini per richiedergli l’autorizzazione. Carobbio aveva fatto semplicemente presente a Stellini che aveva in atto l’intenzione di chiedere a Conte di recarsi ad assistere la moglie che era prossima al parto, ed in questo caso ha dimostrato una particolare correttezza nei confronti del suo allenatore perché il consiglio che gli era pervenuto da Stellini era stato quello di allontanarsi e di far sapere al suo allenatore le cose a fatto compiuto. Viceversa Carobbio ha sentito l’esigenza – rispettando il ruolo del suo allenatore – di rivolgere ugualmente la richiesta a Conte. E questo dimostra che non c’era particolare interesse comunque a prescindere in capo a Carobbio ad ottenere l’autorizzazione per recarsi ad assistere la moglie prossima al parto.

I presenti alla riunione omertosi
Non è vero che la commissione disciplinare non ha tenuto conto del 16-23 a 1 dalle dichiarazioni rese da coloro che sono stati ascoltati dai difensori ovvero da questo ufficio.
Purtroppo qui occorre fare una considerazione piuttosto amara e dolorosa perché comprensibilmente, dal punto di vista umano, ma almeno soprattutto alla luce delle regole imposte dall’ordinamento sportivo, che prevedono l’obbligo di denuncia espresso, specifico, quindi gravando gli appartenenti a questo settore dell’obbligo di fare denuncia, purtroppo si assiste a dichiarazioni caratterizzate da grandissima omertà. E’ ovvio che tutti i presenti alla riunione tecnica se avessero ammesso di aver percepito distintamente il discorso fatto da Conte, sarebbero incorsi in un illecito da omessa denuncia. E’ chiaro quindi che non possono avere la stessa valenza probatoria le dichiarazioni negatorie dei soggetti presenti rispetto a quelle accusatorie mosse da Carobbio, per altro come abbiamo dimostrato riscontrate veramente in modo inconfutabile da tutta una serie di elementi che ne avallano in modo pieno e assoluto l’attendibilità intrinseca ed estrinseca.

Carobbio sarebbe potuto essere più cattivo verso Conte
Prima cosa dicevo, che in effetti l’intenso risentimento che viene addotto dalle difese come causa a parte delle dichiarazioni accusatorie, in verità ad una attenta verifica, ad una attenta analisi, si rivelano logicamente del tutto infondate. Per quali motivi? Perché atti – come detto già – i tempi, non immediati, dimostrano l’assenza di risentimento. Perché –ripeto – contrastano con una persona che voglia accusare una persona avuta in odio verso la quale si coltivano risentimenti di rancore così forti, quella di aspettare così tanto tempo prima di circostanziare meglio le dichiarazioni accusatorie. Ma anche i contenuti. Perchè se Carobbio avesse voluto rovinare calunnatoriamente il suo accusato, avrebbe utilizzato delle dichiarazioni ben più pregnanti, ben più stringenti a carico del suo allenatore. Sia in occasione della gara Novara-Siena, sia in occasione della gara Albinoleffe-Siena. Mentre quegli spazi che la procura ha ritenuto emergere proprio dalle dichiarazioni di Carobbio , dimostrano in modo inconfutabile che non vi era alcun sentimento di risentimento – scusate i giri di parole – da parte del Carobbio nei confronti del suo allenatore. Per altro in modo del tutto sproporzionato e spropositato rispetto all’episodio che avrebbe dato causa a questo risentimento.
Lo stesso vale anche con riferimento ad eventuali dichiarazioni accusatorie dette nei confronti della dirigenza. Diciamolo chiaramente, tanto è agli atti, nei confronti del Presidente della società Siena. Perché se Carobbio avesse voluto rovinare il suo Presidente – reo di non avergli rinnovato il contratto ed anzi di avergli fatto perdere due categorie - Ebbene, non avrebbe riferito de relato di aver saputo da persona vicina alla dirigenza, avrebbe avvicinato il portiere Coppola per proporgli un tentativo di illecito a perdere su una gara perché il suo presidente era intenzionato a scommettere. Avrebbe detto delle dichiarazioni ben più dirette dichiarando di essere direttamente a conoscenza di quelle circostanze, quindi lasciando molto meno spazio difensivo, al dubbio, alla necessità di ulteriori approfondimenti, come con onestà intellettuale abbiamo scritto nel nostro deferimento con riferimento a questa gara.
Quindi anche sotto questo secondo aspetto, seconda linea, di elemento di risentimento, i fatti, nelle loro logica stringente, dimostrano che non esisteva nessun risentimento da parte di Carobbio nei confronti neppure della sua società nella quale militava all’epoca dei fatti.
E riteniamo che siano irrilevanti le negatorie dei diretti interessati- le negatorie proveniente da Bertani, che si è dimostrato il carico probatorio che grava su questo tesserato - quindi riteniamo che la negatoria proveniente dagli altri incolpati non abbia alcuna valenza probatoria. Questo per quanto attiene alla gara Novara-Siena.
Quindi abbiamo dimostrato - a nostro avviso – l’attendibilità intrinseca e l’attendibilità estrinseca del dichiarante Carobbio in via generale, e abbiamo dimostrato che le accuse da lui mosse con riferimento a questa gara sono pienamente riscontrate da tutta una serie di elementi logici e fattuali appena richiamati.

Albinoleffe-Siena
Ebbene, se fosse possibile questo carico probatorio è ulteriormente più articolato, più complesso e più ancora gravatorio il carico degli odierni appellanti con riferimento alla partita Albinoleffe-Siena.
Le dichiarazioni di Carobbio infatti sono pienamente riscontrate in ordine alla preparazione davvero singolare di questo illecito, che prende le mosse dal momento in termina la partita di andata. Partita di andata caratterizzata da un andamento molto teso e Stellini – come da sua dichiarazione confessoria del procedimento – che codesto onorevole corte potrà sicuramente vagliare nella sua piena valenza. Stellini appunto si preoccupa di inviare sicuramente Carobbio a parlare con gli avversari prossimi della gara di ritorno, proprio con lo scopo dichiarato di non creare elementi di tensione in vista dell’ultima partita del girone di ritorno in relazione alla quale, o l’una o l’altra squadra, avrebbe potuto avere un bisogno vitale di punti. Ebbene, li si gettano le basi dell’accordo. Tutte le dichiarazioni di Carobbio sono pienamente riscontrate, sia sotto il profilo degli emissari che sono stati inviati da Stellini – da Stellini con riferimento ad uno dei due non ricorda – di corsa espressamente di Carobbio, non potendo escludere di aver mandato anche un altro. L’altro è Terzi che ammette infatti di aver parlato con Bombardini. Mentre invece Carobbio parla con Garlini. Sul punto ci sono le dichiarazioni di Passoni, Poloni che e parzialmente anche di Sala e Garlini con riferimento all’incontro che avviene prima della gara di ritorno nell’ambito del quale si consacrano gli accordi di cui erano state già gettate le basi dopo la partita di andata.
Questa prima fase è già finalizzata all’accordo illecito. E’ pacifico sulla base delle dichiarazioni sia di Stellini che di Garlini, e quindi tutti coloro che hanno partecipato già a questa prima fase devono essere – io qui adesso anticipo il discorso che riguarda Terzi , perché Terzi chiede il proscioglimento in relazione a questa gara – ma ritiene l’ufficio che già i partecipi a questa prima fase dell’accordo debbano essere ritenuti responsabili di illecito sportivo.
E’ stata derubricata la posizione di Bombardini, in mancanza di ulteriori elementi di carico, questo ufficio ha ritenuto di non dover gravare la decisione di derubricazione di impugnazione. Ma è stato confermato anche con l’omessa denuncia il teste andò a parlare a Bombardini proprio del possibile illecito relativo alla gara di ritorno.
Su questa seconda fase, per l’Albinoleffe erano presenti all’incontro: Poloni, Passoni, Sala e Garlini (che viene dato presente sia da Passoni sia da Poloni), e deve ritenersi presente anche per un profilo logico in quanto era stato proprio il primo dei due contattati dai due emissari della società Siena. Ma per il Siena erano presenti Carobbio, Vitiello ( che ammette la presenza), Coppola (che lo stesso ammette la sola presenza), e Terzi che viene portato presente da Poloni e in relazione al quale c’è un riscontro logico, perché anche Terzi è stato uno dei due primi calciatori mandati già al termine della gara di andata da Stellini per intavolare la trattativa illecita. Sul punto ritiene questo ufficio che la commissione disciplinare, ove non avesse ritenuto eventualmente partecipe Terzi, ma non vi è pronuncia di proscioglimento sul punto, mente l’incolpazione mossa dalla procura e quindi quella della partecipazione di Terzi anche al secondo incontro, quindi anche alla consacrazione definitiva dell’accordo, ritiene l’ufficio che con una integrazione della motivazione che è pienamente consistita a questa onorevole corte, la corte può motivare sul punto e affermando la presenza di Terzi anche a questo secondo incontro. Noi non avevamo la possibilità di impugnare perché non avevamo l’interesse all’impugnazione, perché è stata affermata la responsabilità di Terzi per illecito sportivo in ordine a questa gara. Quindi chiediamo una eventuale integrazione motivazionale ad opera della corte in ordine alla posizione di Terzi. Chiamato appunto in causa da Poloni e sotto il profilo logico per essere stato tra i primi due mandati da Stellini all’incontro con i prossimi avversari già dopo la gara di andata; nell’immediatezza della gara di andata. Il contenuto dell’incontro viene confermato da Carobbio con Poloni e Passoni e parzialmente da Sala e anche da Garlini con riferimento alla prima fase. La presenza dei quattro terzini, dei quattro dell’Albinoleffe risulta in modo specifico dagli elementi dichiarativi citati e anche la dinamica dei fatti mostra la presenza – che si è andata via via arricchita – di tutti quanti i dichiaranti dell’Albinoleffe - che ovviamente giocavano in casa e quindi non erano in ritiro – dichiarano di essere giunti alla spicciolata sul punto e che mano mano la comitiva si arricchiva di più persone. Ognuno dei dichiaranti riferisce in modo pieno e fedele la versione dei fatti a cui ha assistito e risulta pacificamente – e qui passo anche a giustificare i motivi del nostro appello nei confronti di Coppola e di - non so se sono tempestivo in questo momento - di Coppola – che dovrò parlare per primo per Albinoleffe-Siena per i nostri appellanti diciamo - (intervento del Giudice).

La vicenda Mastronunzio
Ripeto, tutti questi elementi riscontrano in modo pieno la credibilità di Carobbio; quindi anche quando riferisce della conoscenza in capo a Conte e Alessio dell’accordo intervenuto, vi sono ulteriori elementi di arricchimento, sia con riferimento alla vicenda Mastronunzio , che viene espressamente citata, sia con la precisazione che Mastronunzio, prima di quella situazione non giocava più titolare ma era nella rosa della squadra, dopo quella situazione viene messo fuori rosa. E quindi c’è una particolare valenza probatoria in questo atteggiamento tenuto anche dall’allenatore Conte con riferimento a Mastronunzio.

Stellini e il carattere accentratore
C’è il discorso che il mandante del primo incontro Stellini, che comunque è uno stretto collaboratore di Conte, e c’è anche il discorso, che vale in modo logico, a riscontrare ulteriormente se ce ne fosse bisogno, la valenza delle dichiarazioni di Carobbio proprio sul carattere accentratore , che si interessava a tutte le questioni , che è emerso, è stato evidenziato, essere proprio dell’allenatore Conte.

Il discorso motivazionale
Con riferimento al discorso della preparazione tecnica, che vale per entrambe le gare, del discorso emozionale, ritiene questo ufficio che vi sia una piena coerenza rispetto alla conoscenza da parte di Conte. Perché con riferimento a tutte e due le preparazioni di tutte e due le gare che vengono contestate a Conte come omessa denuncia, tutti gli interessati non parlano della preparazione tecnica della partita. Preparazione tecnica che rispetto alla quale tutte le altre dichiarazioni che abbiamo acquisito agli atti, viene evidenziato che Conte aveva un approccio – e questo lo dico in senso positivo ovviamente – quasi maniacale nella preparazione tecnica della partita e quindi del tutto coerente rispetto alla consapevolezza di un risultato concordato, il fatto che lo stesso allenatore si fosse limitato semplicemente di tipo esclusivamente motivazionale nei confronti dei suoi calciatori.

L’omessa denuncia dello spogliatoio
Ancora una volta – e qui chiudo – sotto il profilo della posizione dei diretti interessati, il riscontro che è stato fatto in modo abile e suggestivo – lo ripeto suggestivo, lo utilizzo nel senso ottimo del termine non deteriore del termine, con riferimento al fatto che questo ufficio non ha deferito tutto lo spogliatoio della gara Novara-Siena e Albinoleffe-Siena - scusate il termine che utilizzo – mi fa un po’ sorridere.
Perché quando la procura ritiene di essere sempre garantista poi viene accusata e si trasforma in effetto boomerang. Noi abbiamo ritenuto di non dover deferire tutto lo spogliatoio, lo abbiamo fatto anche nei confronti di una gara di cui si parlerà domani il Bologna, perché abbiamo ritenuto che bisognava contestualizzare e che la mera presenza non poteva dare la certezza in mancanza di ulteriori elementi di arricchimento della posizione sulla conoscenza della combina da parte dei presenti. Anche perché, scusate faccio un esempio banale, un presente avrebbe molto facilmente addurre, senza alcuna possibilità di smentita, che in quel preciso istante si sarebbe potuto allontanare dalla stanza. Questo non vale ovviamente per lo staff tecnico, dato il rapporto di stretta collaborazione con l’allenatore e data la sua presenza necessaria e quindi la consapevolezza necessaria proprio con riferimento a quel momento specifico in cui è avvenuto questo discorso da parte dell’allenatore. E quindi per la presenza dello staff tecnico - quindi mi riferisco non solo a coloro che hanno deciso di patteggiare la loro posizione - ma anche ad Alessio in questo caso, c’è quel “quid..” che la procura ha ritenuto necessario e sufficiente per accertare le responsabilità degli interessati presenti nel momento in cui si è avuta la piena consapevolezza che quella gara fosse combinata. Quindi diciamo c’è stata una valutazione fatta con onestà intellettuale da parte della procura, che ha ritenuto non opportuno deferire tutto lo spogliatoio per la mera presenza. Ha ritenuto accertare questa ulteriore circostanza o collegare questa responsabilità al ruolo specifico e alla situazione in quel preciso istante. Non è una responsabilità “oggettiva” da posizione. Non è una posizione di garanzia, ma una posizione connessa a quella funzione particolare, svolta in quel particolare momento, con particolari compiti anche nell’ambito della riunione tecnica.

Così concludo: chiedo il rigetto di tutti quanti gli appelli con conferma integrante delle decisioni di primo grado.

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